Rapinava uffici postali, incastrato dal Dna

I carabinieri della Stazione di Caraffa del Bianco (Rc), supportati dai colleghi della Compagnia di Roccella Jonica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Locri, nei confronti di C.S., 30 anni, di Gioiosa Jonica.

L'uomo è accusato di una tentata rapina e di una rapina compiute, rispettivamente nel 2018 e nel 2010, all'ufficio postale di Caraffa del Bianco (Rc) e Gioiosa Jonica (Rc).

In particolare, nel dicembre 2018, due persone armate di pistola e coltello, con il volto coperto da un berretto cui erano stati praticati due fori per gli occhi, sono entrate nell’ufficio postale di Caraffa del Bianco e hanno minacciato la direttrice, per farsi consengare i soldi destinati al pagamento delle pensioni.

Ad impedire la rapina sono state le urla di una donna che hanno messo in fuga i malviventi. 

Una volta avviate le indagini, i carabinieri hanno trovato per strada i passamontagna abbandonati dai rapinatori durante la fuga.

Il materiale è stato quindi inviato agli specialisti del Ris di Messina, che hanno effettuato una comparazione tra le tracce biologiche dell’unico indagato e quelle trovate su uno dei berretti di lana.

Dal risultato è emerso un forte rapporto di verosimiglianza – l’ipotesi è di 1,045 milioni di volte più probabile rispetto all’ipotesi contraria – tra le tracce esaminate e quelle dell'arrestato.

Le prove raccolte hanno consentito inoltre di riaprire un altro caso giudiziario irrisolto: quello della rapina all’ufficio postale di Gioiosa Jonica, avvenuta nel 2010.

In quell’occasione un uomo armato di coltello era riuscito a prelevare, minacciando un impiegato, circa 28 mila euro in contanti, per poi fuggire a piedi per le vie del centro.

I carabinieri di Roccella Jonica, controllando minuziosamente la via di fuga del rapinatore, erano riusciti a trovare un berretto di lana e un maglione, compatibili con quelli indossati dal rapinatore.

Elementi che, allora, si erano rivelati insufficienti a proseguire le indagini, ma che, a distanza di dieci anni, grazie al lavoro del Ris di Messina, hanno permesso d'incastrare il presunto rapinatore.

Pertanto, alla luce delle risultanze investigative, i carabinieri hanno tratto in arresto C.S., il quale, al termine delle formalità di rito è stato associato alla casa circondariale di Locri.

Tre Kalasnikov ed una carabina rinvenuti in un terreno, arrestato 50enne

I carabinieri della Stazione di Caraffa del Bianco e dei Cacciatori di Calabria, hanno arrestato Antonio Zangari, cinquantenne del posto, già noto alle forze di polizia, con l’accusa di detenzione di armi clandestine.

In particolare, in contrada "Iemallo" di Sant’Agata del Bianco, nel corso di una perquisizione effettuata in un terreno nella sua disponibilità, i militari hanno rinvenuto tre fucili d’assalto AK-47 “Kalasnikov” ed una carabina, abilmente occultati all’interno di un tubo di plastica interrato nel terreno.

Il materiale è stato sottoposto a sequestro, in attesa dei successivi accertamenti tecnici volti ad individuarne la provenienza, mentre l’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato posto agli arresti domiciliari.

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Agguato in Calabria: operaio ferito a colpi di fucile, è grave

Un operaio 41enne, L. M., incensurato, è stato ferito in un agguato avvenuto a Caraffa del Bianco, nel reggino.

L' uomo è stato colpito alla testa, alla schiena e ad un braccio da quattro pallettani sparati con un fucile.

La vittima è stata soccorsa dal padre che, al momento dell'agguato, si trovava in un vicino casolare.

Trasferito in elisoccorso agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria, il 41enne è stato ricoverato con prognosi riservata e versa in gravissime condizioni .

Quanto alla dinamica dell’agguato, secondo una prima ricostruzione, l'uomo stava lavorando in un terreno di contrada Minà, quando sarebbe stato bersagliato dai colpi d'arma da fuoco esplosi da una persona nascosta dietro un cespuglio.

Sull’accaduto sono in corso le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Bianco

 

Rastrellamenti dei carabinieri, trovate armi e munizioni

Controlli straordinari da parte dei carabinieri del Gruppo di Locri che hanno battuto il territorio alla ricerca di armi.

Nel corso delle operazioni, condotte con l’impiego di oltre 50 militari, sono state passate al setaccio zone impervie ed isolate.

Le aree in sui sono stati compiuti i rastrellamenti ricadono, prevalentemente, nel versante aspromontano dei comuni di Ciminà, Sant’Agata del Bianco e Caulonia.

Il massiccio impiego di personale delle Compagnie di Locri, Bianco e Roccella Jonica, coadiuvato dai carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, ha consentito di trarre in arresto un 60enne di Mammola colto nella flagranza di detenzione illegale di armi clandestine e munizioni. Nel corso di una perquisizione in un garage in uso all’uomo, i militari hanno trovato: una pistola revolver calibro 32 con matricola abrasa, una carabina ad aria compressa modificata priva di contrassegni matricolari, una canna per fucile senza matricola ed oltre 30 cartucce di vario calibro. Il materiale, in ottimo stato di conservazione, è stato sottoposto a sequestro per i successivi accertamenti, mentre l’arrestato è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Particolarmente proficua, anche, l’attività condotta dai carabinieri della Stazione di Sant'Ilario dello Jonio che, in località “Pianto Moleti” del comune di Ciminà, hanno rinventuo due fucili monocanna marca flobert calibro 10 con matricola punzonata e due carabine automatiche calibro 22. Le armi, in ottimo stato di conservazione, sono state sequestrate.

Infine, oltre 70 cartucce per pistola di vario calibro sono state scoperte dai militari della Stazione di Caraffa del Bianco. Le munizioni erano state occultate in un anfratto nel terreno, in un’area boschiva demaniale ubicata in località “Campolico”.

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Arrestata una ragazza di 19 anni: aveva in camera centinaia di grammi di marijuana

Una ragazza di 19 anni è stata arrestata dai Carabinieri. Perquisendo l'abitazione di F.V., i militari della Stazione di Siderno, in provincia di Reggio Calabria, hanno trovato nella stanza da letto svariate centinaia di grammi di marijuana. Sempre nella Locride, i Carabinieri di Caraffa del Bianco, hanno scoperto diversi proiettili in un serbatoio per pistola occultato in un muro a secco eretto in un fondo appartenente al demanio. Nell'ambito dei medesimi servizi, sono state notificate due denunce a carico di altrettanti sessantasettenni che detenevano parecchie cartucce. Contestualmente un controllo compiuto ha permesso di accertare la presenza di congegni fraudolenti tramite cui venivano abbeverati sfruttando la rete idrica pubblica. 

Sei persone denunciate per furto di energia elettrica

Rispondono del reato di furto di energia elettrica sei individui denunciati dai Carabinieri delle Stazioni di Caraffa del Bianco e di Brancaleone. Quattro di loro vivono a Casignana,  due a Brancaleone. Secondo quanto appurato dai militari dell'Arma, erano riusciti ad allacciare abusivamente i rispettivi alloggi alla rete di distribuzione dell'energia elettrica. Due imprenditori agricoli avevano utilizzato lo stesso metodo per ricevere la corrente anche nelle aziende di cui sono proprietari e presso le quali gli investigatori hanno rinvenuto, peraltro, un collegamento illegale alla condotta dell'acqua. 

 

Quasi due chili di marijuana in auto: arrestato un ragazzo di 23 anni

I Carabinieri hanno tratto in arresto un ragazzo di 23 anni accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Intimato l'alt alla vettura del giovane, Antonio Pezzano, i militari dell'Arma hanno rinvenuto 1,8 chilogrammi di marijuana, suddivisi in sei panetti. All'interno del suo appartamento, a Caraffa del Bianco, in provincia di Reggio Calabria, hanno poi scoperto e posto sotto sequestro un bilancino di precisione e 600 euro in contanti. 

   

Nervi tesi per la festa patronale: aggredito il parroco

E' finita a botte un'accesa lite scoppiata nel corso di un appuntamento organizzato per preparare i festeggiamenti patronali. Vittima dell'aggressione un sacerdote 37enne, parroco a Caraffa del Bianco, in provincia di Reggio Calabria. A mettergli le mani addosso sarebbe stato un promotore degli eventi in programma, infuriatosi a causa delle ristrettezze di natura economica che stanno attanagliando i preparativi. Sylvestre Ibara, religioso di origini congolesi, si trova adesso presso l'ospedale di Reggio Calabria. Ferma condanna è stata espressa nei confronti dell'accaduto, sul quale stanno indagando i Carabinieri, da monsignor Francesco Oliva,  vescovo della diocesi di Locri-Gerace.

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