Operazione “Gipsy village”, 13 misure cautelari per ricettazione, furto ed estorsione
Ha preso il via alle prime luci dell’alba di oggi l’ operazione denominata “Gipsy village”, con la quale i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, del 14° Battaglione Calabria, dello Squadrone eliportato Cacciatori di Calabria, del Nucleo cinofili di Vibo Valentia e della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), hanno disarticolato un gruppo criminale, operante nel “villaggio degli zingari” della città bruzia, specializzato in attività estorsiva, in gergo detta “cavalli di ritorno”.
Durante l’operazione, condotta a Cosenza, Montalto Uffugo (Cs), Torano Castello (Cs) e Barcellona Pozzo di Gotto (Me), è stata eseguita un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal gip presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 13 indagati (di cui 2 associati alla casa circondariale in custodia cautelare, 9 sottoposti agli arresti domiciliari, 1 all’obbligo di dimora e 1 all’obbligo di presentazione alla pg), a vario titolo, per i reati in concorso di “ricettazione”, “furto” ed “estorsione”.
L’attività investigativa ha consentito di documentare come il gruppo criminale, composto in gran parte da soggetti di etnia “rom”, attraverso un collaudato modus operandi, riuscisse a contattare i proprietari delle autovetture rubate, costringendoli alla consegna di somme di denaro per la restituzione del mezzo.
Gli indagati, una volta individuato il proprietario del veicolo rubato, stabilivano il primo contatto nel quale invitavano la vittima a recarsi in via degli Stadi, all’interno del cosiddetto “Villaggio degli Zingari” dove avveniva la trattativa per stabilire l'entità del prezzo da pagare (da 850 a 2 mila euro) per la restituzione.
Dopo aver ricevuto il denaro in contante, i malviventi indicavano il luogo in cui era possibile rinvenire il mezzo.
Nel corso dell’indagine, i carabinieri hanno recuperato e restituito ai legittimi proprietari 36 mezzi, procedendo complessivamente a sentire a sommarie informazioni 52 vittime di furto, molte delle quali hanno fornito un quadro dettagliato con descrizioni di fatti e persone lucide, lineari e precise. Quattro vittime, invece, sono state denunciate in stato di libertà per “favoreggiamento personale”, in quanto, pur a fronte di elementi comprovanti le richieste estorsive ricevute, hanno negato l’accaduto, non fornendo alcuna collaborazione allo sviluppo delle indagini.
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