“Strage di Pizzinni” nel Vibonese, la Dda riapre le indagini dopo 39 anni

La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro riapre le indagini relative alla “Strage di Pizzinni” avvenuta in data 24 ottobre 1982 nella frazione Pizzinni di Filandari, quando l’esplosione di una bomba provocò la morte di due bambini - Antonino e Bartolo Pesce di 10 e 14 anni - e il ferimento di quattro persone.
 
Sulle tracce dei responsabili dell'orrendo crimine sono all’opera i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Vibo Valentia.
 
Proprio oggi, sul luogo della strage, hanno effettuato un sopralluogo, accompagnato da rilievi balistici, gli uomini della Sezione investigazioni scientifiche dell'Arma vibonese, impegnati a ricostruire, mediante l’ausilio di moderni strumenti tecnologici, la dinamica dell’evento.

 

 

Incendia l’auto dell’ex compagna che lo ha lasciato, domiciliari per un 69enne del Vibonese

Minacce di morte, insulti, molestie sessuali, danneggiamenti, persino l’incendio dell’auto. Un vero e proprio incubo quello in cui è piombata una commercialista di Ionadi (Vv) perseguitata dal suo ex compagno che non si rassegnava alla fine della loro relazione. A “liberarla” dalle pressioni e dalle persecuzioni sono stati i Carabinieri della Stazione di Filandari che, al termine di un’attività investigativa portata avanti sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, sono riusciti a chiudere il cerchio delle indagini. Così il gip del Tribunale vibonese ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo, un pensionato di 69 anni residente a Nicotera.

Tutto è scaturito dall’incendio di un’auto avvenuto lo scorso mese di maggio. Il culmine di un’escalation di atti persecutori iniziati nel dicembre del 2019. A dare alle fiamme l’auto della donna sarebbe stato proprio l’ex compagno, accecato da una gelosia morbosa. Ad incastrarlo le telecamere di videosorveglianza e la testimonianza della donna che ha poi denunciato i fatti ai Carabinieri. Da qui sono iniziate le indagini che hanno permesso agli investigatori di ricostruire passo dopo passo mesi di persecuzioni avvenute attraverso continui messaggi su Facebook, chiamate telefoniche, appostamenti sotto casa e davanti lo studio della presunta vittima. Diversi gli episodi denunciati. Tra questi spicca anche il taglio di 18 alberi di limone piantati a suo tempo dall’ex coppia. Un chiaro messaggio intimidatorio secondo l’ipotesi accusatoria. L’ennesimo della serie che va ad aggiungersi alle minacce di morte: “Se mi lasci te la faccio pagare e ti ammazzo”. All’uomo viene contestata anche la tentata violenza sessuale, dal momento che durante i funerali del padre della presunta vittima avrebbe tentato di baciare la donna durante il corteo funebre. Al rifiuto l’avrebbe strattonata dai capelli e tirata per il braccio. Vessazioni fisiche ma anche psicologiche, perché il 69enne sarebbe stato così morbosamente geloso da pedinare la donna e presentarsi da lei in ogni colloquio di carattere professionale con soggetti di sesso maschile. Un’odissea terminata con l’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari

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'Ndrangheta nel Vibonese, eseguite 5 misure cautelari

La notte scorsa, a Vibo Valentia e Monza Brianza, i Carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Seregno (Mb), della Stazione di Filandari (Vv) e dallo Squadrone eliportato Cacciatori Calabria, hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Corte d'appello di Catanzaro, nei confronti di altrettanti presunti esponenti della “locale di Filandari”.
 
I cinque - Giuseppe Soriano, Graziella Silipigni, Luca Ciconte, Caterina Soriano e Francesco Parrotta - sono stati riconosciuti responsabili a vario titolo dalla Corte d’appello di Catanzaro, che ha inflitto loro pene che vanno dai 10 anni e 4 mesi, ai 13 anni e 4 mesi di reclusione.
 
Le ordinanze eseguite la scorsa notte giungono dopo le scarcerazioni che avevano destato particolare clamore mediatico.
 
I cinque, quindi, sono stati nuovamente assicurati alla giustizia, grazie al tempestivo intervento della Procura generale presso la Corte d’appello di Catanzaro, che, sulla scorta delle risultanze info-investigative dei Carabinieri, ha circostanziato un grave quadro indiziario e un concreto pericolo di reiterazione dei reati in capo agli stessi.

 

 

 

Pistola nascosta in un pagliaio, padre e figlio in manette nel Vibonese

I carabinieri della locale Stazione, dello Squadrone eliportato Cacciatori e delle unità cinofile, hanno rinvenuto in un pagliaio, a Filandari, una pistola calibro 7,65 con matricola punzonata e 18 munizioni dello stesso calibro.

L'arma ed i proiettili sono stati trovati in una busta di plastica nascosta tra le balle di fieno.

In seguito al rinvenimento sono stari arrestati Antonio e Marco Fuduli - padre e figlio - di 51 e 30 anni.

A scopo cautelativo sono state ritirate anche le armi legalmente detenute dal 51enne, ovvero, tre fucili da caccia, una carabina ad aria compressa ed 85 cartucce calibro 12.

Provincia di Vibo. Francesco Artusa e Giuseppe Dato entrano in Consiglio provinciale

Francesco Antonio Artusa, consigliere del Comune di Filandari, e Giuseppe Dato, consigliere del Comune di Joppolo, entrano ufficialmente nel Consiglio della Provincia di Vibo Valentia. L’investitura istituzionale è avvenuta, stamattina, nel corso di un’apposita assise provinciale, convocata dal presidente, Salvatore Solano. Assise che, decaduti i consiglieri, Matteo Umbro, (per via delle dimissioni, nelle scorse settimane, del sindaco di Polia) e Antonio Zinnà, (poiché non rieletto alle ultime elezioni comunali di San Calogero), ha votato, all’unanimità, la surroga e la convalida dei primi dei non eletti delle liste elettorali “Rinascita Vibonese” (Artusa) e “Forza Civica” (Dato).

«Quale rappresentante politico della Lega di Matteo Salvini - da sempre vicina agli Enti locali - mi farò portatore delle istanze dei cittadini del nostro territorio in settori importanti quali la viabilità stradale e la scuola», ha affermato Francesco Artusa, nel corso del suo intervento. L’esponente politico leghista - affiancato per l’occasione da Nino De Pinto, Raffaele Riga e Michele Pagano, dirigenti di primo piano del partito di Salvini nel Vibonese e in Calabria -, ha poi sottolineato «La positiva inversione di tendenza attuata, alla Provincia, dal presidente Solano. Apprezzo il lavoro svolto da Solano e il cambiamento avviato - ha aggiunto Artusa. Per quel che mi riguarda metterò al servizio dell’Ente la mia determinazione che, a volte, manifesto con toni coloriti. Questa mia sorta di “rabbia politica”, però, mira a risollevare le sorti di una realtà provinciale dalle grandi risorse, nella quale dobbiamo creare le condizioni affinché i nostri giovani non vadano più via». All’intervento di Artusa ha fatto subito seguito quello di Giuseppe Dato. «È un onore sedere sugli scranni del Consiglio provinciale. Sento la responsabilità di questo mio nuovo ruolo istituzionale e, pertanto, mi interfaccerò positivamente con il presidente Solano, con il quale - in altre vesti di rappresentanza politica, ha evidenziato Dato - mi sono spesso rapportato per sollecitare interventi di sicurezza stradale lungo le arterie provinciali n. 3,4 e 5 che conducono al comune di Joppolo. Dato, nella chiosa finale del suo intervento, ha espresso, quindi, il suo plauso a Solano che - ha asserito il neo consigliere provinciale - verrà ricordato come il presidente della svolta, colui che ha portato fuori dal dissesto economico-finanziario la Provincia di Vibo Valentia».

Nel corso dell’assise provinciale, alla quale erano presenti i consiglieri Domenico Anello, Antonio Carchedi, Maria Condello, Antonio Raffaele Corigliano, Carmine Mangiardi,  Gregorio Profiti e Daniele Vasinton, a relazionare sull’iter burocratico che ha portato alla chiusura dell’esercizio finanziario 2019 è stato il segretario generale, Mario Ientile. Un intervento di ampio respiro tecnico e giuridico quello di Ientile, che ha delineato con chiarezza il percorso burocratico «che consentirà alla Provincia di Vibo Valentia di approvare il bilancio, entro il prossimo mese di dicembre».

Il Consiglio ha quindi discusso e approvato, a maggioranza, sia il “Verbale di chiusura dell’esercizio finanziario 2019”, nonché i punti all’ordine del giorno che vertevamo sul “Riconoscimento di debiti fuori bilancio per servizi di somma urgenza”, attinenti a interventi attuati per la messa in sicurezza di strade e scuole. All’unanimità è stata, invece, approvata la “Variazione del bilancio provvisorio del 2020, inerente all’iscrizione di fondi di Edilizia scolastica e Viabilità”.

A chiudere i lavori dell’Assise provinciale, che ha registrato anche gli interventi dei consiglieri Carchedi, Mangiardi e Corigliano, è stato il presidente Solano. «Ci avviciniamo insieme a una data storica per la Provincia di Vibo Valentia: l’approvazione del bilancio. Ciò consentirà, subito dopo, di uscire dal dissesto finanziario e di poter realizzare, finalmente, - ha messo in luce Solano - interventi strutturali che cambieranno il volto del nostro territorio. Mi preme ringraziare, al riguardo, per il lavoro svolto al mio fianco, i consiglieri Umbro e Zinnà. Nel contempo sono sicuro, conoscendoli, che nuova linfa vitale verrà data a questa istituzione dai neo consiglieri Artusa e Dato, ai quali esprimo le mie congratulazioni e il mio augurio di buon lavoro. La sfida che abbiamo davanti è quella del cambiamento e del rilancio della nostra realtà provinciale. Una sfida ardua che ci metterà a dura prova ma che insieme - ha dichiarato il presidente Solano - dobbiamo necessariamente superare nell’interesse delle nuove generazioni vibonesi».

Coronavirus: guariti e ritornati a casa i primi due pazienti positivi nel Vibonese

Sono guariti e sono ritornati a casa i coniugi di Filandari, i primi contagiati dal coronavirus nel Vibonese.

La coppia è stata dimessa ieri dal reparto malattie infettive dell’ospedale “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro.

Superato il momento più pericoloso, marito e moglie dovranno ora osservare un periodo di quarantena.

In auto con marijuana e cocaina, due giovani segnalati nel Vibonese

Le rigide prescrizioni governative non scoraggiano l’uso di droga sul territorio Vibonese.

Così i carabinieri della Stazione di Filandari, impegnati in una serie di controlli finalizzati a verificare il rispetto delle norme in materia di Covid-19, hanno fermato due giovani C.C.V, 27 anni, e R.A., 21 anni, entrambi di Rombiolo, a bordo di una Lancia Musa, chiedendo le ragioni della loro presenza in quel luogo. Dinanzi a una risposta confusa e non convincente da parte del conducente, incapace di fornire adeguate motivazioni per sé e per il passeggero e dopo aver subodorato la presenza di droga, i militari hanno proceduto a perquisire i due giovani e la vettura sulla quale viaggiavano.

Proprio nell’auto hanno rinvenuto due involucri di carta stagnola contenenti, rispettivamente, 2,5 grammi e 5 grammi di marijuana e un terzo con 0.80 grammi di cocaina.

Il materiale ritrovato è stato posto sotto sequestro.

I due giovani sono stati segnalati alla Prefettura di Vibo e deferiti in stato di libertà perché, in assenza di comprovate ragioni dettate da stato di necessità, sanitarie o di lavoro, si muovevano liberamente in barba alle attuali disposizioni governative.

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Coppia del Vibonese positiva al coronavirus

Arriva anche nel Vibonese l'incubo del coronavirus. 

Una coppia di coniugi originaria di Filandari (Vv) è, infatti, risultata positiva al primo tampone.

A causa dell'aumento della temperatura corporea, questa mattina, l'uomo è stato ricoverato all'ospedale di Catanzaro, ma le sue condizione non desterebbero preoccupazione

La coppia, nei giorni scorsi, era rientrata in Calabria, dopo un soggiorno in un comune della "zona rossa" lombarda.

Con i coniugi vibonesi, sale quindi a 9 il numero dei calabresi contagiati dal coronavirus. 

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