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Reati contro l’ambiente e gli animali, convenzione fra Comune di Serra e Guardie zoofile

Il Comune di Serra San Bruno (rappresentato dal responsabile dell’Area Vigilanza Nazzareno Mannella) ed il Coordinamento provinciale Guardie zoofile di Fare Ambiente Vibo Valentia (rappresentato da Giovambattista Pileggi) hanno stipulato una convenzione per “l’espletamento del servizio di polizia ecozoofila per il controllo del territorio, la prevenzione e la repressione dei reati di natura ecologico-ambientale zoofila”. La convenzione durerà fino al 31 dicembre 2016 e sarà rinnovabile. Il servizio di vigilanza avrà come obiettivo “il controllo preventivo e repressivo sulle violazioni in materia di ambiente e animali nonchè la collaborazione dinamica con il Corpo di Polizia municipale e le Autorità di P.S. per accertamenti e provvedimenti da adottare a tutela del cittadino, dell’ambiente e degli animali in genere”. A tale scopo Fare Ambiente-Corpo Guardie zoofile “mette a disposizione dell’Amministrazione comunale uomini e mezzi”. In particolare, le Guardie zoofile effettueranno: l’organizzazione dei servizi di controllo del territorio ed il pattugliamento statico e dinamico; i controlli sull’anagrafe canina; l’esecuzione delle procedure relative le segnalazioni di carcasse di animali sul territorio; i controlli sugli allevamenti degli animali e nei trasporti sulle strade comunali sia d’affezione che per scopi commerciali; i controlli nella raccolta dei rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali e materiale ingombrante; controlli sull’abusivismo edilizio; azioni di informazione della cittadinanza sui comportamenti da adottare sul conferimento dei rifiuti; controlli delle attività di interesse del Comune disciplinate con apposite ordinanze sindacali; vigilanza e controlli sull’osservanza delle leggi che regolano l’attività venatoria per la prevenzione e la repressione del bracconaggio; attività di Protezione civile e ambientale nel territorio intercomunale; lotta agli incendi boschivi e soccorso dinamico in occasione di calamità naturali; attività di ausilio al Corpo di Polizia municipale ed agli organi di Pubblica sicurezza impegnati a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica in occasione di eventi e manifestazioni.

Ricerca di armi e droga, scattano controlli e perquisizioni nelle Serre

Sono cresciute in maniera esponenziale nelle ultime settimine le attività del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno, guidato dal dirigente Valerio La Pietra, finalizzate al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti ed alla ricerca di armi detenute illecitamente. Nello specifico, nella cittadina della Certosa gli agenti hanno provveduto ad effettuare due denunce: la prima per detenzione ai fini di spaccio di marijuana e la seconda a carico di un soggetto che disponeva di una moto con telaio contraffatto. I controlli e le perquisizioni stanno proseguendo con rilevante intensità con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Centrale. In queste attività sono impiegate anche le unità cinofile e antiesplosivi. Negli giorni scorsi, i controlli hanno riguardato in maniera particolare i centri di Simbario e Vallelonga.

Viabilità, Di Bella scuote il Vibonese: “Sindaci e cittadini protestino davanti a Renzi”

“È chiaro che rimanendo qui, nel Vibonese, non otterremo grandi risultati. Dobbiamo andare a Roma, dal premier Renzi, a protestare con veemenza. E lo dobbiamo fare tutti insieme: se ogni sindaco della provincia, il parlamentare e ogni consigliere regionale del territorio porta con sè almeno cento cittadini, allora non potranno più ignorarci”. Il vicesindaco di Dinami Nino Di Bella rafforza il concetto espresso ieri nella riunione svoltasi presso la sede della Provincia ed invita ad una mobilitazione generale in grado di “scuotere le coscienze dei nostri governanti”. L’obiettivo è quello di “risollevare le sorti di un’area abbandonata, colpita tanto dai tagli quanto dal disinteresse”. “La situazione – spiega Di Bella - è drammatica: lo stato della viabilità ormai non consente nemmeno spostamenti in sicurezza, il nuovo decreto di riordino della rete ospedaliera ci penalizza ulteriormente affievolendo il nostro diritto alla salute, i dipendenti della Provincia sono afflitti da immani difficoltà. I politici romani – sostiene – non possono ricordarsi del Vibonese solo nei periodi elettorali. Vengano nei paesi viaggiando sulle nostre strade, si rendano conto della gravità dei problemi. Capiscano che così non si può andare avanti”. “Se davvero hanno un minimo di interesse per questa terra – conclude Di Bella – lo dimostrino. Oppure spariscano ed evitino nuove vergognose prese in giro”.

Calabria: la Sanità malata e le finzioni della politica

Questione di sostanza, ma anche di stile e di coerenza. Il refrain di “difendere il diritto alla tutela della salute dei calabresi” si spoglia dell’ultimo velo di significato e mostra la nudità di dichiarazioni sempre meno credibili di un mondo politico che, nonostante la rapidità di trasferimento delle informazioni, si ostina a dedicarsi alle apparenze badando poco all’efficacia delle azioni. Al cospetto di inequivocabili dati di fatto le parole perdono di significato e fra i cittadini cresce la diffidenza nei confronti di chi, evidentemente, non riconosce la siderale distanza che lo separa dalla quotidianità della gente comune. Il cerchietto rosso sul calendario è posto sul 3 marzo quando il commissario ad acta per il Piano di rientro Massimo Scura emana il decreto n. 30/2016 che, modificando il decreto n. 9/2015, provvede a ridefinire il riordino della rete ospedaliera calabrese. Subito si leva l’indignazione dei partiti – senza distinzione fra destra e sinistra – che ritengono che i calabresi, per effetto del mancato coinvolgimento dei loro rappresentanti, siano privati di ogni possibilità di incidere sulle decisioni che riguardano il loro futuro, oltre che fortemente penalizzati dallo smantellamento dei servizi sanitari. La furente loquacità si placa con la convocazione di un apposito Consiglio regionale, forse considerato da qualcuno come uno strumento per lavarsi la coscienza. Ma la contraddizione è evidente: la data stabilita è il 24 marzo, ben 21 giorni dopo la pubblicazione del contestato decreto. La sensazione trasmessa ai calabresi è quella di un annacquamento della discussione. Se una questione è considerata urgente, ha poco senso infatti affrontarla dopo 3 settimane. E nelle ultime ore è maturata un’ulteriore beffa: la riunione dell’Assemblea è stata spostata dal 24 al 31 marzo. Forse perchè il 24 coincide con il Giovedì Santo o forse perchè c’è dell’altro. Insomma, l’argomento Sanità può attendere. Come se non ci fossero disagi insopportabili, costi elevati, corsie intasate. Ragionamenti ormai vecchi e ripetuti: peccato che a pagare il prezzo più alto sia, ancora una volta, chi i soldi per permettersi una prestazione sanitaria di qualità non ce li ha proprio.

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