Associazione New Deal: secondo Eurostat 2016 la Calabria è la regione d'Europa con il più alto tasso di disoccupazione

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa da parte dell'Associazione di Volontariato New Deal

Secondo i dati dell’Eurostat 2016, apparsi in questi giorni, sui giornali la Calabria è la regione d’Europa con il  maggior tasso di disoccupazione giovanile (58,7%), ovviamente piuttosto che accendere i riflettori, la notizia, è passata passata in secondo piano, dalle istituzioni, non abbiamo letto un comunicato, una dichiarazione o una qualsiasi presa di posizione, neppure un semplice accenno di discussione come se la cosa rappresentasse la normalità.

In una terra che giorno dopo giorno si svuota dei suoi figli costretti ad emigrare per trovare lavoro altrove, nessuno dice nulla, tutto tace.

La Calabria una regione ancora alla ricerca di una vocazione e priva di un indirizzo strategico cerca ancora di capire quali siano i settori d’investimento da prediligere, gli obbiettivi di sviluppo che si intendo perseguire nel medio e lungo periodo, tutto viene lasciato al caso ed a singoli interventi slegati da una complessiva visione d’insieme omogenea e strategico.

E’ noto che il lavoro dipendente non genera altro lavoro dipendente, ma è l’attività d’impresa che genera posti di lavoro e occupazione e se non si definisco prioralmente gli obbiettivi che si intendono perseguire nel medio lungo termine, obbiettivi che rimangano immutati ai continui segni di discontinuità politici (finalizzati esclusivamente a fini elettorali) saremo destinati a rimanere il fanalino di coda del paese e dell’Europa.

Stavolta non basterà qualche sgravio legato alle assunzioni per far scendere momentaneamente la percentuale a risolvere il problema, a nostro avviso è giunto il momento che le forze politiche e sociali della nostra terra identifichino dei fattori di coesione definendo gli obbiettivi e i settori di sviluppo sui quali investire, su quelli cominciare ad attrare investimenti, costruirci attorno infrastrutture e servizi ed organizzando confronti con gli attori locali al fine di incentivare lo sviluppo in maniera condivisa, strutturata, organizzata e con una prospettiva di tempo tale da giustificare degli investimenti importanti.

Sarebbe opportuno è importante che gli attori istituzionali e sociali comincino ad avviare un dialogo con il chiaro obbiettivo di incentivare gli investimenti in settori chiave, a vocazione naturale per il nostro territorio come il turismo e l’agricoltura per poi concentrassi anche sul mondo digitale e nel medio e lungo periodo puntare a ridurre in maniera strutturale la disoccupazione. 

Ovviamente quando ci riferiamo a incentivi per la nascita di nuove imprese non ci riferiamo nella maniera più totale a contributi a fondo perduto corredati da autofinanziamenti per l’avvio di nuove attività, questa politica nel tempo si è rivelata chiaramente fallimentare, preferiremmo, invece, ipotizzare la realizzazione di bandi dove viene prestato anche l’intero capitale necessario però corredato da sistemi fiscali e previdenziali di, reale vantaggio per le aziende che si andrebbero a creare ed una restituzione del capitale a tasso zero ed in un medio periodo.

Nell’assordante silenzio generale, non possiamo più tergiversare, c’è in ballo il nostro futuro!

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