In Calabria il record di comuni sciolti per mafia

Dal 1991 al 2014 sono stati sciolti per mafia 258 comuni. E' quanto emerge da uno studio pubblicato dall'associazione Openpolis che ha analizzato il fenomeno degli scioglimenti anticipati degli organi elettivi dei comuni. Dal rapporto, pubblicato al termine dello studio, emerge che, nel periodo compreso tra il 2001 ed il 2014, sono state sciolte a causa di infiltrazioni mafiose ben 171 amministrazione cittadine. In cima alla lista, ovviamente, figurano le regioni meridionali dove l'incidenza ha superato il 97 per cento, a fronte del 2 al nord e dello 0,5 al centro. Nell'Italia settentrionale il fenomeno è cresciuto tra il 2010 ed il 2014, con quattro casi. La regione in cui è stato sciolto il maggiorn numero di comuni è la Calabria (70 casi), seguita da Campania (52) e Sicilia (43). Le tre realtà territoriali hanno collezionato complessivamente il 96,44 per cento dei casi. In particolare, "Il dato della Calabria, oltre a essere il più alto a livello nazionale, mostra anche un forte incremento nell’ultimo periodo. Dal 2001 al 2009 la regione aveva una media annua di 4,7 provvedimenti per mafia, mentre nei 4 anni successivi il dato risulta raddoppiato e si arriva a 8,2". La Calabria insieme alla Campania spicca anche per un altro primato, ovvero il numero di comuni sciolti per ben tre volte. "Dal 1991 a oggi - si legge nel rapporto - da quando cioè è stata introdotta la possibilità di sciogliere un’amministrazione per i condizionamenti da parte della criminalità organizzata, 9 comuni sono stati commissariati per mafia in 3 diverse occasioni. Nello specifico parliamo di: Casapesenna (CE), Casal di Principe (CE), Grazzanise (CE), Melito di Porto Salvo (RC), Misilmeri (PA), Roccaforte del Greco (RC), S. Cipriano D’Aversa, S. Ferdinando (RC) e Taurianova (RC). Quattro sono in provincia di Caserta, altri 4 di Reggio Calabria e 1 nella provincia di Palermo. Come se non bastasse, oltre al normale periodo di amministrazione straordinaria che può durare dai 12 ai 18 mesi, per tutti i comuni in questione è stata decretata la proroga per arrivare al massimo di 24 mesi consentito dalla legge".

Parlamentari calabresi, gli stakanovisti ed i "fannulloni"

Gli stakanovisti ed i fannulloni. Potrebbe essere questa la formula più indicata per definire i parlamentari eletti in Calabria. A leggere la graduatoria della partecipazione al voto dei componenti di Camera e Senato pare proprio che alcuni parlamentari eletti nella nostra regione vadano a Roma giusto per cambiare aria o per svagarsi. A stilare la classifica degli assenteisti cronici e dei presenzialisti ad oltranza è stata l’associazione Openpolis che ha messo insieme i dati relativi alle votazioni elettroniche in aula, dall’inizio della legislatura ad oggi. Si tratta di uno studio non esente da qualche imperfezione dovuta all’impossibilità di distinguere le assenza caso per caso. I regolamenti di Camera e Sanato non prescrivono, infatti, la registrazione del motivo per cui non si è preso parte al voto, pertanto non è possibile distinguere tra le assenza determinate da motivi istituzionali, come ad esempio le missioni e quelle prive di qualsivoglia giustificazione. In ogni caso, la classifica rappresenta un ottimo strumento per valutare l’attività di deputati e senatori che, anche in ragione del lauto stipendio corrisposto dagli italiani, dovrebbero ridurre al minimo le loro assenze. Così si scopre che nonostante la credibilità della classe politica sia ormai al di sotto del fondo, ci sono rappresentanti (si fa per dire) del popolo che non sembrano preoccuparsene più di tanto. Non si spiegano altrimenti le assenze collezionate a Montecitorio da Giuseppe Galati (Misto) e Jole Santelli (FI – Pdl) che chiudono la classifica rispettivamente con il 26,06 ed il 21,25 per cento di partecipazione al voto. Meglio di loro ha fatto anche il “calabrese putativo” Domenico Scilipoti collocato, con il 59,29 per cento, in fondo alla graduatoria dei senatori. Numeri che, qualora ce ne fosse bisogno, confermano che la “casta” esiste ed è più viva che mai. Del resto, quale comune mortale potrebbe permettersi di fare, più o meno un quarto, del lavoro assegnato senza che il datore di lavoro lo metta alla porta? Certo, non bisogna fare l’errore di generalizzare, di accomunare tutti in un unico calderone. Ci sono, infatti, esempi virtuosi, come quelli rappresentati da Rosanna Scopelliti (Ap/Ncd-Udc) alla Camera e Doris Lo Moro al Senato che, nel corso del loro mandato, hanno fatto registrare l’85,9 ed il 96,83 per cento di partecipazione al voto. Esempi che dovrebbero essere la regola, non l’eccezione.

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Parlamentari calabresi, presenzialisti ed assenteisti nella classifica di Openpolis

Ci sono due donne in cima alla classifica dei Parlamentari calabresi che hanno maggiormente partecipato, con il voto, ai lavori di Camera e Senato. A guidare la speciale graduatoria stilata dall'associazione Openpolis, troviamo, infatti, la deputa Rosanna Scopelliti (Ap/Ncd – Udc) e la senatrice Doris Lo Moro (Pd). All’estremo opposto, un’altra donna, Jole Santelli (Fi-Pdl) ed un calabrese putativo, Domenico Scilipoti (Fi- Pdl). La classifica, redatta sulla base dei dati relativi alle votazioni elettroniche in aula dall’inizio della legislatura ad oggi, non è esente da qualche imperfezione derivante dall’impossibilità di distinguere le assenze giustificate da quelle che non lo sono. I regolamenti di Camera e Senato non prescrivono, infatti, la registrazione dei motivi della mancata partecipazione al voto da parte dei parlamentari.

Presenze Senato della Repubblica

Doris Lo Moro (Pd) 96,83%; Pietro Aiello (Ap/Ncd – Udc) 83,50; Giovanni Emanuele Bilardi (Ap/Ncd – Udc) 74,83; Antonio Gentile 72,46; Francesco Molinari (Misto) 71,90; Antonio Stefano Caridi (Gal) 70,57; Nicola Morra (M5S) 68,81; Vincenzo Mario Domenico D’Ascola (Ap/Ncd – Udc) 64,91; Domenico Scilipoti (FI – Pdl) 59,29

Presenze Camera dei deputati  

Rosanna Scopelliti (Ap/Ncd – Ucd) 85,98%; Nicodemo Nazzareno Oliverio (Pd) 83,77; Paolo Parentela (M5S) 83,73; Enza Bruno Bossio (Pd) 82,53; Alfredo D’Attorre (Pd) 80,76; Sebastiano Barbanti (Misto) 77,71; Bruno Censore (Pd) 77,24; Roberto Occhiuto (FI – Pdl), subentrato il 25 giugno del 2014, 75,16; Dalila Nesci (M5S) 74,42; Franco Bruno (Misto) 73,22; Stefania Covello (Pd) 72,24; Nico Stumpo (Pd) 66,78; Ernesto Magorno (Pd) 65,48; Dorina Bianchi (Ap/Ncd – Udc) 62,80; Demetrio Battaglia (Pd) 54,45; Federica Dieni (M5S) 50,53; Ferdinando Aiello (Pd) 42,28; Rosy Bindi (Pd), presidente commissione Antimafia, 27,64; Giuseppe Galati (Misto) 26,06; Jole Santelli (FI – Pdl) 21,25.

 

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