Truffa all'Inps, denunciati 59 falsi braccianti

I carabinieri della Stazione di Careri (Rc) hanno denunciato in stato di libertà 59 persone, tra cui il titolare di un’azienda agricola, con l’accusa di truffa.

Gli indagati avrebbero percepito 400 mila euro mediante rapporti di lavoro fittizi, con la conseguente erogazione da parte dell’Inps, in favore dei falsi braccianti, di contributi previdenziali ed assistenziali, quali indennità di disoccupazione, per malattia o maternità cui, in realtà, non avevano diritto.

Dall’attività investigativa, secondo quanto riferiscono i carabinieri, sarebbe emerso il legame tra alcuni degli indagati e famiglie legate alla criminalità organizzata.

Le persone coinvolte nell’indagine sono accusate a vario titolo, oltre che di truffa aggravata, di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e falsità in scrittura privata.

L’attività investigativa che ha portato ai 59 deferimenti in stato di libertà è stata condotta dai carabinieri, grazie al supporto delle sedi Inps di Reggio Calabria e Crotone.

Sono stati effettuati, tra l’altro, numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento dai quali sarebbero emerse le condotte illecite poste in essere dagli indagati.

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Scoperti mille falsi braccianti, truffa all'Inps da 5 milioni di euro

I finanzieri del Gruppo di Locri, in collaborazione con il personale dell’ufficio vigilanza ispettiva dell’Inps di Reggio Calabria, hanno scoperto una truffa aggravata compiuta ai danni dell’Istituto di previdenza, da 31 aziende agricole operanti nella Locride.

In particolare, nel periodo intercorso tra il 2012 ed il 2018, oltre mille persone sarebbero state assunte in maniera fittizia, con un conseguente costo per le casse dello Stato di circa 5 milioni di euro.

Per le fiamme gialle, le imprese avrebbero presentato all’ente previdenziale falsi contratti di affitto o comodato di terreni riconducibili anche a persone completamente estranee alla truffa e denunce aziendali trimestrali fasulle con le quali sarebbe stato attestato l’impiego, mai avvenuto, di operai, al fine di consentire l’indebita percezione d’indennità di disoccupazione, malattia, assegno nucleo familiare e maternità.

Nel corso delle indagini sono state ricostruite le presunte false dichiarazioni e le comunicazioni fatte all’Inps dai datori di lavoro.

Come se non bastasse, le aziende indagate avrebbero evaso 770 mila euro di contributi previdenziali.

Nel corso degli accertamenti economico-patrimoniali effettuati a carico di alcuni braccianti, i militari hanno scoperto, inoltre, il possesso di beni mobili di lusso e immobili di pregio a fronte della modesta situazione reddituale dichiarata.

Le indagini si sono concluse, quindi, con la denuncia dei rappresentanti legali delle imprese, per le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dell’Inps e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

I mille falsi braccianti, alcuni dei quali in passato già deferiti per associazione a delinquere di stampo mafioso, sono stati, invece, segnalati per il reato di truffa aggravata in concorso con il fittizio datore di lavoro.

Truffa ai danni dell'Inps, denunciati 93 falsi braccianti

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Locri, hanno scoperto una presunta frode, perpetrata da due imprenditori agricoli operanti nella zona ionica reggina.

Per i militari, la fittizia comunicazione all’Inps dell’assunzione di falsi braccianti agricoli, la predisposizione e l’esibizione ad enti pubblici di atti falsi, avrebbero permesso di moltiplicare le giornate lavorative effettivamente rese, consentendo, così, a 93 persone di ottenere il pagamento indebito di indennità di disoccupazione, malattia o altri benefici di natura agricola, per un importo pari a circa  285 mila euro. 

Gli ideatori della presunta truffa avrebbero presentato atti da considerarsi a tutti gli effetti non validi, in quanto contenenti firme false e comunicazioni di assunzione di manodopera agricola in realtà mai avvenute, tutte a nome e per conto di ignari proprietari di terreni agricoli, adibiti a coltivazioni varie quali grano, frumento e olive, nonché allevamento di ovini.

Le indagini condotte dalle fiamme gialle hanno portato alla segnalazione all’Autorità giudiziaria di 95 persone, tutte accusate di reati che vanno dal falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, al falso materiale, alla truffa aggravata.

 

 

Truffa all'Inps, denunciati oltre 300 falsi braccianti

Al termine di una complessa attività d'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, i finanzieri della Compagnia di Rossano hanno smascherato una presunta truffa perpetrata ai danni dell’Inps ad opera di un'azienda agricola che, tramite la falsa assunzione di 311 braccianti, avrebbe provocato alle casse dello Stato un danno di circa 550 mila euro.

Dal 2011 al 2014, la società avrebbe presentato all’Inps falsi documenti che avrebbero determinato la liquidazione di somme relative a indennità di disoccupazione, malattia e maternità per un importo di circa 550 mila euro, a beneficio di lavoratori che avrebbero prestato la propria attività su alcuni fondi nella Sibaritide.

La cooperativa avrebbe denunciato all’ente previdenziale un consistente numero di (false) giornate lavorative effettuate su terreni di cui, in molti casi, non avrebbe avuto la reale disponibilità, attestandone l’uso attraverso il deposito di falsi contratti di comodato.

Le giornate agricole fittizie, secondo gli incroci di dati elaborati dalle fiamme gialle, ammonterebbero ad oltre 15 mila, la quasi totalità di quelle denunciate dalla società negli anni dal 2009 al 2014.

La cooperativa di fatto non avrebbe quasi mai svolto alcuna attività lavorativa reale mediante i lavoratori dichiarati, limitandosi solo a presentare all’Inps documenti con cui richiedere la liquidazione delle indennità.

Complessivamente sono 311 le persone denunciate all’autorità giudiziaria per i reati di falso, truffa, illecita somministrazione di manodopera ed omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi obbligatorie per legge.

 

Truffa all'Inps, scoperti 160 falsi braccianti agricoli

La guardia di finanza di Montegiordano (CS), a conclusione di un’articolata e complessa attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha smascherato una truffa ai danni dell’Inps di oltre 110 mila.

A tanto ammontavano le indennità di disoccupazione, sussidi di maternità, assegni familiari e indennità di malattia illecitamente richieste dai falsi braccianti.

L’indagine delle fiamme gialle, svolte in stretta collaborazione con l’Inps di Rossano, ha interessato un’azienda agricola con sede nella provincia di Matera che, mediante la predisposizione di falsi contratti di fitto/comodato di terreni, ha dichiarato una rilevante disponibilità di fondi agricoli idonei a giustificare, con riferimento al solo anno 2014, l’assunzione fittizia di 160 OTD (operai agricoli a tempo determinato) e la dichiarazione di ben 16 mila false giornate lavorative.

I controlli eseguiti dai militari della guardia di finanza sono stati incentrati sulle residenze dei braccianti assunti, opportunamente poste in relazione con la sede dell’azienda. L’impresa agricola materana, infatti, risultava assumere manodopera nella provincia di Cosenza, ed in particolare nella zona di Corigliano Calabro, Cassano Allo Jonio e Rossano.

Lo sviluppo delle indagini ha consentito di far emergere la truffa e di interrompere l’erogazione delle varie indennità illecitamente richieste dai falsi lavoratori. Parte delle indebite erogazioni sono tuttavia risultate effettuate con la compiacenza di un funzionario dell’Ente erogatore, il quale, utilizzando in modo fraudolento alcune banche dati telematiche, mediante accessi non autorizzati al sistema informatico, ha forzato le procedure di controllo, consentendo l’indebita erogazione di circa 24 euro euro ad alcuni falsi braccianti agricoli.

La complessa attività di indagine si è conclusa con la denuncia all’Autorità giudiziaria, per i reati di falso e truffa, del titolare dell’azienda agricola, dei 160 falsi braccianti, nonché di un funzionario dell’Inps.

Quest’ultimo è stato segnalato anche alla Procura Regionale della Corte dei conti per il danno erariale causato alla Pubblica amministrazione. 

Truffa all'Inps per 800 mila euro, denunciati 335 falsi braccianti agricoli ed un imprenditore

Al termine di un’articolata e complessa attività d'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, la guardia di finanza di Corigliano Calabro (Cs) ha smascherato una truffa ai danni dell’Inps. A compiere il reato sarebbe stata una ditta individuale che, mediante 335 false assunzioni di dipendenti, avrebbe arrecato un danno di oltre 800 mila euro alle casse dello Stato.

Secondo l'accusa, l’impresa presentava, all’ente previdenziale, falsi contratti di fornitura di frutta e contratti di comodato d’uso gratuito o d' affitto di terreni riconducibili a soggetti ignari, completamente estranei alla truffa, nonché fasulle denunce aziendali trimestrali, attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai, al fine di consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità.

Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno raccolto le testimonianze dei proprietari dei terreni estranei alla truffa e attraverso l’analisi documentale hanno ricostruito le false dichiarazioni e comunicazioni presentate all’Inps dal falso datore di lavoro.

Dalle risultanze investigative, le oltre 27 mila giornate lavorative mai effettuate e comunicate, hanno permesso di certificare falsi costi di personale per oltre 1,5 milioni di euro, senza produrre alcun ricavo.

Al termine delle indagini, il rappresentante legale dell’impresa è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Castrovillari per truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale e falso, mentre, i 335 falsi braccianti, sono stati segnalati per il reato di truffa aggravata, in concorso con il fittizio datore di lavoro. 

Truffa all'Inps per 1,6 milioni di euro, denunciati 500 falsi braccianti

Ancora una truffa ai danni dell’Inps da parte di un’azienda agricola che, attraverso un articolato sistema di assunzioni “fantasma”, avrebbe causato un danno quantificato in un milione e seicento mila euro tra indennità erogate e contributi non versati.

La truffa sarebbe stata messa in piedi grazie ad un sistema piuttosto collaudato.

Dopo aver sottoscritto un contratto d' affitto per un terreno agricolo, il proprietario dell'azienda avrebbe denunciato all’Istituto di previdenza sociale l'apertura di una serie di contratti di lavoro a tempo determinato.

Con questo metodo l'imprenditore agricolo, oggi indagato, ha comunicato all'Inps l’impiego di 484 lavoratori “fantasma”, cui l'Istituto di previdenza ha erogato le indennità previste e quantificate in oltre 1,3 milioni euro, di cui circa 500 mila in assegni familiari, 380 mila per malattia e maternità e oltre 450 mila per la disoccupazione.

L’azienda, una ditta individuale, inoltre, non avrebbe versato allo Stato i relativi contributi previdenziali, quantificati in oltre 300 mila euro.

Il danno totale causato alle casse dello Stato ammonta, quindi, a 1,6 milioni di euro.

La truffa è stata smascherata dalla guardia di finanza di Sibari (CS) che ha scoperto come, nel periodo in cui venivano fornite all’Inps le dichiarazioni false, il terreno sarebbe stato in realtà affittato da un altro imprenditore agricolo.

A carico dei 484 braccianti è, quindi, scattata la denuncia per le oltre 40 mila giornate di lavoro che non sarebbero mai state effettuate.

Il titolare della ditta individuale è stato segnalato a piede libero alla Procura di Castrovillari per truffa e falsità in atti.

L’Istituto di previdenza ha già avviato le procedure previste per recuperare le somme erogate indebitamente.

 

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Scoperti 200 "falsi braccianti" nel Vibonese: truffa all’Inps per 700.000 euro

Nell’ambito delle attività di prevenzione e repressione del fenomeno delle frodi all’Erario realizzate attraverso il sistema dell’indebita percezione di indennità e sovvenzioni erogate dagli Enti Previdenziali e Assistenziali, i Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno sottoposto a sequestro beni nella disponibilità del titolare di un’azienda al centro di una truffa. 

Il sequestro scaturisce a conclusione di un’operazione di Polizia Giudiziaria e Tributaria, che, nello scorso mese di Luglio, aveva permesso di portare alla luce un articolato sistema di frode basato sulla creazione di fittizi rapporti di lavoro subordinato e di posizioni assicurative e previdenziali, posto in essere con lo scopo precipuo di far percepire indebitamente a pseudolavoratori “fantasma” indennità di disoccupazione, malattia ed altri benefici previsti dalla normativa di settore. 

All’esito delle investigazioni svolte, le Fiamme Gialle vibonesi hanno rilevato che il titolare dell’azienda oggetto d’indagine aveva fittiziamente dichiarato di aver assunto e fatto lavorare circa 200 lavoratori, consentendo ai medesimi di percepire, a danno dell'Inps, a vario titolo, indennità per oltre 700.000 euro. Dopo la denuncia dell’ideatore della truffa, e dei soggetti che avevano documentato falsi rapporti di lavoro dipendente con la citata azienda, il Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, accogliendo l’analoga proposta formulata dal Pm titolare delle indagini, ha disposto, con decreto, il sequestro dell’intero profitto del reato. 

In sede di esecuzione del provvedimento emesso dal Gip, sono stati sottoposti a sequestro conti correnti, terreni, fabbricati ed autovetture, per un valore di quasi 700.000 euro, nella disponibilità dell’autore della truffa. 

 

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