Don Leonardo Calabretta: un anno tra noi
- Written by Marco Primerano
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E’ tornato nella “sua” Serra esattamente un anno fa: quella stessa Serra che gli ha dato i natali e che lo ha visto seminarista e infine sacerdote. E’ tornato in quella chiesa Matrice in cui, novello prete, per la prima volta ha celebrato la Santa Messa. Un anno fa, però, ci è ritornato da parroco. Era proprio domenica 28 settembre del 2014 quando monsignor Raffaele Facciolo, vicario generale della nostra Arcidiocesi, dava lettura del Decreto Vescovile con la quale la sede vacante di San Biagio in Serra San Bruno veniva assegnata a don Leonardo Calabretta. Accolto tra stupore e un pizzico di comprensibile scettismo, don Leonardo ha comunque sin da subito dimostrato le sue qualità umane e spirituali: qualità che gli hanno consentito di dare un volto nuovo alla chiesa Matrice, riportandola al centro dell’attenzione della nostra Arcidiocesi, che l’ha di recente voluta come ospite del X Cammino Regionale delle Confraternite calabresi. L’attività pastorale di don Calabretta lo ha visto impegnato per lo più tra Guardavalle e Catanzaro, e deve essere stata una proficua pastorale visto che non passa domenica in cui diversi ormai ex parrocchiani partono dai loro luoghi di origine, per venire a trovare, sentire la Messa e chiacchierare con quella che è stata senza dubbio una figura di rilievo straordinario nella loro vita. Le omelie di don Calabretta rispecchiano il tipo di sacerdote che i fedeli si trovano innanzi: un uomo molto colto ma che sa spiegare la dottrina e il Vangelo con una semplicità squisita. Tutto ciò a dispetto della sua licenza in Teologia e della sua laurea in Filosofia, titoli che lo hanno portato ad insegnare in prestigiose scuole della nostra Calabria, fino ai nostri giorni: è infatti ancora docente di Logica ed Epistemologia all’Istituto Teologico Calabro “S. Pio X” di Catanzaro. Alcuni lo hanno ribattezzato scherzosamente “don Bosco”, per il suo modo di vestire: indossa infatti la talare e, nelle processioni, ha ripristinato l’uso del tricorno (il cappello dei preti a Serra noto come “tri pizza”). Ma più di ogni altro paramento liturgico, don Leonardo ama indossare in ogni circostanza un sorriso che apre il cuore e dona conforto nei momenti più cupi. La sua capacità di ascolto nei confronti dei fedeli ne fa ormai il parroco di tutti, dapprima guardato con sospetto e scettismo, ora quasi temuto, rispettato e adorato. A nome della comunità intera, giunga a don Leonardo il nostro affetto e la nostra vicinanza nella preghiera e nell’amore, nonché la nostra devozione filiale che speriamo possa essere rinnovata per molti e molti anni ancora. Auguri, don Leonardo!