È tutt’altro che ottimista, anzi l’ennesimo “summit” ha fatto aumentare i suoi sospetti. Il sindaco Bruno Rosi teme per il futuro del nosocomio di Serra San Bruno, il germe del dubbio lo assilla perché gli indizi cominciano ad affastellarsi nella sua mente. L’incontro tenutosi stamattina, presso l’Asp di Cosenza, fra i sindaci dei centri che sono sede degli ospedali di montagna, il commissario ad acta per il Piano di rientro Massimo Scura ed il commissario dell’Asp bruzia Gianfranco Filippelli sembra aver avuto carattere interlocutorio, ma la tendenza non è di quelle che fanno gioire. “Ho ricevuto rassicurazioni – spiega il capo dell’esecutivo della cittadina della Certosa – sul mantenimento del Laboratorio analisi e le mie richieste si sono potute concentrare, in particolare, in tre direzioni: l’eliminazione della clausola del decreto 9/2015 in base alla quale all’atto del completamento del nuovo ospedale tutti i posti letto per acuti del territorio saranno trasferiti nel capoluogo di provincia, l’equiparazione fra tutti gli ospedali di montagna, una Chirurgia h24 con interventi programmati. Su quest’ultimo aspetto – precisa Rosi – c’è stata una iniziale apertura, ma poi la sensazione è stata che la sperimentazione sarà effettuata solo negli ospedali di San Giovanni in Fiore e Acri. Quanto alla rimozione della clausola, Scura ha risposto che bisogna fare un passo alla volta e che solo quando sarà ultimato il nuovo ospedale di Vibo Valentia se ne potrà riparlare”. Dunque segnali nebulosi e il primo cittadino lascia intendere di aver percepito il clima tipico delle situazioni in cui tutto è già deciso. Ad alimentare le sue perplessità è poi il mancato invito ai vertici delle Asp di Vibo e Catanzaro. Tale contesto ha indotto Rosi a richiedere una convocazione urgente dell’Assemblea dei sindaci. È chiaro che serve un’azione collettiva forte, non solo degli amministratori, prima che sia troppo tardi.