Riceviamo e pubblichiamo
"Il grido d’allarme degli inquilini delle case popolari di Via Libertà, per troppo tempo è rimasto inascoltato da chi di dovere, nonostante non chiedano altro che di vivere in sicurezza: è necessario che dai “40 alloggi” di proprietà comunale vengano eliminati gli elementi pericolanti dei cornicioni.
Sebbene gli Uffici comunali siano per e da tempo stati informati dell’emergenza, nulla è stato messo in opera per evitare che il pericolo si concretizzi in danno grave a cose e/o persone.
Nei mesi scorsi si sono verificati crolli di parti già visibilmente precarie, in aree di utilizzo pubblico: l’accaduto ha posto seriamente a repentaglio la pubblica e privata incolumità. Gli unici interventi, ad ora, sono stati posti in essere dai Vigili del Fuoco: non si comprende la ragione del silenzio del Comune, né l’incosciente disinteresse nel tradurre in chiave risolutiva un problema d’indiscussa urgenza.
Non solo: piogge recenti hanno, altresì, indebolito ulteriormente frontalini e cornicioni già precari: per questo sono intervenuto personalmente, chiedendo che l’Ufficio tecnico comunale venga immediatamente investito affinché agisca con tempestività per l’eliminazione delle parti pericolanti ed operi al relativo ripristino, per la tutela della pubblica e privata incolumità, allo scopo di impedire tragedie altrimenti inevitabili, posto, inoltre, che il quartiere in questione è caratterizzato da alta densità di popolazione.
Non posso, purtroppo, esimermi, dal ricordare il dramma avvenuto a San Ferdinando: una donna è rimasta uccisa dal crollo di un balcone che presentava i medesimi requisiti di precarietà. E, per lo meno davanti alla morte di un essere umano, è intollerabile la cecità istituzionale che impedisce la prevenzione del danno di cui non ha solo facoltà, ma dovere.
L’emergenza, dunque, va sanata tanto per la sicurezza dei cittadini – ai quali di persona ho promesso che avrei combattuto al loro fianco la battaglia per la giustizia che impone l’immediata, concreta risoluzione – quanto per la loro dignità. Le condizioni indecorose in cui la zona è costretta a vivere definiscono un imbarazzante e disumano disservizio dell’autorità competente che non può più motivare un’ulteriore attesa: è impensabile che, davanti a tanto, non si abbia l’intelligenza morale – e quindi operativa – di intervenire hic et nunc".
Antonio Piserà - Coordinatore Provinciale di Noi con Salvini