I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, supportati in fase esecutiva dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, su ordine della Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria - Direzione Distrettuale Antimafia - hanno tratto in arresto, in esecuzione all’Ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, un 26enne, già noto alle Forze dell’ordine, poiché indagato per i reati di danneggiamento aggravato e porto e detenzione di arma da guerra, aggravati dalla metodologia mafiosa. L’operazione prende le mosse dal danneggiamento a mezzo esplosione di colpi di fucile mitragliatore - tipo Kalashnikov ak-47, avvenuto nel centro di Gioia Tauro lo scorso 3 gennaio, alle 20 circa, nei confronti di un cancello d’ingresso dell’abitazione di un cittadino gioiese, contro il quale furono esplosi ben 28 colpi calibro 7,62 X 39 (appunto il munizionamento tipico utilizzato dalla micidiale arma da fuoco). L’episodio ha destato grande sconcerto e preoccupazione tra la popolazione proprio per le modalità con le quali era stato perpetrato l’atto delittuoso. Nell’immediatezza dei gravi fatti i militari dell’Arma, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sono giunti all’esatta individuazione del veicolo, che è risultato all’epoca noleggiato e dal quale furono esplosi i colpi, così da identificarne, il corrispondente locatario, destinatario del provvedimento restrittivo, a titolo di concorso nel reato per danneggiamento aggravato e porto e detenzione di un’arma da guerra, dalla straordinaria potenza di fuoco. La successiva attività d’indagine, sviluppatasi per circa tre mesi secondo metodi tradizionali e avvalendosi di attività tecnica nonché del prezioso contributo del Ris di Messina (Reparto Investigazioni Scientifiche) in particolare sui reperti sequestrati nell’immediatezza, ha consentito di raccogliere ulteriori, determinanti e gravi indizi a carico del giovane e posti a base del provvedimento disposto dall’Autorità giudiziaria. L’arrestato, al termine delle incombenze di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Palmi.