Cutro - Nel pomeriggio di ieri, i carabinieri della Stazione di Cutro (Kr) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un commerciante, M.A., 61anni, di Cutro.
Al destinatario del provvedimento vengono contestati i reati di usura e tentata estorsione.
Dalla ricostruzione fatta dagli investigatori, l’uomo, grazie alla propria attività commerciale, sarebbe riuscito ad approfittare delle difficoltà economiche di alcune persone costrette a lasciargli la carta del reddito di cittadinanza, a garanzia del debito contratto.
Nonostante l’esecuzione del provvedimento cautelare, i militari stanno effettuando ulteriori approfondimenti investigativi al fine di chiarire le posizioni di diverse persone cadute nella rete dell’arrestato.
I carabinieri del Noe di Catanzaro, coadiuvati dai militari della locale Stazione, hanno denunciato per violazione della normativa ambientale, l’amministratore unico della società che gestisce il centro di raccolta per rifiuti differenziati, ubicato nella frazione San Leonardo di Cutro (Kr).
La denuncia è scattata in seguito ad un controllo durante il quale la struttura ed un’area posta nelle vicinanze sono state sottoposte a sequestro.
In particolare, durante l’attività ispettiva, i militari hanno constatato che i rifiuti, sia pericolosi che non, sarebbero stati gestiti difformemente da quanto previsto dalla normativa ambientale.
I carabinieri della Compagnia di Crotone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica pitagorica, nei confronti di C. D., 30 anni, di Cutro.
Il destinatario del provvedimento è ritenuto responsabile di un grave episodio avvenuto nella tarda serata dello scorso 12 dicembre, allorquando, utilizzando un fucile calibro 12 illegalmente detenuto, avrebbe esploso alcuni colpi all’indirizzo di un giovane originario di Petilia Policastro, il quale si trovava alla guida della propria auto.
Fortunatamente, il ragazzo non venne raggiunto dai colpi che, invece, mandarono in frantumi il lunotto posteriore del veicolo.
Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, all’origine del gesto ci sarebbe motivi di carattere sentimentale. La vittima, infatti, sarebbe stata punita per aver intrapreso una relazione con l’ex ragazza dell’arrestato.
I carabinieri della Stazione di Curtro (Kr) hanno denunciato un 66enne del luogo, accusato di aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza.
Per i militari, l’uomo avrebbe omesso di comunicare all’ufficio competente, informazioni necessarie ai fini della concessione del beneficio.
Nello specifico, non avrebbe dichiarato di essere sottoposto agli arresti domiciliari e pertanto avrebbe continuando a percepire indebitamente il sussidio.
I carabinieri della Stazione di Cutro (Kr) hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura gnerale della Repubblica presso la Corte d’appello di Catanzaro nei confronti di un 32enne di San Leonardo di Cutro.
L’uomo dovrà scontare una pena a 6 anni e 5 mesi di reclusione, poiché riconosciuto colpevole di estorsione e detenzione di armi clandestine, aggravati dal metodo mafioso.
L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Cosenza.
La guardia di finanza di Crotone ha scoperto che il presunto boss della locale di ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro percepiva illecitamente, grazie ad omesse dichiarazioni, il reddito di cittadinanza.
Si tratta di A.M., arrestato il 29 maggio 2019 per associazione mafiosa, traffico di droga, riciclaggio, estorsione ed usura.
Inoltre, estendendo le indagini e tramite la collaborazione e l’interscambio informativo con l’Inps, i finanzieri crotonesi hanno scoperto altre 7 persone - familiari conviventi di soggetti arrestati insieme ad A.M. nell’ambito dell’operazione “Malapianta” - che percepivano il reddito di cittadinanza con false dichiarazioni.
In particolare, le fiamme gialle hanno passato al setaccio una lista di condannati definitivamente, ovvero attualmente imputati e detenuti per associazione mafiosa ed altri reati socialmente pericolosi.
Dal controllo è emerso che il presunto capo della locale di ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro e le altre 7 persone considerate appartenenti alle famiglie fedeli alla cosca, percepivano il reddito di cittadinanza nonostante conducessero un tenore di vita molto alto, come dimostrato dai numerosi beni di lusso sequestrati al termine dell’operazione “Malapianta”.
Il danno accertato per le casse dello Stato ammonta a 92 mila euro.
Le indagini hanno, inoltre, permesso di scoprire tra i beneficiari del sussidio, 17 titolari di partite iva - tra cui anche un avvocato - tutti risultati evasori totali, non avendo mai presentato le dichiarazioni dei redditi.
Due persone, residenti stabilmente in Germania, sono riuscite, invece, ad ottenere 15 mila euro, avendo dichiarato falsamente la loro residenza in provincia di Crotone. Altri 11 destinatari del Reddito di cittadinanza sono riusciti ad ottenere il beneficio grazie a false attestazioni.
L’attività svolta dai finanzieri pitagorici ha permesso, inoltre, di scoprire l’indebita percezione del sostegno economico anche da parte di una persona di Cirò Marina, posta ai domiciliari, nel gennaio 2018, nell’ambito dell’operazione contro la ‘ndrangheta cirotana denominata “Stige”. L’uomo avrebbe percepito, illecitamente, il reddito di cittadinanza da aprile 2019, per un totale di 9.500 euro.
Continuando a scandagliare i presunti affiliati alla ‘ndrangheta, i finanzieri hanno infine scovato altri tre indebiti percettori della prestazione sociale intenti a lavorare in nero. Tra questi S.G., già condannato, con sentenza passata in giudicato, per associazione a delinquere di stampo mafioso e spaccio di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione condotta nei confronti della ‘ndrangheta crotonese denominata “Heracles”.
Tutti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Crotone che ha assunto la direzione delle indagini e ha incaricato la guardia di finanza di svolgere, nei confronti dei responsabili, anche gli accertamenti patrimoniali necessari per eseguire ulteriori sequestri.