Brustia e Medini, note memorabili per evocare Umberto Zanotti Bianco
- Written by Nicola Rombolà
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Un linguaggio che ha dialogato con la dimensione spirituale. Ad evocarlo la musica e le mani di due importanti artiste, quelle della pianista Alessandra Brustia e della violinista Greta Medini. Le corde del pianoforte e del violino si sono intrecciate a quelle della memoria - nel nome delle Muse, divinità ispiratrici dell’arte e del pensiero - per evocare chi ha dedicato la sua vita per far elevare l’arte e la cultura a riscatto della dignità umana, come ha saputo testimoniare Umberto Zanotti Bianco, da quando ha incontrato questa terra (1909); una parabola ricca di esperienze umane e di opere che continua - nonostante la sua scomparsa avvenuta nel 1963. E la musica donata dalla Brustia e dalla Medini, in una serata memorabile, nei tanti presenti ha saputo far risuonare tutte queste corde, in sintonia con l’importante eredità etica, civile, culturale e umana del fondatore di Italia Nostra, nato a Creta ma vissuto a Torino, che ha eletto la Calabria come sua patria esistenziale e spirituale. Il connubio Brustia-Medini nasce circa 10 anni fa, quando la giovanissima Greta intraprendendo a soli 12 anni la sua carriera concertistica, trova con la pianista una naturale ed immediata intesa artistico musicale. Insieme divengono indiscusse protagoniste sui più prestigiosi palcoscenici nazionali ed internazionali. Il concerto è stato organizzato dalla Delegazione Vibonese di Italia Nostra insieme all’Accademia d’arte Musikè, e si è tenuto nella sede di quest’ultima nei giorni scorsi. (Hanno eseguito le sonate per violino e pianoforte di W.A.Mozart e Primavera di L.V.Beethoven, l’Arpeggione di F. Schubert per viola e pianoforte e infine, il Preludio e Allegro di Kreisler). Nella ricorrenza della Prima guerra mondiale e del 70esimo anniversario della Liberazione, il linguaggio della musica riassume il significato della missione che ha compiuto questo insigne filantropo, archeologo, scrittore e senatore a vita, considerato “monaco laico”. Egli infatti ha partecipato alla Grande guerra (riportando una grave ferita che lo ha condizionato per il resto della sua vita); ma è stato anche un antifascista (tra gli anni 20 e 30 era molto attivo in Calabria, fondando l’Animi, l’Associazione per gli Interessi del Mezzogiorno, e la Società Magna Grecia, con le quali ha potuto attuare l’opera umanitaria e culturale, con la creazione di asili, scuole e strutture per dare risposte alle famiglie che vivevano in estrema povertà); ed è per questa sua attività e per le sue posizioni politiche che negli anni Trenta viene mandato al confino dal regime fascista nella foce del Sele, dove scoprì, insieme all'archeologa Paola Zancani Montuoro, presso l’area archeologica di Paestum, l’Heraion. Zanotti Bianco conosce le condizioni disperate della Calabria dopo il disastroso terremoto del dicembre 1908 che ha colpito in particolare Reggio e Messina e tante località dell’Aspromonte, come testimonia il libro “Tra la perduta gente”; inoltre è stato uno dei primi a porre al centro della sua opera il ruolo dell’istruzione, con il libro “Il martirio della scuola in Calabria”, come unica risposta alla “Questione meridionale”. La Delegazione Vibonese di Italia Nostra, presieduta da Gaetano Luciano, da diversi anni è impegnata in questa opera di testimonianza e di tutela dei beni culturali e paesaggistici, istituendo il riconoscimento “Testimonial Umberto Zanotti Bianco”. In cinque anni di attività sono stati insigniti diverse personalità che operano in diverse istituzioni, come lo scrittore ambientalista Francesco Bevilacqua, per l’opera di tutela del paesaggio, Francesco Bartone per l’istituzione del Mumar a Soriano come sindaco, monsignor Giuseppe Fiorillo, nell’ambito della sua attività in Libera, il pianista Roberto Giordano, per l’istituzione del Cantiere musicale internazionale, don Ignazio Toraldo, per il Museo diocesano di Tropea, Giacinto Namia, per la diffusione della cultura classica come presidente della sezione di Vibo dell’Associazione nazionale di Cultura classica e anche nella veste di direttore del bollettino Rogerius della Biblioteca calabrese di Soriano, Bruno Congestì e Domenico Tallarico per la rivista “La barcunata”, l’Istituto d’Istruzione superiore di Serra San Bruno “Luigi Einaudi”, per l’impegno promosso dal suo dirigente Tonino Ceravolo e di alcune classi per la conoscenza storica e paesaggistica di Serra San Bruno, il sindaco di Riace Domenico Lucano per il progetto di accoglienza dei migranti; ma anche la cantastorie Francesca Prestia e il regista Giovanni Scarfò per il docufilm su Umberto Zanotti Bianco, “Bellezze e rovine” ); nello stesso tempo ha organizzato tante iniziative per cercare sensibilizzare le coscienze sui fondamentali temi della tutela dell’ambiente e dei beni culturali, attraverso anche denunce, in linea con l’esemplare impegno e lavoro del filantropo e intellettuale piemontese. In questo solco si inserisce anche il concerto che è stato dedicato, a cinquant’anni dalla morte, al poeta lametino Franco Costabile, da parte del pianista e compositore Enzo Pasceri, che si è tenuto all’emporio musicale Gangi, con la rievocazione della parabola poetica ed esistenziale di Costabile da parte di Santino Salerno (critico letterario e giornalista) e la lettura del poema il “Canto dei nuovi migranti” da parte di Pippo Prestia (poeta dialettale).