Deriva aeroporto di Reggio Calabria: scalo occupato dai lavoratori
Mentre la politica locale si pavoneggia in uno scontro sterile drogato dall'assenza di prospettive realistiche e dalla solidità di risorse economiche, tutti i nodi, mai sciolti negli anni, relativi alla gestione dell'aeroporto dello Stretto, stanno venendo al pettine. Il combinato disposto tra colpevole incompetenza, clientelismo sfrenato ed irresponsabile assenza di una strategia concretamente perseguibile, hanno creato un effetto esplosivo che quotidianamente fa precipitare lo scalo reggino in una deriva apparentemente inarrestabile. Stamattina è il turno dei dipendenti Sogas e Sogas service che, per protestare contro l'ennesima contraddittoria azione decisa dai vertici della Società di gestione, hanno occupato l'aeroporto "Tito Minniti". Oggetto della manifestazione di plateale dissenso è la decisione di costringere, secondo quanto spiegano gli stessi lavoratori, una dozzina di loro, a siglare una nuova intesa contrattuale, priva di ogni tutela, con la "società subentrante di attività handling", Aviapartner. In caso contrario, riferiscono, sarebbe scattato il licenziato nei loro confronti. "Questa – rivendicano con determinazione – è l’ennesima operazione poco chiara dell’Amministrazione Porcino che dal 2011, anno del suo insediamento in Aeroporto, procede all’internalizzazione di tutti i servizi giustificando un risparmio di spesa, mentre oggi sperimenta il sistema opposto, ossia l’esternalizzazione dei servizi". L'obiettivo è di proseguire ad oltranza nell'occupazione, al fine di sensibilizzare utenti ed Enti che fanno parte della compagine societaria Sogas. Nel mirino i "gravi fatti che negli ultimi anni avvengono al Tito Minniti senza che gli organi preposti adottino tempestivamente alcun intervento per bloccare la scellerata conduzione dello scalo reggino".
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