"Riapri Calabria": per agenti di commercio e rappresentanti il bando è da rivedere
- Published in Politica
"E’ davvero 'paradossale' leggere quanto afferma oggi il signor Giuseppe De Raffele, soprattutto perché non possiamo accettare lezioni da chi, senza timore di smentita, verrà ricordato come uno dei principali responsabili di un fallimento politico e amministrativo senza precedenti, che con la sua disamministrazione aveva trascinato la nostra cittadina nel pantano".
E' quanto si legge in una nota diffusa dal circolo del Partito democratico di Serra San Bruno
"Alcune volte - prosegue il comunicato - sarebbe opportuno usare il buon senso e un pizzico di sano pudore e tacere, esercizio questo che dovrebbe praticare specialmente chi, rispetto al passato, ha gravi responsabilità sulla gestione di un ente, soprattutto nel caso che lui stesso ricorda, quando nel rispetto delle regole procedurali avrebbe dovuto, nei termini e dopo aver fatto i passaggi preventivi, indicare la sede e il personale da destinare al mantenimento del presidio. Procedura che, da quanto sembrerebbe emergere dagli atti, non è stata rispettata muovendosi in ritardo. Ci torna in mente, inoltre, una seduta del consiglio comunale quando è stato portato per la sua approvazione, senza rendersi preventivamente conto che al suo interno veniva indicato un ufficio ubicato in un comune lontano e diverso da quello serrese. Non accettiamo lezioni, quindi, da chi ha agito per ben due volte consecutive con estremo ritardo, rispetto a quanto previsto dalla disciplina ministeriale, per consentire il mantenimento dell’ufficio, o da chi ripeteva come un mantra 'io bevo acqua dal rubinetto'.
In alcuni casi - conclude la nota - sarebbe meglio tacere che aprire la bocca e sprecare ossigeno solo nel vano tentativo di uscire dall’oblio politico nel quale gli elettori lo hanno relegato.
Quindi segua il suo stesso consiglio, dia per primo l’esempio e non offenda l’intelligenza dei serresi".
“Ritengo assolutamente inaccettabile quello che si sta verificando in queste ore: l’assessore regionale Federica Roccisano, il consigliere regionale Michele Mirabello ed il commissario del Parco delle Serre Tonino Errigo utilizzano la sede istituzionale dello stesso Parco per svolgere una manifestazione dal tono chiaramente politico-elettorale sostenendo la lista ‘La Serra rinasce’ ed il suo candidato a sindaco Luigi Tassone. Anzi, più che di manifestazione si tratta di un vero e proprio comizio: riprova sono le modalità di annuncio per le vie del paese, con vetture vaganti dotate di altoparlanti, nonché il manifesto recante il simbolo della stessa lista e che indica quale luogo dell’evento la sala convegni del Parco delle Serre”. Sono le considerazioni effettuate dal candidato alla carica di consigliere comunale per la lista “In alto volare – Serra pulita” Giuseppe De Raffele secondo cui “lo spregiudicato utilizzo che si sta facendo delle Istituzioni per fini politici desta grande preoccupazione nella cittadinanza poiché lascia intendere che il Parco delle Serre appartenga ad una determinata parte politica. Non vorremmo – sostiene De Raffele - che nella stessa sede siano lanciati annunci o effettuate promesse dal sapore evidentemente elettorale. C’è da chiedersi, infatti, perché proprio adesso, in piena campagna elettorale, l’assessore Roccisano si sia sentita in dovere prendere parte ad un’iniziativa promossa da una lista che concorre alle elezioni comunali di Serra San Bruno. Non si capisce l’urgenza di questo arrivo: possibile – si chiede De Raffele - che non si potesse attendere, dopo mesi di silenzio assoluto, almeno fino al 6 giugno? O è proprio perché bisogna fare qualcosa prima di quella data che è stata organizzata questa manifestazione? Cosa c’è dietro e perché l’assessore Roccisano si è prestata ad uno scopo che non conosciamo? Le risposte a queste domande portano tutte nella stessa direzione. Auspico pertanto – conclude - un intervento della Prefettura affinchè sia garantita la parità di condizioni e sia impedito l’utilizzo politico delle Istituzioni”.
No, non ci siamo proprio: se l'auspicio generale era quello di poter assistere ad una campagna elettorale costruttiva e che avesse come stella polare il miglioramento delle condizioni di vita dei serresi e l'agognato sviluppo della cittadina della Certosa, i primi passi del confronto fra le diverse parti in campo non lascia presagire nulla di buono. Certo, chiunque sia roso dalla passione politica sa che lo stomaco d'acciaio è una caratteristica imprescindibile per chi decide di salire sul proscenio a caccia del consenso. Ma proprio per questa ragione, e bardati con una tempra corazzata, è necessario dimostrare di possedere la capacità di agire con lo spirito dei forti. Le schermaglie che ci sono state finora fra i contendenti sono state, al contrario, di una debolezza sconcertante: la vivida cartina di tornasole che quelle poche idee messe sul tappeto sono confuse. Ne è fedele esempio la vicenda che sta tenendo banco in queste ore: una presunta richiesta di delibera da parte di un esponente della ex maggioranza. Istanza che sarebbe stata formulata qualche istante prima di formalizzare le dimissioni di sette consiglieri, atto conclusivo dell'Amministrazione Rosi. A far deflagrare il caso è stato lo stesso ex sindaco in occasione di una intervista concessa alla "Gazzetta del Sud". Denunciando pubblicamente l'accaduto, i cui contorni, politici e di fatto sarebbero tutti da verificare, si è assunto una responsabilità che evidentemente le sue fragili spalle evidentemente non riescono a reggere. Qui non sono in ballo beghe da cortile o faccende da bar, ma la corretta gestione della "cosa pubblica". Di conseguenza, il già Primo Cittadino merita di essere incalzato: se sa parli, in caso contrario eviti atteggiamenti ambigui. Lo deve alla correttezza della sfida, lo deve a sé stesso, lo deve agli avversari. A maggior ragione che, ospite della trasmissione radiofonica "On the news", Francesco Tassone, a lungo membro dello staff di Bruno Rosi ed oggi inserito a pieno titolo nella corsa per un posto al sole municipale, oltre ad aver mantenuto analogo silenzio ha consolidato l'equivocità della situazione tirando in ballo anche non meglio specificati dipendenti comunali. E' pericoloso affermare con leggerezza, come ha fatto il candidato in studio, che la questione è di "dominio pubblico", tirandosi poi rapidamente indietro di fronte alla specifica richiesta di fornire in merito dettagli circostanziati. Ma questo è solo uno dei tanti tasselli del puzzle di azioni incomprensibili che si stanno sovrapponendo lungo il percorso che culminerà il 5 giugno con il rinnovo del Consiglio Comunale. Perché, è di tutta evidenza, che anche nel campo della lista "La Serra" ed in quello dell'"Asse Civico" parecchie devono essere le radicali inversioni di rotta per chi coltiva l'ambizione di essere rappresentante del popolo. L'idea, perseguita in queste settimane dal gruppo "censoriano" di evitare come la peste il confronto con referenti delle altre formazioni in competizione desta tonnellate di perplessità. Perché, se si è in presenza di una scelta pseudo strategica, sarebbe opportuno cominciare a pensare ad uno studio approfondito della comunicazione politica. Immaginare che sia una mossa azzeccata lasciare azzuffare gli esponenti avversari godendo dalla tribuna dello "spettacolo" e sperando di passare all'incasso, non sarebbe indicativo di quel sacro rispetto dell'elettore base fondante dell'edificio democratico. Il rischio, peraltro, è che nell'opinione pubblica s'insinui un dubbio legato a doppio filo alla mancata scelta del candidato sindaco. Già a dicembre si alzavano i calici prenatalizi e sembrava che la strada fosse in discesa. I mesi successivi, invece, hanno ampiamente dimostrato che non è così. Continuare a tergiversare dilazionando nel tempo l'annuncio rende ancora più consistente l'idea che esso potrebbe creare malumori difficilmente gestibili. Meglio allora, sarà stato il malcelato retropensiero, spostare sempre più in là la data fino al momento limite in cui anche i malcapitati in preda a "mal di pancia" non potranno far altro che abbozzare. E che il livello della contesa sia di livello tutt'altro che soddisfacente è confermato, neanche a dirlo, dall'impreparazione alla battaglia, esibita fin qui, dall'Asse Civico". Spedire in avanscoperta, in modo del tutto disorganizzato e senza alcun disegno ingegnoso, Giuseppe De Raffele, lascia intuire che ancora la coalizione non è nelle condizioni di offrire all'elettorato una visione condivisa. Un frontrunner, per quanto combattivo, è poca cosa rispetto alle esigenze pretese. Nel 2016, per essere credibili, non basta mettere assieme un'accozzaglia di "figurine" in grado di catalizzare il consenso, non è sufficiente sommare aritmeticamente il bacino elettorale di ciascun componente di una lista. Il disincanto e la disillusione di una fetta consistente della cittadinanza impone altre valutazioni, di natura qualitativa, senza le quali anche un'elezione amministrativa potrebbe regalare un tasso di astensionismo da record rispetto al passato.
Comincia in maniera monca e confusionaria il confronto fra le compagini che prenderanno parte alla sfida elettorale che il 5 giugno consegnerà alla cittadina della Certosa una nuova amministrazione. La prima novità che ha riservato il consolidato appuntamento con la trasmissione “On the news” di RS 98 è stata l’assenza del rappresentante della lista “La Serra”, fattispecie che peraltro fa il paio con quella di sabato scorso e che sembra indicare una scelta strategica. Dopo i contrasti sulla controversa vicenda relativa alla presunta richiesta di approvazione di una delibera a pochi minuti dalle dimissioni di 7 consiglieri che hanno determinato lo scioglimento del Consiglio comunale (confermata dall’ex componente dello staff del sindaco Bruno Rosi ed esponente di “SerraPulita” Francesco Tassone e smentita dall’ex presidente del Consiglio e componente dell’asse civico Giuseppe De Raffele), il dibattito – che ha palesato evidenti limiti connessi a stile e contenuto - si è brevemente concentrato sui temi di viabilità, rifiuti, pubblica illuminazione e potabilità dell’acqua. L’entrata in scena di Francesco De Caria (Asse civico) e Salvatore Zaffino (“SerraPulita”) – che hanno sostituito De Raffele e Tassone - ha riportato i binari della discussione sul campo prettamente politico-amministrativo, con il primo che ha rilevato che “Serra è in difficoltà” sottolineando l’esigenza di “dare nuova vitalità al paese” e che ha annunciato che a breve “saranno resi noti candidato a sindaco, lista e programma” ed il secondo che ha posto come priorità la necessità di “non prendere più in giro i calabresi”. “Nel nostro movimento – ha aggiunto Zaffino – uno vale uno e le decisioni sono il frutto di un processo condiviso”. Infine la precisazione telefonica di Mirko Tassone: “non ho la smania – ha affermato – di fare il consigliere comunale a tutti i costi. Ho fatto politica anche prima di rivestire questo ruolo. Se ci sono le condizioni per costruire qualcosa di buono e positivo per Serra – ha concluso - sarò della partita”.
Come era facilmente prevedibile, la maggioranza reagirà rispetto all’ultima mossa del sindaco Bruno Rosi di revocare gli assessori e nominare i nuovi componenti dell’esecutivo. Per come ha annunciato il presidente del Consiglio comunale Giuseppe De Raffele, durante la trasmissione ‘On the news’ di RS 98, “lunedì ci saranno le dimissioni di massa dei consiglieri comunali” e, dunque, si procederà con lo scioglimento del Consiglio comunale. Alternativamente potrebbe esserci "una mozione di sfiducia". Finisce così – a meno di impensabili colpi di scena – questa esperienza amministrativa. De Raffele, che ha sottolineato di aver richiesto più volte la delega alla Gestione dei rifiuti, ha inoltre spiegato che con la situazione venutasi a creare era “impossibile stare fermi”.
Si svolgerà a Palazzo Chimirri la presentazione del libro dell’ex ministro degli Interni Enzo Scotti “Pax mafiosa o guerra?”. L’evento, fissato per venerdì 8 aprile alle 16, sarà coordinato dal professor Cesare Ierullo e si gioverà della relazione della professoressa Marita Margiotta. Sono previsti, prima delle conclusioni affidate all’autore, gli interventi del sindaco di Serra Bruno Rosi, del consigliere regionale Nazzareno Salerno, del presidente della fondazione “Calabria Roma Europa” Domenico Naccari, del professor Nicola Rombolà, del presidente del consiglio comunale Giuseppe De Raffele e del presidente del Centro provinciale Libertas Francesco De Caria. Ci sarà inoltre lo spazio per interventi e domande del pubblico. Il volume propone una lettura storico-politica dello sviluppo del fenomeno mafioso affrontando anche la discussa possibilità di un dialogo, in determinati frangenti temporali, fra criminalità organizzata e mondo politico-istituzionale. Si tratta di una visione che può aiutare a capire l’evoluzione di un male che ha esteso i suoi tentacoli ben oltre i confini del Mezzogiorno.
“Stiamo ancora aspettando la visita del presidente della Giunta regionale Mario Oliverio al nostro ospedale promessa dal presidente della Commissione Sanità Michele Mirabello durante una trasmissione radiofonica (alla quale sono intervenuto telefonicamente), visita che, secondo quanto fu detto allora, sarebbe stata chiarificatrice rispetto alle problematiche esistenti”. Il presidente del Consiglio comunale Giuseppe De Raffele ha analizzato, durante una conferenza stampa svolta nel palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci, la situazione del “San Bruno” rilevando quelle criticità che, a suo dire, “compromettono la piena realizzazione del diritto alla salute nel comprensorio montano”. “Ci era stato promesso – ha tuonato l’esponente del movimento ‘Progetto Salute Pubblica’ - che sarebbe stata levata la clausola che stabilisce che, quando il nuovo ospedale di Vibo sarà completato, tutti i posti letto per acuti del territorio saranno spostati nella città capoluogo di provincia, ma l’impegno è stato disatteso. Ci è stato promesso che il Laboratorio analisi non sarebbe stato toccato, e ora salta fuori che il Laboratorio analisi sarà mantenuto esclusivamente per i degenti. Promesse che la dicono lunga sull’attendibilità di questi interlocutori”. De Raffele ha poi sottolineato come, all’atto della pubblicazione del decreto n. 30/2016, “il locale circolo del PD ha esultato sostenendo che, grazie al loro impegno, si sta aprendo una fase nuova per l’ospedale. Su questo concordo: con la loro azione – ha affermato con amarezza - si sta avviando la fase della chiusura dell’ospedale in quanto tale”. “Voglio far notare – ha aggiunto De Raffele – che il PD guida il Governo centrale ed amministra la Regione. Il commissario Massimo Scura è un uomo del PD nominato dal PD. Non so se il PD vuole negare anche questo”. Infine un’annotazione polemica: “riscontro l’assenza dei comitati civici, che spariscono quando governa il PD. Il comitato pro-ospedale si dovrebbe svegliare e fare un’azione di protesta forte. Lo stesso dovrebbero fare tutti i sindaci e tutte le forze politiche: l’ospedale è un patrimonio per la comunità e dobbiamo difenderlo con le unghie e con i denti”.