Calabria: venti milioni di euro per costruire una caserma mai utilizzata

A Cutro, in contrada Mascino, nel 2003, con tanto di cerimonia festosa, avvenne la posa della prima pietra. Espropriati con indennizzo di 1 milione e trecento mila euro, ed urbanizzati ben 20 ettari di terreno e lavori affidati al Consorzio Artigiani Romagnoli di Rimini subentrato al Consorzio Sitie di Bitonto.

 Già ultimata la zona residenziale con 96 alloggi di lusso, mica popolari, rifiniti con tutti i conforts, destinati al personale, un reggimento di almeno 700 militari tra uomini e donne, e ai familiari dei militari. Aree verdi, ampi parcheggi e parco giochi.

Finora spesi per la realizzazione dell’opera 20 milioni di euro e non tutti soldi del ministero della Difesa, ma anche del Comune e della Regione che hanno contribuito in maniera determinante per tirare su le infrastrutture: strade, fogne e illuminazione pubblica.

Sto dicendo della grandiosa opera che sarebbe dovuta essere la caserma dell’Esercito con il 2° lotto, non realizzato, finalizzato alle infrastrutture tipicamente militari: edifici del comando e magazzini, zona destinata al ricovero dei mezzi ruotanti e cingolati con posto per lavaggio automezzi, officina e deposito carburante, campo di addestramento, un poligono di tiro ed eliporto. E scusate se è poco!

Avrebbe dovuto essere un’imponente area militare ma non lo sarà mai. È stata già detta la parola fine da molto tempo ormai. E dire che la popolazione cutrese guardava con tanto interesse all’insediamento militare per le evidenti ricadute economiche.

Tutto fermo! Tutto tace! La desolazione è regnante. Cosa ne sarà mai? Sarà mai possibile il cambio di destinazione d’uso?

E se non sarà così  chi pagherà tutto questo spreco di risorse pubbliche? Per la verità, già lo scorso anno ci sono stati momenti interlocutori presso il Ministero volti all’ottenimento dell’intera area da destinare ad altri usi. Si è parlato, in questi anni, dell’utilizzo di parte del complesso per allocare la caserma dei carabinieri di Cutro attualmente operativa in un edificio preso in fitto.

Qualcuno aveva azzardato la possibilità di fare alloggiare i migranti. Ed ancora. L’Amministrazione comunale aveva accennato ad un certo progetto in collaborazione con l’Università della Calabria. Che progetto? Non è dato sapere.

Insomma, è tornato il silenzio. 

 

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