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LOTTA CONTRO IL CANCRO / Tina De Raffele accende “Una lanterna per non dimenticare”

Una battaglia è fatta anche di simboli, di ricordi, di manifestazioni in cui si resta insieme e si condivide il dolore. Tina De Raffele e il gruppo “Crotone ci mette la faccia” vanno avanti nel loro percorso coinvolgendo la comunità e facendo comprendere quali siano i rischi da cui nessuno è immune. Nella lotta contro il tumore c’è qualcuno che riesce a vincere, ma la stragrande maggioranza non ce la fa. Ecco allora che svegliare le coscienze e tenere alta l’attenzione può servire ad essere più decisi ed incisivi, perché sconfiggere quel male oscuro è un qualcosa che ci riguarda da vicino. Anche quest’anno si svolgerà l’iniziativa “Una lanterna per non dimenticare”: l’evento è previsto per il 2 novembre, alle 18.30, presso il cimitero di Crotone, dove avrà luogo “il lancio delle lanterne In memoria dei tanti che hanno perso la vita per il cancro”. Partecipanti di ogni provincia calabrese accenderanno le lanterne alle 19, per poi liberarle in cielo. Un gesto che punta a far sì che nessuno sia mai più lasciato solo nel suo più importante appuntamento con la vita.

 

È il serrese Gregorio Tassone il campione d’Italia di Tiro dinamico

Freddezza, lucidità, precisione. È grazie a queste doti che Gregorio Tassone è riuscito ad imporsi nella tre giorni svoltasi a Città delle Marmore, in provincia di Terni, conquistando il titolo nazionale di Tiro dinamico. Dei circa 400 partecipanti al “National” il 33enne serrese è risultato il migliore. La gara, caratterizzata da 18 esercizi per complessivi 350 colpi, non ha in pratica avuto storia: Tassone è riuscito a dominare la pressione e a concentrarsi sull’obiettivo. La sua fidata “Tanfoglio” non lo ha tradito aiutandolo a superare la concorrenza di sfidanti provenienti dall’intera penisola. Un buon messaggio per la Calabria che, grazie ai suoi talenti, può ricostruire un’immagine in cui la preparazione e l’assiduo impegno sono gli elementi principali.

 

Il ministro Orlando in Calabria: “Per battere la mafia servono organici completi”

"La mafia si combatte anche facendo funzionare bene il processo civile" anche perchè “davanti alla forte presenza criminale, quando attendi dieci anni per avere giustizia, rischi che altri soggetti si incarichino di dirimere quella controversia e di lucrare una posizione. Quando cade la credibilità delle istituzioni e si allungano questi tempi, si lascia spazio a soggetti che si rafforzano anche dal punto di vista criminale”. Dichiarazioni forti quelle del ministro della Giustizia Andrea Orlando che, durante l’incontro presso il Tribunale di Lamezia Terme, ha indicato la sua strada per sconfiggere il malaffare. “Molte disfunzioni del civile – ha spiegato il rappresentante dell’esecutivo - creano l'humus che poi va a finire nel penale. Fare funzionare bene il civile permette di liberare risorse per il penale, per questo contrapporre i due termini è sbagliato”. Orlando ha inoltre precisato di puntare su alcuni argomenti specifici per migliorare il funzionamento della giustizia: “attenzione all'organico, bando tirocinanti, costituzione ufficio del processo che affianchi il giudice, collaborazione con l'avvocatura per affrontare le controversie civili fuori dal processo, informatizzazione”. Il tutto senza nascondere le difficoltà: “C’è un problema serio di incentivo a permanere qui – ha affermato  - e di utilizzo dei giudici al primo incarico, per questo serve un provvedimento normativo”. Il ministro ha infine promesso una nuova visita in Calabria specificando che “si è fatto un buon lavoro e costruito un percorso di collaborazione. Ora impegni e progetti devonodiventare risultati e ci sono tutte le condizioni perchè questo avvenga. Faremo una ricognizione ulteriore rispetto ai problemi che abbiamo trovato e anche alle soluzioni individuate”.

 

 

La Trasversale delle attese: e ora il tratto Serra-Soverato è tornato uno slalom

Prima i lavori a Cardinale, poi quelli in località Sorbia di Chiaravalle. Gli indispensabili interventi atti a rendere fruibile la viabilità catanzarese si traducono, in questa stagione autunnale, in evidenti disagi per chi dall’area delle Serre deve raggiungere – per motivi di lavoro, di studio o di salute - la città capoluogo di regione. Restringendo il campo, per percorrere il tratto compreso fra Serra San Bruno e Soverato si è costretti ad uno slalom d’altri tempi. In sostanza, bisogna arrivare fino al bivio di Montecucco, “tagliare” il territorio di Torre Ruggiero e transitare dentro Chiaravalle (oppure viaggiare lungo la strada posta alle spalle dell’ex nosocomio “San Biagio” e rientrare). In pratica, oggi, la Trasversale delle Serre non è utilizzabile. È un po' come essere tornati indietro di qualche anno, quando il “minutaggio” era maggiore e la sicurezza minore. Si tratta chiaramente di una situazione temporanea dettata da circostanze precise e da esigenze di miglioramento. Il risultato, però, è nel frattempo quello di complicare la vita degli automobilisti che, anziché con lunghi rettilinei, si trovano a fare i conti con tornanti e carreggiate ristrette. Lo sviluppo, dunque, deve ancora attendere.

 

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