Arcuri, l'allegro vignaiolo dell'Aris
Se i miei nonni paterni fossero ancora vivi berrebbero senza alcun dubbio l’Aris di Sergio Arcuri… da versare dolcemente! Conoscendo il titolare, e avendo la consapevolezza che “il cane somiglia sempre al padrone”, non potevo che aspettarmi un vino brioso, allegro e spensierato. Questa è l’impressione trasmessami da Sergio quando mi portò il suo vino per la degustazione e l’inserimento nella carta dei vini dello Zenzero. L’impressione di chi fa il vino per puro divertimento, come lo si faceva una volta, mi allieta e mi lascia stupito. Le sue spiegazioni : “io lo fermento nelle vasche di cemento”, mi racconta e ride, sbeffeggiando mezza Calabria, parlandomi della sua terra baciata dal sole 360 giorni all’anno, mi illustra la brochure dell’azienda e continua: “vedi? qui stiamo zappando, non usiamo diserbanti, solo zolfo e poco rame perché a Cirò le piogge sono rare in estate: “questa è la mia uva, non l’ho mica presa da internet la foto, l’ho fatta io con il mio iPhone!”. La spensieratezze e la dedizione di chi ama la natura e la vigna e la vive ogni giorno facendoci quasi l’amore. Un vignaiolo allegro il caro Sergio che racconta, con questo succo, la storia vera della nostra terra: quella del Gaglioppo in purezza. 100% Gaglioppo, 100% passione. Elegante la bottiglia e originale il logo, sembra quasi di ritrovare nel bicchiere un cerchio con diverse sfumature libere e sinuose. Il colore rosso “scarico” (da buon gaglioppo) riesce a far scrutare il fondo del bicchiere – come un vino da “cantina” – ma decisamente fresco in bocca e speziato. “Non farti spaventare dal residuo: lo troverai sicuramente ma è un residuo buono, un residuo da mangiare”. Pepe nero e frutti rossi fanno a botte per avere la meglio sulle papille gustative, liscio come un vino da scampagnata con gli amici, da chitarra e carne arrostita, quel vino che ti sembra di avere già assaggiato a casa del nonno, ma con quel tocco in più che ti lascia in bocca il sapore del sole e del sale.Dopo il primo sorso non riuscirai più a farne a meno.
Unico Sergio, grande Calabria per un vino da versare dolcemente.
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