Rischi idrologici e sismici, l’Ordine Geologi avverte: “Indispensabile la messa in sicurezza del territorio”

"Lo sviluppo della comunità calabrese deve passare attraverso la messa in sicurezza del territorio ed attraverso una sinergia tra le professionalità tecniche". 

È quanto affermato dal dottor Pasquale Mendicino, tesoriere dell'Ordine dei Geologi della Calabria, nell'ambito del suo intervento nella giornata di Difesa del Suolo (Ciclo di seminari M.O.D.S. - Metodologie operative per la difesa del suolo organizzate dal C.a.m.i.lab. dell'Unical) tenutasi presso l’Aula Magna dell’Unical. Giornate di studio e di confronto col mondo accademico necessarie e fondamentali per la crescita professionale dei tecnici operanti in un territorio così fragile come quello calabrese. “Territorio - aggiunge  Mendicino - sul quale si stimano ben 1.100 edifici pubblici in condizioni di Rischio crollo ed in cui solo meno della metà delle amministrazioni è provvisto di Piani di Emergenza Comunali da applicare in caso di calamità”. Numeri che senz'altro fanno paura, contro cui il Governo regionale, di concerto con le amministrazioni locali, molto dovrà fare. 

Pensando ai recenti tavoli tecnici di "Calabria Sicura", istituiti dal presidente della Regione Calabria e coordinati dall'assessore Russo, nel corso dei quali sono state discusse, insieme ad alcuni rappresentanti degli ordini professionali  dei geologi, degli ingegneri e degli architetti, le iniziative da intraprendere ai fini della prevenzione del rischio idrogeologico e del rischio sismico, la direzione intrapresa sembra essere quella dell’attenzione. Infatti, ad esempio, a gennaio sarà operativo il nuovo sistema informativo SISMI.CA che vede la luce dopo un lungo percorso, condiviso con gli ordini professionali, fortemente voluto dall'assessore alle Infrastrutture Musmanno, e che sostituirà il vecchio sistema SIERC come piattaforma telematica per la presentazione di richiesta di autorizzazioni regionali ai fini antisismici ai sensi dell’art. 94 del DPR 380/2001.

Grazie al solerte impegno dell'A.B.R. (Autorità di Bacino Regionale) vede la luce anche il nuovo “Progetto PAI 2016”, aggiornamento dell’ormai obsoleto vecchio Piano di Assetto Idrogeologico, di identificazione delle criticità franose ed idrauliche del territorio calabrese. In definitiva, molto è stato fatto, ma molto ancora si dovrà fare. 

Quali le priorità? Innanzitutto, l'emanazione di una Legge regionale organica sulla difesa del suolo che abbia tra gli aspetti fondamentali l'istituzione dell'Ufficio geologico regionale.

L'istituzione, poi, del cosiddetto "Fascicolo del fabbricato" (una sorta di carta d'identità del fabbricato stesso) che, attraverso una valutazione multidisciplinare, mira ad identificare lo "stato" delle strutture, vulnerabilità sismica compresa, rispetto ai più aggiornati canoni di sicurezza. Fascicolo propedeutico agli auspicati interventi di Adeguamento e Miglioramento Sismico degli edifici pubblici.  

Istituire, infine, l'obbligo per tutti i Comuni di dotarsi dei Piani di Emergenza, nel rispetto della Legge n. 100/2012, e degli studi di "Microzonazione sismica" 

Conclude il Mendicino, riferendosi alla figura professionale che rappresenta, "il geologo del futuro dovrà essere sempre più un tecnico con ampia visione <<globale>> delle problematiche ambientali e di sviluppo sostenibile ed ampia visione <<politica>> delle modalità di spesa pubblica, che non privilegi i benefici immediati, bensì quelli in termini di prevenzione, di pianificazione e di progettazione”.

Regione. Rischio sismico in Calabria al centro dei lavori della Commissione Ambiente

Con un minuto di raccoglimento in memoria del presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, si sono aperti i lavori della quarta Commissione "Assetto ed Utilizzazione del territorio - Protezione dell'Ambiente", presieduta dal consigliere regionale Mimmo Bevacqua.  Nella seduta odierna, l'organismo ha espresso parere favorevole all’unanimità al testo di legge unificato: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale del 21 agosto 2007 n. 18 e s.m.i. (Norme in materia di usi civici)" che ha sintetizzato i progetti di legge in materia  (rispettivamente d'iniziativa dei consiglieri Giudiceandrea e D'Acri) e di cui è stato relatore il presidente Bevacqua. Sull’argomento è stato audito Domenico Ferraro (dirigente Settore 3 del Dipartimento Agricoltura). Il provvedimento – ha spiegato Bevacqua – prevede la proroga al 31 dicembre 2016 del termine per la presentazione delle istanze di legittimazione, affrancazione dei fondi enfiteutici e liquidazione dei diritti civici. Nella sua relazione Bevacqua ha evidenziato “la necessità che la Giunta approvi al più presto il Regolamento attuativo al fine di evitare l’incresciosa reiterazione delle proroghe”.  Sul tema “Rischio sismico in Calabria; prevenzione e salvaguardia del territorio - dissesto idrogeologico” sono stati ascoltati: Carlo Tansi (Responsabili U.O.A. Protezione Civile Calabria); Salvatore Siviglia (Dirigente Unità di Missione presso la Presidenza della Giunta); Domenico Pallaria (Dirigente generale Lavori Pubblici) e Giuseppe Iritano (Dirigente di settore Lavori Pubblici).  In merito, l'assessore al ramo, professor Roberto Musmanno ha parlato delle iniziative messe in atto e della costituzione dei tre gruppi di lavoro 'Rischio sismico', 'Rischio idro-geologico' e 'Gestione piani di emergenza comunali', “perseguendo il risultato di raccordo tra tutti i soggetti e le strutture funzionalmente interessate”. L’assessore ha annunciato che vi saranno “ulteriori incontri con gli Ordini professionali e le Università per definire una programmazione degli interventi”. A conclusione delle relazioni, il presidente Bevacqua ha ribadito “la necessità di utilizzare sin da subito gli strumenti già a disposizione e, in particolare, di provvedere finalmente all’istituzione del servizio geologico regionale nonché all’attuazione effettiva della legge sismica da tempo approvata. Inoltre – ha aggiunto - monitoreremo costantemente lo stato dell’arte degli interventi adottati ed annunciamo sin d’ora la convocazione di una serie di sedute ad hoc con cadenza trimestrale a cominciare dal prossimo mese di dicembre”. Parere favorevole all’unanimità anche allo schema di Regolamento per l’attuazione dei contratti di fiume, “uno strumento – ha spiegato l’assessore Rossi – che s’inserisce pienamente nella cornice degli interventi di salvaguardia del territorio e che garantisce la partecipazione della popolazione e di tutti i soggetti interessati”. Rispetto al tema: “Emergenza inquinamento ambientale Canalone San Ferdinando” sono stati auditi  i  responsabili dell’Arpacal, i  rappresentanti dell’Autorità Portuale, il Comitato 7 agosto e l’assessore Rizzo. In merito, il presidente Bevacqua ha espresso la sua soddisfazione “oltre che per la sinergia messa in campo, anche per il senso di responsabilità del Comitato. L’esito dell’audizione ci ha in buona parte tranquillizzati rispetto alla situazione ambientale attuale, anche sulla base delle analisi condotte in situ. Ho accolto, infine, la richiesta del collega Arruzzolo di convocare in audizione Corap e Iam”. Hanno partecipato alla seduta i consiglieri: Tallini, Neri, Arruzzolo e Nucera. In rferimento ai lavori della quarta Commissione, il capogruppo del Nuovo Centro Destra Giovanni Arruzzolo ha dichiarato: “Esprimo soddisfazione per l’audizione oggi in IV Commissione dell’associazione ‘7 Agosto’ e di tutti gli altri soggetti interessati alla soluzione della deplorevole questione dell’inquinamento ambientale del Canalone di San Ferdinando. Tuttavia, per una definizione della problematica occorrere riconvocare con urgenza la Commissione per audire Corap e la Iam che sono i responsabili della gestione e manutenzione del Canalone incriminato. I cittadini vivono una condizione di grave disagio che desta allarme e preoccupazione in primis per la salute pubblica e poi perché trattasi di un’area a forte vocazione turistica che dobbiamo tutti assolutamente salvaguardare onde evitare di comprometterne il suo sviluppo e di pregiudicare il normale avvio della prossima stagione turistica”.

 

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Rischio sismico. "Urgente mettere in sicurezza le strutture sanitarie"

"E’ urgente mettere in sicurezza gli edifici adibiti a strutture sanitarie. Sono preoccupato per il mancato adeguamento delle strutture sanitarie reggine agli standard più aggiornati relativi al rischio sismico e chiedo puntuali risposte circa gli intendimenti d’intervento e le azioni da assumere per fronteggiare tutte le situazioni di rischio delle strutture a garanzia dei diritti alla vita e alla salute dei cittadini e degli stessi operatori sanitari". Il capogruppo di Forza Italia, Alessandro Nicolò, spiega così l’interrogazione a risposta scritta depositata “in ordine al rischio sismico dell’Ospedale Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria". "Avendo preso atto della nota redatta dal Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sociali scaturita da una mia interrogazione presentata l’8 marzo scorso sullo ‘status’ della struttura e dei reparti dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria – aggiunge Nicolò – ho rilevato la situazione definita ‘non ottimale’ del nosocomio reggino nonché la preoccupante 'non conformità ai più recenti e rigorosi requisiti antisismici’' del plesso". "Non c’è dubbio – aggiunge il capogruppo di FI – che, vista l’ubicazione della struttura ospedaliera in zona altamente sismica, non è rassicurante apprendere che è stata rispettata ‘l’osservanza delle regole costruttive a suo tempo vigenti’, certo oggi largamente superate dagli standard attuali e neppure che una programmazione di interventi di adeguamento ‘derivante da analisi e verifiche dei tecnici’, secondo il rapporto del DG, ‘necessitano corposi finanziamenti al momento non disponibili'". E non basta: "Occorre prendere atto – sostiene l’esponente politico –  che gli edifici realizzati antecedentemente all'introduzione della legge antisismica del 1974, la numero 64/74, sono stati progettati senza l’adeguato rispetto dei criteri antisismici oggi vigenti e che quindi è indispensabile programmare interventi mirati per la messa in sicurezza". "Il tragico terremoto che ha colpito nove giorni fa il centro del Paese e le devastanti conseguenze in perdita di vite umane e di annientamento dei centri urbani – osserva Nicolò – rendono non più rinviabili i necessari interventi preventivi su tutte le strutture edilizie, a cominciare ovviamente da quelle pubbliche preposte alla salute ed alla cura dei cittadini. Non è possibile tollerare su questo argomento né approssimazioni e neppure ritardi, visto che l’intera Calabria è gravemente esposta al rischio sismico e che in particolare Reggio ha conosciuto nella propria storia spaventosi eventi tellurici fra i più luttuosi mai avvenuti". 

 

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Prevenzione del rischio sismico: pubblicata l’ordinanza che disciplina i contributi per l’annualità 2014

È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 257 del 4 novembre 2015 l’ocdpc n. 293, che disciplina i contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico previsti dall’art. 11 della legge 77 del 24 giugno 2009, relativamente ai fondi resi disponibili per l’annualità 2014. Si tratta di una quota dei contributi previsti dal Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico, avviato dopo il terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009. Il Piano prevede lo stanziamento di 965 milioni di euro in 7 anni, per realizzare interventi di mitigazione del rischio sismico sull’intero territorio nazionale. L’attuazione dell’art. 11 è affidata al Dipartimento della Protezione Civile e regolata attraverso ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero, ordinanze del Capo Dipartimento della Protezione Civile (dopo l’emanazione della legge 100/2012 di modifica della legge 225/1992). L’ocdpc n. 293 - in modo simile all’opcm n. 3907 del 13 dicembre 2010, all’opcm n. 4007 del 29 febbraio 2012, all’ocdpc n. 52 del 20 febbraio 2013 e all’ocdpc n. 171 del 19 giugno 2014 - regola le modalità di finanziamento degli interventi e prosegue nello sviluppo di quelle azioni che in passato sono state marginalmente, o mai, toccate da specifici provvedimenti: studi di microzonazione sismica, interventi sull’edilizia privata, sulle strutture e infrastrutture cittadine di particolare importanza per i piani di protezione civile, limitando gli interventi alle zone a più elevata pericolosità sismica e alle strutture più vulnerabili. La quota stanziata per il 2014, pari a 195,6 milioni di euro è ripartita tra le Regioni, in modo proporzionale al rischio sismico dell’ambito territoriale, per:

a) studi di microzonazione sismica e analisi della condizione limite per l’emergenza (16 milioni di euro);

b) interventi di rafforzamento locale o miglioramento sismico o, eventualmente, demolizione e ricostruzione di edifici ed opere pubbliche d’interesse strategico per finalità di protezione civile (170 milioni di euro per gli interventi indicati alle lettere b e c);

c) interventi strutturali di rafforzamento locale o miglioramento sismico o di demolizione e ricostruzione di edifici privati;

d) altri interventi urgenti e indifferibili per la mitigazione del rischio simico, con particolare riferimento a situazioni di elevata vulnerabilità ed esposizione (8,3 milioni di euro).

Per il 2014, come per le annualità precedenti (salvo la prima, relativa al 2010), le Regioni devono attivare gli interventi sugli edifici privati, da un minimo del 20% a un massimo del 40% del finanziamento loro assegnato, purché questo sia pari o superiore a 2 milioni di euro. Inoltre, come per le annualità 2012 e 2013, anche per il 2014 gli studi di microzonazione sismica devono essere sempre accompagnati dall’analisi della Condizione Limite per l’Emergenza-CLE dell’insediamento urbano, per realizzare una maggiore integrazione delle azioni per la mitigazione del rischio sismico e migliorare la gestione delle attività di emergenza subito dopo un terremoto. Viene mantenuto il meccanismo di premialità per le unioni di comuni, nelle quali il contributo di cofinanziamento degli studi di MS e analisi della CLE può essere ridotto dal 25% al 15% (lo Stato finanzia l’85% degli studi e analisi), come pure viene confermata la possibilità per le Regioni di sperimentare un programma finalizzato a garantire le condizioni minime per la gestione del sistema di emergenza, individuando in uno o più comuni o unioni di comuni tre edifici strategici che assicurino il coordinamento degli interventi, il soccorso sanitario, l'intervento operativo. Le Regioni che aderiranno potranno finanziare in tali comuni o unione di comuni gli studi di MS e le analisi della CLE senza obbligo di cofinanziamento (contributo a totale carico dello Stato). Queste le principali novità introdotte dall’ocdpc n. 293:

- gli studi di MS di livello 1 devono coprire almeno il 70% della superficie complessiva di centri e nuclei abitati o interessare almeno il 70% della popolazione comunale, o del municipio o della circoscrizione;

- lo stato di attuazione degli interventi previsti dall’ordinanza verrà monitorato attraverso l’attribuzione a tutti i comuni, al termine delle attività, di una classe, comunicata dalle Regioni al Dipartimento.

Gli interventi previsti dall’ocdpc n. 293, come per le annualità precedenti, vengono attuati attraverso programmi predisposti dalle Regioni e dalle Province autonome e comunicati nei termini previsti al Dipartimento della Protezione Civile. 

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