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Ricercato in tutta Europa per omicidio: è stato scovato in Calabria

Un uomo di 22 anni ricercato per omicidio e destinatario di un mandato di arresto europeo disposto dal Tribunale di Besancon, in Francia, è stato catturato ieri sera dai Carabinieri a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza. I militari dell'Arma della locale Stazione, contattati dal personale della "Direzione centrale della polizia criminale – servizio per la cooperazione internazionale di polizia", si sono subito attivati per localizzare il giovane Ben Messai Rachid, di origini algerine e trasferitosi a Clemenceaux. Gli uomini in divisa lo hanno scovato in casa di un familiare. In attesa di essere estradato, dopo l'arresto è stato rinchiuso nel carcere di Cosenza. 

"Cavallo di ritorno": due persone finiscono in manette

Due persone accusate di estorsione aggravata e rapina sono state arrestate dai Carabinieri. Si tratta di un 51enne, condotto in carcere, e di un 32enne, ristretto ai domiciliari. Sia l'uno che l'altro sono catanzaresi. Sulla base di quanto sostenuto dagli inquirenti, G.V. e F.M. avrebbero richiesto la somma di 400 euro alle due persone proprietarie di un furgone Fiat Ducato oggetto di un furto commesso nel capoluogo e per il quale non avevano presentato regolare denuncia. Ad incastrarli sono state le immagini registrate da un impianto di videosorveglianza allestito presso un distributore di carburante teatro dell'incontro fissato per il pagamento della cifra richiesta per la restituzione del veicolo. I Carabinieri avevano ritrovato l'automezzo in località Feudo, a Lamezia Terme e qualche istante più tardi si erano accorti dell'arrivo dei legittimi titolari, che risiedono in piccola località del Catanarese. Le indagini hanno così permesso di appurare che i due soggetti arrestati avevano messo in atto uno dei tanti casi del tristemente noto "cavallo di ritorno". 

   

Uomo travolto e ucciso da un furgone: arrestato l'autista che era ricercato

E' accusato di omicidio colposo ed omissione di soccorso il conducente del furgone che stamattina ha travolto, uccidendolo, un pedone intento ad attraversare la strada, il pensionato 86enne Antonio Toscano. Il dramma si è consumato a Rossano Calabro, nel Cosentino. P.M., 42 anni, alla guida del veicolo che stava compiendo retromarcia, era scappato, ma, una volta individuato mentre procedeva lungo la Strada Statale 106, è finito in manette ed ora si trova ai domiciliari. Presta servizio per un'azienda di Belcastro, in provincia di Catanzaro. I test effettuati hanno permesso di appurare che non aveva consumato né alcol, né droghe. Avrebbe affermato ai Carabinieri di non aver visto  la vittima il cui decesso è stato istantaneo. 

La guerra al buon gusto combattuta da Castorina e compagni

Sebbene fosse ovviamente lecita la comune e generalizzata preoccupazione per quanto appena accaduto nella stessa città in cui stavano alloggiando in occasione di una visita istituzionale a Bruxelles, la reazione successiva di alcuni fra i componenti della delegazione di rappresentanti del Consiglio Comunale di Reggio Calabria, col passare delle ore, è apparsa oggettivamente fuori luogo. Una dettagliata cronaca minuto per minuto, durata fino al ritorno in riva allo Stretto, che ha assunto i contorni di un resoconto di guerra condotto, però, da chi era ben distante, per fortuna, dai luoghi presi di mira dall'infamia del terrorismo di matrice islamica. Sfruttando in modo compulsivo il palcoscenico di Facebook, hanno scattato foto a ripetizione, pubblicato addirittura un video surreale, in una ininterrotta corsa al trash che ci si augura possa almeno terminare con l'agognato atterraggio all'aeroporto "Tito Minniti". Magari a muoverli potrebbe essere stata anche la noia delle lunghe ore trascorse all'interno dell'albergo dentro cui erano costretti in seguito al doppio attentato, ma in tanti, anche sullo stesso social network, non hanno omesso di evidenziare che Castorina e compagni avevano oltrepassato il segno. Una sovraesposizione che, pur non avendo raggiunto le vette apicali toccate da Matteo Salvini, anch'egli nella Capitale belga e subito lesto a lanciarsi politicamente sui cadaveri ancora caldi, è stata comunque in grado di superare il confine del pudore, obbligatorio in tragedie simili. La sensazione che hanno trasmesso ai più è stata quella di una comitiva compiaciuta per essersi trovata, per un accidente della Storia, al centro del mondo. Sicuri che non fosse questo il loro sentimento, il comportamento adottato, simile a quello di un gruppo di giovanotti in gita premio casualmente imbattutisi in qualcosa di enormemente più grande di loro, sono caduti sullo scivoloso terreno del buon gusto. Piazzarsi al centro della scena in una situazione carica di sangue e orrore non si è rivelato il modo migliore per rendere onore alle vittime di una guerra che l'intero Occidente, e non il drappello di politici reggini che ha voluto vivere il suo quarto d'ora di notorietà, è obbligato, suo malgrado a combattere. 

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