Strage di Cutro, l'Austria consegna all'Italia il quinto presunto scafista

Si chiude oggi alle 10, presso la frontiera di Tarvisio il capitolo relativo all’arresto del quinto dei presunti scafisti individuati come responsabili del viaggio dei migranti terminato con la strage avvenuta a Cutro lo scorso 26 febbraio nella quale hanno perso la vita 92 persone.

Il cittadino turco 27enne, identificato nei giorni successivi al naufragio, grazie alle immediate attività d’indagine condotte dalla Squadra mobile e dalla Sezione operativa navale della guardia di finanza di Crotone è stato arrestato il 7 marzo nei pressi di Graz, grazie alla collaborazione con l’Unità Fugitive active search team, del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della direzione centrale della polizia criminale che ha dato esecuzione al mandato di arresto europeo.

L’uomo verrà consegnato dalle autorità austriache a quelle italiane presso il posto di frontiera di Arnoldstein/Thorl Maglern/Tarvisio.

Dopo la rituale notifica del provvedimento cautelare, l’arrestato sarà scortato dalla polizia penitenziaria presso la casa circondariale di Udine da dove, dopo le attività di rito, verrà trasferito a Crotone.

Immigrazione clandestina, scafista russo fermato in calabria

Gli investigatori della Squadra mobile della Questura di Crotone, congiuntamente ai finanzieri della Sezione operativa navale della città pitagorica, hanno sottoposto a fermo d’indiziato di delitto il cittadino russo Timur Shirchenko, di 35 anni, ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina.

L’uomo è accusato di aver condotto sulle coste calabresi un’imbarcazione con a bordo 48 cittadini extracomunitari.

Per la traversata, iniziata in Turchia, i passeggeri della barca avrebbero pagato intorno a 6 mila dollari

Al termine delle formalità di rito, il cittadino russo è stato tradotto nel carcere di Crotone

  • Published in Cronaca

Una barca a vela per portare clandestini in Calabria, arrestati due scafisti ucraini

Gli uomini del Reparto operativo aeronavale delle fiamme gialle di Vibo Valentia hanno intercettato e bloccato una barca a vela di 12 metri di lunghezza che aveva portato, clandestinamente, sulle coste calabresi alcuni immigrati.

A dare l'abbrivio alle operazioni, una segnalazione dei carabinieri che, in località Marinella di Isola di Capo Rizzuto, avevano fermato sei migranti, con gli abiti ancora bagnati, segno evidente che fossero appena sbarcati.

In un secondo momento, gli uomini della guardia di finanza e della polizia di Stato hanno individuato altri 19 stranieri, fra i quali una donna e due minori.

Sono, quindi, partite le indagini che hanno visto impegnati gli uomini del Reparto Operativo Aeronavale delle fiamme gialle di Vibo Valentia che hanno, tempestivamente, avviato le ricerche in mare inviando una vedetta velocissima.

Ad oltre 50 miglia al largo di Crotone, l’unità ha, quindi, individuato un’imbarcazione sospetta che è stata fermata, abbordata e scortata fino al porto della città pitagorica. A bordo dell'imbarcazione c'erano due persone di nazionalità ucraina.

Le successive indagini, eseguite dai finanzieri e dalla Squadra Mobile locale, hanno permesso di accertare come i due, fossero responsabili del trasporto illecito sulle coste italiane dei 25 migranti intercettati ore prima. Nei confronti di uno dei due pendeva, anche, un’ordinanza di arresto per reati simili.

La barca è stata sottoposta a sequestro.

Tutti gli stranieri intercettati hanno poi dichiarato di essere curdi e di essere partiti nella nottata fra il 23 ed il 24 luglio scorso da una città sulla costa della Turchia.

Sono in corso altri approfondimenti da parte delle fiamme gialle per cercare di risalire alle organizzazioni che, in cambio di cospicue somme di denaro agevolano, l'ingresso clandestino di persone straniere in Italia.

 

Reggio, fermato presunto scafista

A conclusione di serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, la Squadra Mobile reggina, con la collaborazione dei militari della Capitaneria di Porto, ha sottoposto, d’iniziativa, a fermo d’indiziato di delitto un cittadino di origine senegalese, gravemente sospettato di essere stato al comando dell’imbarcazione sulla quale viaggiavano i cittadini extracomunitari sbarcati al porto di Reggio Calabria nella mattinata del 2 febbraio scorso.

Gli immigrati giunsero nel porto della città dello Stretto dopo essere stati soccorsi in mare dalla nave“Ubaldo Diciotti” della Capitaneria di Porto, a circa 30 miglia dalle coste libiche.

All’uomo, Bassirou Diallo, di 34 anni, la Procura della Repubblica ha contestato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché, in violazione delle norme del testo unico immigrazione, avrebbe condotto verso il territorio dello Stato italiano una piccola imbarcazione a bordo della quale viaggiava parte degli immigranti giunti al porto di Reggio Calabria.

In tal modo, il  presunto scafista avrebbe procurando l’ingresso illegale in Italia di cittadini stranieri privi del titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale.

Nello specifico, dalla ricostruzione dei fatti dagli investigatori della Squadra Mobile, è emerso che, dopo aver pagato un’ingente somma di denaro, gli immigrati erano partiti dalla città libica di Sabratha, senza scorte di cibo ed acqua ed in precarie condizioni igienico-sanitarie.

Inoltre, nel corso delle attività è stato sequestrato materiale ritenuto utile per il prosieguo delle indagini.

Il fermo è stato convalidato dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, che ha disposto, nei confronti di Bassirou Diallo, la misura cautelare della custodia in carcere.

Migranti: (i buonisti) semplici come colombe, (i furbi) prudenti come serpenti

Semplici come colombe, prudenti come serpenti. Non è una cinica frase del Machiavelli, ma di Nostro Signore, nei Vangeli. Cosa vuol dire? Che bisogna fare il bene, ma con intelligenza. Facciamo un esempio solo. Una mattina, un papa decide di vendere il patrimonio della Chiesa per sfamare i poveri. Ottima idea, pensate? E invece, pessima: mettere improvvisamente sul mercato tonnellate d’oro e quadri e statue, sortirebbe solo l’effetto di una spaventosa svalutazione; e ogni riccastro si comprerebbe a mille euro la Pietà di Michelangelo per usarla da soprammobile. Ai poveri, qualche centesimo. Esempio immaginario? Ma no: avvenne tra gli ultimi decenni del XVIII secolo e gran parte del XIX con le confische dei patrimoni ecclesiastici, e si formarono i latifondi poi spacciati per nobiliari.

 Veniamo ai “migranti”. Se la mettiamo sull’umanitario generico, tutti abbiamo pietà di tutti. Ma quando la tv orale lamenta “donne e bambini” e quella visiva mostra quasi tutti maschi giovani forti, allora qualcosa non torna, anzi non torna un bel nulla. E fin troppo banale che se io fuggissi da una guerra, mi porterei le donne, magari a cavalcioni come Enea fece con il padre Anchise. Se “scappo dalla guerra” da solo, delle due è l’una: o sono un mascalzone, o non c’è nessunissima guerra: tipo Ghana, Senegal, Bangladesh…

 Veniamo ai “volontari” a 35 euro a “migrante”, di cui 32,50 ai “volontari”. Fatevi due conti.

 Veniamo ai “minori non accompagnati”. Uno immagina dei bambini, al massimo dei dodicenni; e invece mi devo bere che uno di diciassette anni e undici mesi è “minore” e dovrebbe essere “accompagnato” e tenuto per mano. Ogni tanto beccano qualche delinquente che sbologna per minori quelli belli grandi, e piglia soldi.

 Veniamo alle navi spagnole, inglesi, norvegesi. La Norvegia non fa nemmeno parte dell’UE, che ci sta a fare nel Mediterraneo? La Gran Bretagna, senza ricordare la brexit, perché porta i “migranti” a Pozzallo e non a Gibilterra? E la Spagna non ha mare da far attraccare le navi spagnole?

 Veniamo alle requisizioni. Se passa l’idea che il Ministero può requisire un albergo, perché non una scuola, una chiesa? Perché non una seconda casa? Perché non alcune stanze della casa prima e unica?

 Veniamo agli scafisti. Non ho letto che qualcuno di loro sia stato condannato per omicidio: eppure, ne muoiono, nelle mani di queste canaglie.

 Veniamo ai soldi che la Calabria dovrebbe spendere per un “cimitero dei migranti” proposto da un capriccio di Franco Corbelli e promesso (campa cavallo!) da Oliverio. Vi pare possibile una simile follia?

 Ecco che sto ragionando da serpente, cioè con prudenza. La prudenza è una delle quattro Virtù Cardinali, sapete? E invece siamo nelle grinfie o degli ingenui della domenica e buonisti, o dei furboni; o dei furboni buonisti; o dei buonisti furboni.

  • Published in Diorama

Immigrazione: fermati due scafisti ucraini

Al termine di un'articolata attività d'indagine, nella tarda serata di ieri, gli investigatori della Squadra mobile della Questura di Crotone unitamente ai militari della Capitaneria di Porto – Guardia costiera di Crotone e della Guardia di finanza-Sezione operativa navale di Crotone, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto i cittadini Ucraini Fateev Dmitriy classe 93 e Denis Sadkevich classe 85, ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina per aver condotto, sulle coste crotonesi, un'imbarcazione con a bordo 125 cittadini extracomunitari. L’attività di polizia giudiziaria avviata contestualmente alle operazioni di sbarco avvenute ieri notte ha consentito, sin da subito, di apprendere che i membri dell’equipaggio, composto da due cittadini di nazionalità ucraina, si erano dati alla fuga abbandonando l’imbarcazione a bordo di un piccolo tender. Tale circostanza è stata riscontrata da alcune fotografie scattate dai migranti a bordo del natante che ritraevano due persone con caratteristiche fisico somatiche proprie dei cittadini dell’est Europa, non presenti tra i cittadini extracomunitari sbarcati. Una volta assunte tale informazioni è stata avviata la perlustrazione della zona costiera in prossimità del luogo di sbarco. L'attività di ricerca ha avuto esito positivo grazie ai militari della Capitaneria di Porto che, in località Capo Colonna, hanno rintracciato  due cittadini ccraini intenti a risalire la collina ed a poca distanza, lungo la costa, un tender a motore. Una volta fermati, i due sono stati accompagnati in Questura per l' identificazione ed i necessari accertamenti. Da un primo confronto con il materiale fotografico precedentemente acquisito,i fermati  sembravano corrispondere ai soggetti ritratti a bordo nel natante utilizzato per la traversata. La successiva attività di assunzione delle dichiarazioni dei migranti completata dalla consequenziale fase dei riconoscimenti fotografici, ha permesso di acquisire decisivi elementi probatori in ordine al coinvolgimento dei due cittadini ucraini nell’evento migratorio. Fateev e Denis sono stati, infatti, riconosciuti dai migranti  quali componenti dell’equipaggio che ha condotto l’imbarcazione salpata alle prime ore dello scorso 21 ottobre dalle coste della Turchia ed intercettata dalle motovedette della Guardia di finanza nella tarda serata del successivo 24 ottobre a largo di Crotone. I due sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto e condotti presso la casa circondariale di Crotone, a disposizione del Pubblico Ministero Gaetano Bono che coordina le indagini.

  • Published in Cronaca

Operazione "Fedel Moon": un arresto della Guardia di Finanza, confiscata una motonave

I militari della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, a seguito di una complessa e articolata attività d’indagine, hanno tratto in arresto un cittadino siriano in procinto di rientrare in patria, facente parte dell’equipaggio di una motonave utilizzata per la tratta di esseri umani dalle coste nordafricane verso l’Europa, procedendo contestualmente anche alla confisca del natante. Le accurate indagini delle Fiamme Gialle reggine hanno portato dapprima al fermo di otto membri dell’equipaggio ed al contestuale sequestro della motonave e, successivamente, hanno permesso di far emergere la posizione all’interno dell’organizzazione anche dell’ulteriore membro dell’ equipaggio, soggetto passivo del decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal pubblico ministero ed eseguito dagli stessi finanzieri, che espletate le incombenze di rito, hanno tradotto il cittadino extracomunitario presso la casa circondariale, mettendolo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Abbordata nel gennaio del 2013 nelle acque territoriali a largo di Capo Spartivento dagli equipaggi della Guardia di Finanza per un controllo, la Fedel Moon, celava al proprio interno, stipati in un gavone di prua, 28 clandestini che avevano viaggiato in maniera inumana, fin quando non sono stati scoperti e soccorsi dai militari. Lo stesso natante, una volta divenuta definitiva la relativa sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, è stato ora oggetto di confisca . La brillante operazione condotta dalle Fiamme Gialle, che ha permesso di sgominare l’intera organizzazione ed arrestare i responsabili della tratta di essere umani, nonché di giungere alla confisca della preziosa imbarcazione, si inserisce in un contesto drammaticamente attuale, dove migliaia di migranti, fuggono dalla loro terra d’origine dilaniata dalla fame e dagli orrori causati dalla guerra, ammassati a bordo di carrette del mare, in cerca di miglior fortuna al di là del Mediterraneo, nell’occasione sfruttati da chi senza scrupolo alcuno cerca di trarne profitto.

Subscribe to this RSS feed