«Potevo stare benissimo dov’ero, seduto sulla mia poltrona, a continuare a fare il mio lavoro di docente e di imprenditore, vedendo così crescere la mia famiglia. Se sono qui, però, è perché ho avvertito un senso di responsabilità forte. Per questo ho deciso di metterci la faccia».
Lo ha detto il candidato a sindaco della lista “Per Serra Insieme” alle Amministrative del 20 e 21 settembre, Biagio Figliucci, intervenuto ieri nel corso del pubblico comizio svoltosi in piazza Monsignor Barillari, a Serra San Bruno.
Oltre all’aspirante primo cittadino, sul palco erano presenti i candidati alla carica di consigliere comunale: Walter Lagrotteria, Domenico Zaffino, Vito Regio, Carlo Valente, Franca Turano, Maria Elisabetta Campese, Valeria Giancotti, Maria Spatula, Fiorella Liberata Vellone, Bruna Capone, Giuseppe Ferragina e Vincenzo Bruno Zaffino.
Di «politica intesa come servizio al bene comune» ha parlato Figliucci, secondo cui Serra negli anni «ha fatto passi indietro, a causa del depotenziamento dell’ospedale, della chiusura dell’Inps, dell’ufficio del giudice di pace e, probabilmente, presto perderemo anche l’Agenzia delle entrate. Il ruolo di sindaco non sarà per me un trampolino di lancio per una ipotetica carriera politica. Le cose che mi interessano sono altre: la mia gente, i miei clienti, i miei alunni e soprattutto la mia famiglia».
Figliucci ha evidenziato anche i vari punti programmatici «che andremo ad attuare», a iniziare dalla collaborazione tra sanità e scuola, perché «in questo momento è importante rimettere in moto l’istruzione e ciò dovrà avvenire in totale sicurezza, soprattutto per coloro i quali si affacciano per la prima volta a questo mondo».
Il candidato a sindaco si è soffermato, inoltre, su altre tematiche: dalla legalità, alla valorizzazione dei boschi, passando per la viabilità, la situazione economico-finanziaria dell’ente, il problema dell’acqua, il lavoro, la valorizzazione della Ztl e il turismo.
Prima ancora ci sono stati gli interventi di alcuni componenti della lista guidata da Figliucci. Valeria Giancotti ha lanciato strali contro il Partito democratico serrese, di cui lei stessa faceva parte.
«Nelle riunioni di partito - ha detto Giancotti - non si discuteva di nulla. Servivamo solo come contenitori di voti, perché alla fine si decideva tutto in una stanza in cui si potevano accomodare solo 4-5 adepti del braciere, perché è così che si definiscono. Non hanno avuto il coraggio di fare una riunione per dire che noi tre consiglieri comunali, gli unici che eravamo tra la gente, non dovevamo più far parte della maggioranza. Ecco perché abbiamo deciso di dare un volto nuovo alla politica serrese». Giancotti ha concluso l’intervento sostenendo che «dopo soli tre giorni dalla mia defenestrazione dall’amministrazione, mi sono vista recapitare dal Comune di Serra San Bruno un atto di demolizione, relativo a presunte opere abusive che riguardano casa mia, ribaltato dal Tar per ben due volte. Cosa avevo fatto di male? Avevo forse dato la possibilità a una ditta di far circolare l’economia? Ho usufruito di una legge, come del resto hanno fatto 600 cittadini serresi. Evidentemente ha disturbato solo casa mia. Chissà perché? Una cosa è certa: non chinerò mai la testa. Condivido le parole del magistrato Nicola Gratteri, quando dice: “Fate politica leale, fate politica trasparente”, perché è esattamente ciò che facciamo noi».
Per Vito Regio «la nostra cittadina ha intenzione di cambiare e credo che questa squadra abbia fatto la scelta giusta. Parlando quotidianamente con molti di voi e non soltanto nelle feste patronali o durante i periodi estivi, ho visto il degrado che Serra sta attraversando. Le logiche clientelari ci hanno tenuto nella preistoria. È tempo di assumersi certe responsabilità. Non hanno il coraggio di dirvi che per 20 anni vi hanno preso in giro. E non mi riferisco soltanto ai componenti della lista “Uniti per Serra”, ma anche a “Liberamente”.
Con alcuni di loro quattro anni fa abbiamo iniziato un percorso, che si è interrotto per una serie di tradimenti, spinti dalla sete di potere. Non venite a dirmi che il vostro è un progetto politico iniziato quattro anni fa, perché non è così».
Riferendosi ai componenti della lista “Per Serra Insieme”, Maria Elisabetta Campese ha parlato di «persone semplici, che vogliono cambiare le sorti della nostra amata Serra San Bruno. Non ho interessi personali e politici da difendere, perché considero questa mia candidatura non un futuro mestiere, ma un servizio nei confronti della comunità. I nostri politici hanno generato solo miseria. Noi, come dice qualcuno, saremo pure dei dilettanti, ma proprio perché abbiamo vissuto, sentito e subito le vostre parole non vogliamo promettere grandi progetti, che non potranno mai essere realizzati». Per Walter Lagrotteria i serresi «dovranno decidere o meno se questo è l’anno zero, per combattere il disagio economico, sociale e culturale», che «non si vede solo se facciamo finta».
Dall’ex amministratore sono arrivate anche parole di elogio nei confronti del proprio candidato a sindaco, il quale «è rimasto a Serra costruendo qui la sua vita e la sua famiglia. Riflettete bene il 20 e 21 settembre, perché qui c’è gente che si è messa in gioco, perché crede che un futuro sia realmente possibile, con Biagio Figliucci sindaco di Serra San Bruno».