Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

Sentenza Corte costituzionale, Oliverio: “Adesso è chiaro che il Consiglio regionale non sarà sciolto”

“La decisione della Corte Costituzionale sancisce definitivamente la piena legittimità delle elezioni del Consiglio regionale della Calabria, ponendo fine alle reiterate ed ingiustificate tesi giuridiche di imminente scioglimento del Consiglio regionale”.

È quanto afferma il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio che aggiunge: “non abbiamo mai avuto dubbi sulla legittimità dell'esito elettorale ed ora l'autorevole legittimazione della Corte costituzionale restituisce maggiore vigore al nostro diuturno impegno per lo sviluppo della Calabria.

Ora il Tar dovrà decidere a quale dei Consiglieri regionali dovrà subentrare Wanda Ferro, candidata non eletta a presidente, cui comunque rivolgo gli auguri di buon lavoro”.

  • Published in Politica

La Corte costituzionale ha deciso: Wanda Ferro ha diritto ad entrare in Consiglio regionale

La Corte costituzionale ha dato ragione a Wanda Ferro: la candidata alla presidenza della Regione Calabria per il centrodestra alle elezioni del novembre 2014 ha diritto ad entrare nel Consiglio regionale.

La Consulta ha, in particolare, riconosciuto l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 della legge elettorale calabrese (che escludeva l’attribuzione del seggio al miglior perdente), approvata il 12 settembre 2014. In quel momento, peraltro, l’Assise regionale operava in regime di prorogatio (il presidente Giuseppe Scopelliti si era dimesso il 29 aprile comunicando la decisione all’Aula il 3 giugno).

Inammissibile, invece, il ricorso della Democrazia cristiana che, attraverso la richiesta di dichiarazione d’incostituzionalità dell’intera legge, puntava allo scioglimento del parlamentino calabrese. Secondo le prime interpretazioni a lasciare Palazzo Campanella dovrebbe essere Ennio Morrone. Da verificare, comunque, quanto siano accreditate le indicazioni che vedono indiziato Giuseppe Mangialavori.

Entrambi, in quanto parti controinteressate nel giudizio, si erano autonomamente costituiti chiedendo una dichiarazione relativa all’infondatezza delle questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tar Calabria.

Regione Calabria: niente scioglimento, ma la fine politica è un dato di fatto

Per la Corte costituzionale il percorso amministrativo regionale deve andare avanti. Almeno per il momento (resta in attesa di esito il ricorso promosso da Wanda Ferro), almeno formalmente. Perchè la morte politica di questa legislatura sembra essere stata registrata già da qualche tempo e precisamente da quando la famosa Giunta “monca” è stata azzerata per far posto a quella che gli addetti ai lavori definiscono “tecnica” e che la gente comune preferisce battezzarla come quella degli “sconosciuti”. La marcia, lenta sin dalla travagliata proclamazione degli eletti, è stata ulteriormente frenata dai sospetti derivanti dal difficile rapporto con il PD romano, oltre che da inchieste che non mancano mai quando si parla di Calabria. Il principale oppositore di questo “immobilismo” è stato per diversi mesi quel Carlo Guccione che dell’attuale maggioranza doveva essere il motore, mentre il resto è sempre e solo routine. L’attività consiliare è rarefatta e palazzo Campanella pare essere più adibito ad operazioni di ratifica che non a scelte dal preciso significato politico. Lo stato di “congelamento” istituzionale sembra aver sfiancato persino i malpancisti che danno l’idea di accontentarsi della stanca realtà quotidiana piuttosto che combattere battaglie contro i mulini a vento. La verità è che non c’è l’anima politica: ci sono tanti singoli con obiettivi diversi e che comunque tengono più conto delle esigenze del singolo rispetto a quelle della squadra. L’assenza di carisma e di leadership riconosciuta è plateale. Non c’è una nitida visione programmatica nè una chiara strategia operativa: i risultati di conseguenza non ci sono o non vengono percepiti. E fra i cittadini cresce un acido malumore verso tutto ciò che ha a che fare con la politica ed i suoi processi selettivi e decisionali. Sentimento comune sorto a ragione, anche se la componente di invidia sociale verso chi “vive meglio” della massa fa la sua parte.

  • Published in Diorama

Regione. La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso della DC: la consiliatura continua

E' stato bocciato dai giudici della Corte Costituzionale il ricorso che la Democrazia Cristiana aveva avanzato in relazione alle elezioni regionali celebrate nell'autunno del 2014. L'azione giudiziaria era stata intentata nel convincimento che, agendo in regime di prorogatio seguito alla decisione assunta da Giuseppe Scopelliti di dimettersi dall'incarico di presidente della Giunta, l'Assemblea legislativa di Palazzo Campanella non avrebbe potuto partorire la legge elettorale utilizzata per andare al voto, dovendo limitarsi a meri interventi di ordinaria amministrazione. Era stato il Tribunale Amministrativo Regionale, originariamente investito della vicenda, a rimandare tutto alla decisione della Corte Costituzionale. Rimane, tuttavia, ancora da sciogliere il nodo relativo al ricorso presentato da Wanda Ferro, all'epoca candidata dal centrodestra alla presidenza dell'Esecutivo regionale e rimasta fuori dall'Aula della massima assise calabrese. Gli alti magistrati della Consulta dovrebbero pronunciarsi in merito prima della fine del mese di novembre. Le difese della Regione si erano basate sulla circostanza che era stata la stessa Corte Costituzionale ad imporre l'approvazione di una legge elettorale diversa, in virtù della bocciatura di quella che il Consiglio aveva votato precedentemente. 

 

Regione, Gentile (Ncd) agita lo spettro del ritorno alle urne in Calabria

"La sentenza della Corte costituzionale, attesa a breve, sulla legge elettorale, potrebbe azzerare tutto in Calabria". L'ipotesi di uno scioglimento anticipato del Consiglio regionale resta sul tavolo ed a rilanciarla nel dibattito politico è una dichiarazione di Antonio Gentile, senatore del Nuovo Centrodestra,che ricorda l'imminente verdetto dei giudici costituzionali. "È opportuno parlarne, senza cadere nelle interpretazioni dietrologiche. Personalmente - assicura il membro di Palazzo Madama - non lo auspico, sapendo che Oliverio è stato legittimato dal voto popolare, ma ho un rispetto devozionistico per il giudice delle leggi. La questione non è l'ingresso di Wanda Ferro in Consiglio che mi sembra scontato, vista la giurisprudenza costituzionale, ma il ricorso incidentale della Dc che, da quanto ho potuto leggere sulla stampa, ha forti possibilità di essere accolto. Il Consiglio commise un grave errore, in tutte le sue componenti, allorquando legiferò in sede di vacatio legislativa: c'era l'impugnativa del Governo, è vero, ma a quel punto non bisognava fare niente. Nell'attesa di conoscere ciò che deciderà la Consulta, come Ncd continueremo a collaborare in sede programmatica, non certo inseguendo inciuci che non ci appartengono e che non ci converrebbero. Da Viscomi attendiamo risposte sulle proposte che gli abbiamo inviato in materia di personale. Speriamo che le nostre proposte, peraltro vagliate da un giuslavorista di notevole valore, possano essere accettate, perché - spiega Gentile - abbiamo a cuore le sorti della Calabria, a prescindere da ogni polemica".

 

Subscribe to this RSS feed