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Canone Rai in bolletta: la giustizia dell’equità, l’accanimento della tassazione

Partiamo da un concetto: l’evasione va punita per una questione di giustizia. Non ci può essere chi paga e chi fa il furbo, magari deridendo chi agisce secondo legge. Quindi, in linea di principio, la decisione del Governo di inserire il canone Rai nella bolletta può essere considerata corretta, in quanto potrebbe consentire di far pagare tutti e meno. Il problema nasce da uno spirito insistente  che qualcuno potrebbe interpretare come accanimento. Ma veniamo ai dettagli. Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi emetterà un decreto che dovrebbe stabilire il pagamento a rate (ogni bimestre) di uno dei più odiati pagamenti cui sono tenuti gli italiani. L’importo complessivo sarà di 100 euro, chi non lo eseguirà si vedrà comminata una sanzione del quintuplo dell’importo, oltre al distacco dell’energia elettrica. Detto con parole più brutali: se non paghi, ti staccano la luce. E non basterà dire di non possedere una TV, perché anche uno smartphone o un tablet sono considerati strumenti idonei a ricevere il segnale. Dunque, potenziali mezzi per vedere la Rai. Ergo, colpiti dal canone. In pratica, è quasi impossibile scappare. Come è normale che sia. Non si può e non si deve evadere, però i cittadini non devono essere intesi, per partito preso, come limoni da spremere ad ogni costo. Riprova “dell’attenzione” dello Stato è la previsione, contenuta nella bozza della legge di stabilità, secondo cui “sarà multato anche il gestore del servizio di fornitura di energia elettrica se non informerà con cadenza bimestrale l’Agenzia delle Entrate delle morosità e dei mancati pagamenti del canone Rai. La multa sarà di 300 euro per ciascun moroso”. In pratica, non ci possono essere quelli che, utilizzando un vecchio termine, potremmo definire con una forzatura dei “collaborazionisti”. Perché di multe  ce ne stanno per tutti. Insomma, chi sbaglia paga. Nel vero senso della parola.

 

Solidarietà sociale e carità cristiana: la missione dell’Aval

Animati da vero spirito di servizio, a disposizione del prossimo, soprattutto di chi si trova in uno stato di necessità. I 28 componenti dell’Associazione Volontari Ammalati Lourdes ispirano la propria azione ai principi di solidarietà sociale e carità cristiana, eseguendo i compiti con un impegno spontaneo e un sincero sorriso dal quale traspare umiltà. Oltre all’organizzazione dei pellegrinaggi presso la grotta d Massabielle, l’Aval svolge attività di assistenza domiciliare ad anziani e disabili occupandosi anche del loro accompagnamento nelle strutture sanitarie. L’arco delle iniziative messe in campo è straordinariamente vasto (disbrigo pratiche inerenti le prestazioni sanitarie o amministrative, servizio medico, otorino, del recupero scolastico, di consulenza legale, banco alimentare e medicinali permanente, banco scuola, servizio ambulanza h24). A spiegare i dettagli di quello che è stato definito “un lavoro gratuito e difficile”, durante la conferenza stampa di presentazione del sito (www.avalserra.org) è stato il presidente Francesco Gallè che ha relazionato con l’orgoglio di chi sente dentro il fuoco di una generosa passione. Quanto al portale – aperto ad integrazioni ma ricco di informazioni e materiale fotografico – Gallè ne ha messo in evidenza la fruibilità rimarcando che la sua nascita è dovuta, oltre che all’esecuzione degli adempimenti obbligatori per gli enti accreditati al servizio civile, all’esigenza di comunicare i servizi offerti e le iniziative intraprese. Altro obiettivo è quello di coinvolgere un numero crescente di persone desiderose di aiutare chi ha bisogno di una mano per non restare indietro. A margine del dibattito, è stata ribadita la rilevanza della raccolta tappi in plastica realizzata per ottenere un defibrillatore.

Parco delle Serre, i sindaci del comprensorio scrivono a Irto: “Nomina il presidente”

Intervento deciso, anche se  animato da “spirito costruttivo”, da parte degli amministratori delle zone interne del Vibonese che, decorsi i sei mesi dalla designazione di Tonino Errigo a commissario del Parco delle Serre, chiedono ufficialmente al presidente del consiglio regionale Nicola Irto la nomina del presidente dell’Ente di tutela ambientale. A scrivere al principale inquilino di palazzo Campanella sono i sindaci di Serra San Bruno (Bruno Rosi), Spadola (Giuseppe Barbara), Brognaturo (Giuseppe Iennarella), Fabrizia (Antonio Minniti), Mongiana (Bruno Iorfida) e Pizzoni (Tiziana De Nardo) e il rappresentante di Sorianello (Bruno Ciconte). Premesso che l’Ente di via Santa Rosellina “rappresenta una straordinaria opportunità per un ampio territorio che abbraccia tre province e che, dopo decenni di attesa, vede porre le premesse per l’avvio dello sviluppo sostenibile”, i sette amministratori operano un excursus teso raccontare il cammino di ieri e a disegnare quello di domani. “Le vicissitudini che ne hanno contraddistinto la storia sin dall’approvazione della legge regionale n. 10/2003 recante ‘Norme in materia di aree protette’ (che ha adeguato la legge regionale n. 48/1990) – spiegano - hanno rallentato il processo benefico per le comunità locali che hanno inizialmente percepito l’Ente di tutela ambientale come una fonte di vincoli. Le azioni a sostegno della crescita economica e sociale concretizzate negli ultimi anni sono riuscite ad invertire la tendenza facendo considerare alla popolazione la presenza del Parco come un’effettiva chance per far emergere le molteplici potenzialità dei territori  interessati. I vantaggi in termini di realizzazione di progetti di sviluppo nelle aree protette – puntualizzano ancora - sono divenuti evidenti così come il miglioramento della qualità della vita”. C’è, però, un nodo da risolvere. “È rimasto – sostengono i rappresentanti territoriali - un segnale che può generare dubbi e confusione: il susseguirsi di commissari alla guida dell’Ente, al di là della bontà dell’azione amministrativa, costituisce un elemento di incertezza che lascia presumere negatività nascoste che, in realtà, non esistono. L’ormai imminente scadenza del mandato commissariale (la nomina di Errigo risale allo scorso 31 marzo, ndr) consegna, dunque, la possibilità di interrompere questo messaggio e sostituirlo con quello della ‘normalizzazione’ delle attività per il tramite della designazione del presidente e degli organismi previsti dalla legge. Sarebbe – è la conclusione - la migliore testimonianza di cambiamento per una Calabria che conserva la speranza di valorizzare il suo patrimonio naturale e di colmare il gap che la divide dalle realtà più avanzate”.

 

Serra, l’acqua torna potabile: revocata (parzialmente) l’ordinanza di divieto dell’uso

Le analisi sui campioni di acqua prelevati dal serbatoio “Guido” e dalle fontane pubbliche di piazza San Giovanni, piazza Monsignor Barillari e località “Scorciatina” hanno rivelato la conformità rispetto ai parametri del decreto legislativo n. 31/2001 e, pertanto, il sindaco Bruno Rosi ha provveduto ad emettere l’ordinanza n. 10 che revoca parzialmente la n. 8 con la quale lo scorso 3 settembre era stato vietato l’uso del prezioso liquido per fini alimentari. In sostanza, torna potabile l’acqua proveniente dal serbatoio comunale “Guido” e dal serbatoio Sorical “Timpone Tondo”, mentre rimane ancora non utilizzabile l’acqua proveniente dal serbatoio “Castagnari” che rifornisce alcuni quartieri di Spinetto. 

 

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