La guerra al buon gusto combattuta da Castorina e compagni
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Sebbene fosse ovviamente lecita la comune e generalizzata preoccupazione per quanto appena accaduto nella stessa città in cui stavano alloggiando in occasione di una visita istituzionale a Bruxelles, la reazione successiva di alcuni fra i componenti della delegazione di rappresentanti del Consiglio Comunale di Reggio Calabria, col passare delle ore, è apparsa oggettivamente fuori luogo. Una dettagliata cronaca minuto per minuto, durata fino al ritorno in riva allo Stretto, che ha assunto i contorni di un resoconto di guerra condotto, però, da chi era ben distante, per fortuna, dai luoghi presi di mira dall'infamia del terrorismo di matrice islamica. Sfruttando in modo compulsivo il palcoscenico di Facebook, hanno scattato foto a ripetizione, pubblicato addirittura un video surreale, in una ininterrotta corsa al trash che ci si augura possa almeno terminare con l'agognato atterraggio all'aeroporto "Tito Minniti". Magari a muoverli potrebbe essere stata anche la noia delle lunghe ore trascorse all'interno dell'albergo dentro cui erano costretti in seguito al doppio attentato, ma in tanti, anche sullo stesso social network, non hanno omesso di evidenziare che Castorina e compagni avevano oltrepassato il segno. Una sovraesposizione che, pur non avendo raggiunto le vette apicali toccate da Matteo Salvini, anch'egli nella Capitale belga e subito lesto a lanciarsi politicamente sui cadaveri ancora caldi, è stata comunque in grado di superare il confine del pudore, obbligatorio in tragedie simili. La sensazione che hanno trasmesso ai più è stata quella di una comitiva compiaciuta per essersi trovata, per un accidente della Storia, al centro del mondo. Sicuri che non fosse questo il loro sentimento, il comportamento adottato, simile a quello di un gruppo di giovanotti in gita premio casualmente imbattutisi in qualcosa di enormemente più grande di loro, sono caduti sullo scivoloso terreno del buon gusto. Piazzarsi al centro della scena in una situazione carica di sangue e orrore non si è rivelato il modo migliore per rendere onore alle vittime di una guerra che l'intero Occidente, e non il drappello di politici reggini che ha voluto vivere il suo quarto d'ora di notorietà, è obbligato, suo malgrado a combattere.
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