UGL: “Sulla sorte dei Call Center la politica non sta mantenendo gli impegni”
Nel dibattito riguardante la sorte dei call center calabresi si inserisce la dura presa dell’UGL Telecomunicazioni Calabria, per bocca del Coordinatore Regionale Call Center Pierpaolo Pisano. Già a febbraio l’UGL aveva chiesto al Presidente della Giunta Regionale Oliverio, un’incontro volto ad aprire un tavolo di confronto finalizzato alla creazione di un Osservatorio sui call center in Calabria. Richiesta rimasta inevasa, anzi, da lì in poi la situazione è andata degenerando. Si pensi ai lavoratori dell’Infocontact e dell’ex Getek, che gestivano importanti commesse legate a grandi aziende e istituzioni quali Telecom, Enel, Vodafone, Wind, Comune di Roma, e che adesso si ritrovano disoccupati. “Con tutto ciò la politica, tutta, sembra estraniarsi da queste problematiche “afferma Pisano”, insensibile e per niente propensa a voler intervenire in un comparto, appunto dei call center, cercando di regolamentarlo.Allora ci chiediamo, senza retorica alcuna, come si possano conciliare la volontà di creare posti di lavoro con lo scarso impegno nel voler difendere quelli presenti?Il settore dei call center, rappresenta plasticamente ciò che sta accadendo nei vari settori produttivi del nostro paese. Gare al massimo ribasso, delocalizzazioni, scarsa regolamentazione.” La Regione, sempre secondo l’esponente dell’UGL, potrebbe mandare un chiaro messaggio, manifestando la volontà di procedere nella creazione dell’Osservatorio, in modo da far capire ai lavoratori del settore e alle loro famiglie di non essere soli nella battaglia per il lavoro e che quel tanto proclamato “cambio di passo” è veramente in essere. “Stando ai fatti ”concludePisano, “fronte ai dati economici negativi, a vertenze sindacali faticose e troppo spesso gestite in un clima “emergenziale”, si rischia di cedere il passo alla tirannia dei licenziamenti collettivi, dando prosperità alla disoccupazione, alla precarietà, proprio per mancanza o assenza di volontà politica; alla tirannia dello sradicamento economico e sociale di tanti giovani che hanno scelto di restare in Calabria solo per amore e nei confronti di una terra che troppo spesso ne mortifica talento e professionalità”.
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