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Questione rom a Cosenza, Sciullo (FI): "Finalmente risolto un problema atavico"

"L'amministrazione Occhiuto risolve finalmente un problema atavico, su cui si è negli anni lucrato, speculato e sempre rinviato proprio da chi ha in tutto questo tempo cercato di remare contro ad una soluzione che si è adesso concretizzata". "Lo scrive in una nota Alessandro Sciullo dei giovani di Forza Italia. "Lo smantellamento del campo Rom prima - continua il giovane consigliere comunale di Torano Castello con delega alle politiche sociali - e l'abbandono dalle tende di accoglienza ora sono avvenuti nel massimo rispetto dei diritti dei cittadini di etnia rom e il campo d'accoglienza, come annunciato al momento della costruzione, rimarrà a disposizione per le situazioni di emergenza. Si passa finalmente dopo anni da una situazione di degrado ed inquinamento ad una situazione di sicurezza sociale ed ambientale. Non posso, pertanto, che congratularmi con il Sindaco Occhiuto che con la sua azione amministrativa sta risolvendo dei problemi scomodi fin troppe volte spazzati in passato sotto il tappeto". 

 

"La Spallata", il commento sprezzante di Castorina (PD) tra insulti e rivendicazioni fantasiose

"Più che una spallata è sembrato un memorial di rottami della destra reggina che ha finito per accontentare solo i nostalgici e gli appassionati dell'archeologia politica. A quasi un anno dall'inizio del nostro mandato questo festival dell'ipocrisia è stato il nostro miglior sondaggio''. E' quanto dichiara il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale Antonino Castorina il giorno dopo la manifestazione organizzata dalla destra cittadina. Un mix d insulti assortiti che il giovane esponente democrat utilizza per commentare "La Spallata", il raduno dei simpatizzanti del centrodestra svoltosi sabato pomeriggio a Piazza Italia, davanti al Palazzo Comunale di Reggio Calabria. ''Se le spallate sono queste - è il giudizio sprezzante di Castorina - consiglio ai nostalgici del braccio teso, che pensano di essere ancora in trincea, di organizzarne più spesso. Neanche l'aiuto postumo dei soliti amici ha potuto salvare la faccia a questa sconclusionata carica dei 101. Le loro sono facce che i reggini hanno imparato a conoscere bene negli ultimi dieci anni e che hanno determinato lo sfacelo che la città ancora oggi sta pagando. Una chiamata alle armi, senza generali, che si è rivelata un flop nonostante tutti i big decaduti siano corsi ai ripari mettendo mano agli impolverati elenchi telefonici pur di rimpolpare le loro sgangherate truppe''. ''Facendosi vedere in giro - insiste con inusitata sicurezza il capogruppo PD a Palazzo San Giorgio- non fanno che rafforzare la bontà della nostra azione amministrativa". Castorina, interrompendo per un attimo la sfilza di offese, si lancia in una avventurosa rivendicazione dei risultati "miracolosamente" ottenuti dall'Amministrazione Falcomatà nel corso del primo anno di consiliatura. "In appena dieci mesi - argomenta - siamo già riusciti a riparare i danni che hanno causato". "Forse dimenticano - riprendendo il filo della rabbiosa reazione - lor signori lo scenario post bellico nel quale hanno ridotto Reggio, ad un passo dal default finanziario e con l'onta del commissariamento. Quella stessa piazza che ieri ha ospitato il festival della demagogia, appena un anno fa era teatro di proteste per migliaia di persone, che proprio a causa delle scelleratezze della destra, hanno rischiato seriamente di perdere il lavoro. Reggio questo lo ricorda bene, tanto da aver relegato questi signori negli scantinati più bui del museo della politica''. Con uno stop and go degno di miglior fortuna, Castorina trova lo spazio per dipingere i contorni di un quadro ispirato al surrealismo: ''Oggi che la città è libera dalle macerie, finalmente ha iniziato a respirare l'economia è uscita dal baratro, il centro come le periferie sono stati disseppelliti dai rifiuti e tornano alla normalità attraverso servizi moderni, efficienti e soprattutto economicamente sostenibili. Abbiamo inaugurato un modus amministrativo che è diventato un vanto in tutta Italia. E ce ne accorgiamo soprattutto nel rapporto instaurato con le massime istituzioni governative, con le quali finalmente la città dialoga alla pari, senza il rapporto di vassallaggio al quale i reggini erano abituati ai tempi della destra''. ''Ciò che ci preoccupa piuttosto - termina da dove aveva iniziato il rappresentante del Partito Democratico - è che il festival dei reduci ci mette di fronte ad un'opposizione fortemente divisa, fragile e disarticolata. Mentre la città lavora per la ripresa, questi signori si limitano ad inveire in piazza senza portare uno straccio di proposta. Ma d'altronde non possiamo fargliene una colpa, se in dieci anni sono riusciti a distruggere Reggio, figuriamoci se possono progettare qualcosa adesso che la nostra comunità li ha spazzati via dalla scena politica''.

"La Spallata", il giorno dopo: cosa ha detto la manifestazione del centrodestra

Erano pochi, molti di meno di quanto si sperasse o si temesse, a seconda dei punti di vista. No, erano tanti, molti di più di quanto si sperasse o si temesse, a seconda dei punti di vista. La querelle sul numero di persone presenti davanti a Palazzo San Giorgio da associazioni, movimenti e partiti di centrodestra fieramente oppositori dell'Amministrazione Falcomatà è materia che può appassionare soltanto la folta schiera di coloro che hanno scarsa dimestichezza e familiarità con le dinamiche della Politica e non sapendo armeggiarne gli arnesi essenziali si sfoga discettando di alchimie matematiche. Quello che resta della manifestazione ideata ab origine da Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese, è, invece, una messe di contenuti, alcuni di segno positivo, altri meno, da cui partire per dipanare un ragionamento di prospettiva che sappia andare oltre la quantità di partecipanti. Detto per inciso, e proprio per non lasciarsi affogare dalla volgare diatriba aritmetica, indipendentemente da quanti fossero i reggini accorsi in piazza, ci si trova comunque di fronte ad un successo in un periodo storico in cui un qualsiasi esponente politico "ufficiale" a queste latitudini faticherebbe anche solo a riunire quattro amici al bar per un aperitivo chic. Come già anticipato in occasione della conferenza stampa di presentazione dell'evento, nessuno fra i soggetti politici aderenti riteneva di poter e di dover assumere un ruolo diverso rispetto a quello della sirena che, cominciando ad echeggiare per le strade, avverte del pericolo e dell'emergenza. Immaginare altro sarebbe stato ingenuo e potenzialmente foriero di un effetto boomerang ingeneroso nei confronti dell'impegno profuso dagli stessi promotori dell'iniziativa. Partendo da questo assunto, forse, sarebbe stato più opportuno scegliere un titolo meno evocativo, ma ugualmente efficace, de "La Spallata" perché è al suo più stretto significato che gli avversari si sarebbero appigliati, come è puntualmente accaduto nelle ore successive e come era prevedibile che fosse. La galassia del centrodestra, e non solo a Reggio Calabria, sta vivendo, peraltro con molte evidenti difficoltà, una fase di transizione e di metamorfosi in cui il rischio maggiore è costituito dalla permanenza in mezzo al guado. Scegliere fra populismo e liberalismo, fra lotta e governo, è un'urgenza che si appalesa in modo chiaro nella città dello Stretto come a Roma, a Milano come in Sicilia. La momentanea uscita di scena di Giuseppe Scopelliti ha lasciato in loco uno stuolo di orfani, esattamente come l'abbandono sostanziale di qualsiasi ruolo attivo da parte di Silvio Berlusconi ha sancito un'implosione le cui schegge impazzite stanno ancora vagando senza avere trovato una collocazione precisa. La cartina di tornasole, sia pure in un ambito limitato come quello di un incontro pubblico locale, è data dalla assenza di quasi tutti i consiglieri comunali che sono stati eletti per sedere sui banchi di centrodestra. Ad eccezione di Lucio Dattola e Massimo Ripepi, nessuno ha sentito la necessità ed il dovere di intervenire. Un gesto che, sul piano squisitamente politico, non può essere minimizzato tanto abnorme è il suo significato simbolico gravido di effetti a partire da oggi. Un atto grave, da qualunque angolazione lo si voglia osservare, perché se quella di ieri doveva essere la scintilla in grado di accendere il fuoco di un percorso comune, la mancata presenza della gran parte dei rappresentanti istituzionali dell'opposizione ne mette in dubbio anche il ruolo stesso. Una sorta di autodelegittimazione incomprensibile che, probabilmente, ha reciso, in maniera definitiva, il legame tra la base e quella che avrebbe dovuto essere la sua longa manus fra gli scranni di Palazzo San Giorgio. Se e quando l'azione di contrasto ad una maggioranza, di qualsiasi colore, si canalizza all'esterno dei luoghi deputati, il pericolo di radicalismo velleitario è sempre dietro l'angolo ed è questa la colpa maggiore in capo agli eletti di centrodestra che sabato pomeriggio hanno scelto di disertare. A maggior ragione che non è chi non veda un grado di insoddisfazione galoppante nei confronti dell'Amministrazione Falcomatà. Sostenere il contrario è, molto semplicemente una menzogna che non rende il giusto  merito alle (poche) persone fisiche capaci e ricche di passione politica che pure appartengono allo schieramento della maggioranza di centrosinistra. Gli errori commessi nel primo anno di consiliatura sono tanti e sarebbe qui inutile tornare ad elencarli tutti, ma se sono stati così marchiani nella loro somma ingenuità o presunzione è anche in virtù di un'accondiscendenza eccessiva da parte di chi, per preparazione ed intelligenza, si può, a buon motivo, sedere parecchi gradini sopra la media di una squadra assai deficitaria. In un contesto generale così sconclusionato ha, quindi, gioco facile, ad imporsi una figura come quella di Massimo Ripepi che, prescindendo dalle posizioni, ha la forza, personale e strutturale, di esprimere con nettezza posizioni buone per infiammare la piazza. E' stato così anche sabato pomeriggio nella circostanza designata per rappresentare, coram populo, il dissenso rispetto agli strafalcioni contestati agli attuali amministratori. Terminato il raduno, rimane, in ogni caso, la coscienza, in seno ai fautori della dimostrazione pubblica, di aver centrato l'obiettivo della vigilia. E' un  punto di partenza. Se basterà sarà solo il futuro prossimo a dirlo. In fondo, se la frase che in poche parole racchiude il senso pieno dell'adunata in Piazza Italia è quella urlata da Vacalebre: "Reggio muore di fame e loro se ne fottono", lo spazio sociale da riempire di contenuti e risposte ha confini di ampiezza siderale. Le forze politiche, esistenti o di là da venire, che lo sapranno colmare, conquisteranno il Santo Graal della fiducia consapevole nascosta fra le pieghe di un'opinione pubblica sempre più rabbiosa, sempre più  disincantata. 

Reggio si riappropria della piazza, sabato "La Spallata" : presentato l'evento di Piazza Italia

Moderato da Franco Germanò, l'incontro con i giornalisti convocato per stamane dagli organizzatori de "La Spallata" è servito ad illustrare ed anticipare i temi che saranno il piatto forte dell'iniziativa, voluta da associazioni, movimenti e partiti di centrodetra, in programma sabato pomeriggio alle 18, a Piazza Italia. "La scintilla", come l'ha definita il consigliere comunale di Forza Italia, Massimo Ripepi, con cui accendere il fuoco di una città che non si sente sostenuta, hanno detto gli ideatori della manifestazione, da un'Amministrazione Comunale debole, prima di tutto, politicamente. Il quadro drammatico è stato disegnato in apertura da Germanò, dirigente di Reggio Futura, che si è concentrato sulle ingenti risorse economiche andate perse per l'inadeguatezza della squadra di governo cittadino, sul livello massimo raggiunto dalla pressione tributaria comunale e sulla evidente mancanza di servizi a beneficio dei cittadini. Il silenzio assordante di Palazzo San Giorgio di fronte alle saracinesche abbassate di esercizi commerciali storici che in questi giorni stanno chiudendo i battenti è la cartina di tornasole di un ripiegamento verso un passato che si immaginava ormai lontano. Il puzzle di criticità, esplose per assenza di una guida salda, si è rivelato un assist perfetto per gli interventi successivi, a partire da quello di Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese, spesosi in prima persona nell'organizzazione di un appuntamento che, deliberatamente, punta a riappropriarsi della piazza, uscendo dagli angusti perimetri dei luoghi chiusi in cui la politica diventa asfissiante ed incapace di respirare a pieni polmoni l'aria pura dell'interesse collettivo. A fare gli onori di casa nella sala Biblioteca del Palazzo che ospita la Provincia di Reggio Calabria è stato Antonio Eroi, presidente del Consiglio provinciale, presente, tuttavia, in veste di rappresentante di Forza Italia. L'esponente "azzurro" ha posto l'accento sull'ormai imminente istituzione della Città Metropolitana, rimarcando l'impreparazione con cui la maggioranza guidata da Giuseppe Falcomatà si sta avvicinando a questo appuntamento cruciale per il futuro. Pure da parte sua, come da coloro che lo hanno preceduto, è arrivato l'invito a considerare "La Spallata" come il prodromo di una fase tutta tesa all'individuazione costruttiva di proposte capaci di tirare fuori dal pantano la città. Difficoltà che attanagliano Reggio, perché, ha detto Ripepi con una metafora calcistica, "affrontiamo  la Champions League con una squadra di livello molto più basso di quelle di Lega Pro". Tommaso Iaria, presidente di P.A.C.E., ha, invece, rimarcato le caratteristiche positive che rendono unica, nel panorama nazionale, l'ormai prossima Città Metropolitana: dal Parco dell'Aspromonte al porto di Gioia Tauro. A fronte di questi elementi propri del territorio compreso nel nuovo ente di governo, Iaria ha posto in risalto gli atti di "brigantaggio amministrativo" che contraddistinguono, a suo dire, l'azione quotidiana dell'Amministrazione Falcomatà. Anche Giuseppe Guarnaccia, in rappresentanza di Destra Popolare, e Giuseppe Quattrone (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) hanno elencato le ragioni che spingono alla partecipazione a "La Spallata", dando appuntamento per sabato pomeriggio. L'esponente di FdI, peraltro, ha colto l'occasione per fare appello all'unità del centrodestra, pur nella ricchezza delle sigle che lo compongono e quella di domani, non c'è dubbio, è un'opportunità straordinaria per l'avvio del percorso auspicato da Quattrone. Sarà quello il momento propizio per scendere nel dettaglio dei dieci mesi di "disastri ed imbrogli", come si legge nella locandina, messi in atto da una "sinistra che ha distrutto la  città". In conclusione un episodio, a suo modo sintomatico: Vacalebre rientra agitando soddisfatto un pezzo di carta. Altro non è che il permesso rilasciato dal Comune per la realizzazione del palco in Piazza Italia, ma per ottenerlo è stato necessario che trascorressero almeno dieci giorni. Anche un semplice foglio, nel 2015 a Reggio Calabria assume il profilo di una vera e propria conquista. 

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