Francavilla, odissea di madre e figlia in cerca di una casa
- Written by Bruno Vellone
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E’ la storia di una giovane donna e della sua bambina che da tempo cercano un tetto sotto il quale vivere. Da mesi, infatti, madre e figlia saltano di alloggio in alloggio alla ricerca di quella rara ospitalità di chi gli è veramente amico. C. D., 31 anni, non ha una casa ma possiede un amore. Una bambina nata dal matrimonio con l’ex marito dal quale si è separata legalmente. La sua disavventura inizia quando, a causa delle ristrettezze economiche, non può più permettersi di pagare un tetto sotto il quale abitare con la figlia. A sostenerla un unico desiderio: vivere insieme alla piccola per assicurarle un futuro dignitoso. Obbligata da quello stato di prostrazione che solo chi vive con l’angoscia del domani conosce, dopo aver interpellato invano le Autorità, nel maggio 2014 tenta di risolvere l’emergenza abitativa occupando un alloggio popolare di proprietà dell’Aterp di Vibo Valentia. Nel Comune di Francavilla, infatti, sono molti gli alloggi che risultano disabitati o disponibili a poter essere assegnati a chi, come la giovane donna, versa in uno stato di bisogno. L’immobile occupato non risulta idoneo per vivere con una bambina, e a proprie spese, la 31enne, non esista a mettere mano agli ultimi soldi rimasti per ristrutturare un alloggio che sia dignitoso e salubre per vivere insieme alla figlioletta. In data 15 luglio 2014, l’Aterp di Vibo, notifica alla ragazza un decreto sgombero dell’immobile occupato senza considerare che una esecuzione forzata non avrebbe fatto altro che aumentare il trauma psichico per la bambina e lo sconforto per la madre. Entrambe infatti vivono a pochi metri dal padre ed ex marito che tutti i giorni va a trovare la bambina per non farle mancare l’affetto paterno. Poi nell’ottobre dello stesso anno la 31enne viene arrestata per resistenza passiva. Tenta con ogni modo di far ragionare la burocrazia e le ragioni dell’Ente pubblico ma niente da fare, è costretta a resistere nella speranza che gli esecutori di quell’ordine “ingiusto” si ravvedano e comprendano la sua disperazione. Il giudice esaminati gli atti e accertato lo stato d’indigenza, ne dispone la libertà. Come fare allora? Non gli resta che rivolgersi di nuovamente alle Autorità. Per mezzo del suo legale di fiducia, Giuseppina Sibio che gli è sempre accanto, il 30 ottobre 2014 lancia un «caloroso appello» all’Aterp di Vibo Valentia, al sindaco di Francavilla Angitola e al prefetto di Vibo Valentia per ottenere «l’assegnazione provvisoria in attesa di una stabile sistemazione». Ma niente, lo Stato, evidentemente impegnato in altro, non riesce ad occuparsi di una cittadina che gli chiede aiuto e solidarietà. Madre e figlia, dunque, lasciato l’alloggio occupato, incominciano una vera e propria vita da nomadi nella speranza che la, dove lo Stato ha risposto col silenzio, qualcuno faccia temporaneamente le sue veci. Perché nel fondo del cuore dell’uomo risiede sempre quel briciolo di solidarietà che lo distingue da quel gigantesco meccanismo muto che si chiama burocrazia.