Un vino calabrese conquista Parigi

Un vino calabrese conquista Parigi. A deliziare i palati dell’esigenze pubblico transalpino è stato l’ Italian Blanc - IGP Calabria Sauvignon 2016 delle Cantine De Mare che, nell'edizione 2017 del prestigioso premio Vinalies Internationalies, ha conquistato il Vinalies d’Argent 2017 assegnato all’Italia. Durante le degustazioni, tenutesi a Parigi nelle scorse settimane, i sommelier francesi hanno apprezzato l'aromaticità originale e potente del Sauvignon di casa De Mare. Ne hanno esaltato l'equilibrio e la freschezza, confermando la maturità di una bottiglia che aveva già dimostrato il proprio valore in passato, con la vittoria del Premio Qualità Italia dello scorso anno. 

Grande la soddisfazione del produttore Rocco De Mare, titolare insieme ai fratelli dell’omonima azienda: la giovane cantina di Cirò Marina che, in poco tempo, trasformando in impresa l’antica tradizione familiare di viticoltori, ha saputo farsi apprezzare nella più importante kermesse enologica francese, offrendo una linea nuova, originale sotto molti aspetti, ma rispettando sempre le consolidate verità della storia.

“Alcuni successi contano più di altri – ha affermato De Mare - per la memorabilità del risultato, per l'alto tasso di difficoltà della prova, o per l'avversità logistica della gara. Competere in Francia con un Sauvignon in purezza di origine calabrese è una sfida ardua, intrinsecamente densa di difficoltà. Si gioca in trasferta, nella tana dei campioni. Cercare consacrazione nella terra dove quel vitigno è nato e si è affermato a livello internazionale, è quasi un'idea folle. Per sfidare i maestri – continua - bisogna avere grande coraggio, un pizzico di sana incoscienza, ma soprattutto un'estrema fiducia nel proprio prodotto. Su quest’ultimo elemento non si discute. Siamo consapevoli e certi dell’alta qualità dei prodotti della nostra azienda, che si sta consolidando quale sinonimo di garanzia e di standard elevati. Su queste caratteristiche abbiamo puntato tutto – conclude Rocco De Mare – e non intendiamo transigere, convinti che la strada giusta sia proprio quella della tutela dell’eccellenza, nel solco della tradizione, mista alla giusta dose di sperimentazione”.

Con la nuova attestazione dell’Italian Blanc, si consolida la realtà dell'azienda De Mare. La giovane cantina del Cirò, in poco tempo, ha conseguito un risultato storico con la vittoria del premio di Parigi, segno che la sperimentazione e la qualità pagano sempre. Sintomo che il potenziale innato del territorio dell'antica Doc calabrese, in passato forse sottovalutato, oggi si sta finalmente sprigionando.

E l’esordio in vetrina, per un prodotto come l’Italian Blanc - IGP Calabria Sauvignon, in tutto e per tutto autoctono, dalla coltivazione alla produzione, non poteva essere più autorevole.

Il Vinalies Internationalies è, infatti, il concorso enologico, giunto alla 24esima edizione, più prestigioso che gli enologi francesi organizzano annualmente a Parigi ed il più ambito dalle più importanti cantine del mondo. Istituito nel 1993 per iniziativa di Alex Schäffer sotto la presidenza di Dominique Foulon – già chef de cave  della Moët&Chandon – in oltre vent’anni il concorso è passato dai 438 vini della prima edizione agli oltre 3mila (di 41 Paesi) di quest’anno. Il concorso, organizzato dall’Union des Oenologues des France presieduta da Cyril Payon e diretta da Béatrice Da Ros, si avvale del patrocinio dell’Oiv e dell’Union Internationale des Oenologues.

Una particolarità che lo rende differente dalla maggior parte delle competizioni enologiche internazionali, è che ogni membro della giuria deve compilare una scheda organolettica di ciascun vino assaggiato. Il commento dei vini medagliati, tra questi anche l’Italian Blanc di De Mare, viene poi pubblicato in un’apposita  guida che è tra i libri maestri dei più importanti sommelier d’Europa e del mondo. 

Concluso il tour enogastronomico alla scoperta Greco di Bianco

Si è concluso positivamente il press tour enogastronomico nella zona di produzione del Doc Greco di Bianco che ha visto la presenza di giornalisti specializzati nel settore agroalimentare, provenienti da tutta Italia, alla scoperta di un territorio caratterizzato da luoghi con una storia millenaria, una natura incontaminata ed un notevole patrimonio enogastronomico. L'iniziativa è stata organizzata dal Comune di Bianco (RC) in collaborazione con l'UNAGA (Unione nazionale dei giornalisti agricoli e agroalimentari italiani, Gruppo di specializzazione della FNSI), la Regione Calabria, il Comune di Casignana, la Proloco di Bianco, l'Università Mediterranea di Reggio Calabria, l'ARSAC, l'Associazione Città del Vino e le aziende vitivinicole locali. I giornalisti hanno potuto incontrare i produttori che lavorano con impegno e passione per ridare prestigio a vini e vitigni autoctoni con una tradizione millenaria che rischiavano l'oblio. Particolarmente apprezzati sono stati i pregiati e rinomati vini passiti Greco di Bianco, tra i primi vini ad aver ottenuto la Doc, e il Mantonico Igt. Coinvolgente la vendemmia notturna in cui i partecipanti, partiti per gioco e curiosità, si sono lasciati travolgere dall'attività, vendemmiando per ore, forbici alla mano, il Greco di Bianco al chiaro di luna. Le uve di questo vino, infatti, vanno raccolte rigorosamente a mano, stese delicatamente su graticci di canna al sole (alcuni produttori usano tecniche più moderne) per un processo di appassimento che può produrre, una riduzione fino al 35% del peso. Al termine di questa operazione si procede con la pigiatura e la torchiatura. La resa massima di uva in vino al consumo non deve essere superiore al 45%. Il Greco di Bianco, dal colore giallo ambrato e dal particolare profumo di zagara, è stato più volte definito "nettare degli Dei" e nel 1980 gli è stato attribuito il marchio Doc. Il Mantonico (di colore giallo citrino e sapore pieno) il cui nome deriva dal greco mantonikòs (profeta) era, come il Greco, particolarmente apprezzato dai sacerdoti dell'antica Locri Epizephiri in quanto si credeva che questi vini avessero virtù divinatorie, afrodisiache e terapeutiche. In questo territorio storia e leggenda si intrecciano. Sembra, infatti, che le primi viti siano state portate da alcuni coloni greci sbarcati a Capo Bruzzano nell'VIII secolo a.C.. Un'altra storia narra che, nel 560 a.C, 10 mila Locresi riuscirono nella titanica impresa di sconfiggere l'esercito Crotonese, composto da 130 mila uomini, dopo abbondanti libagioni con un vino locale che infuse loro coraggio e vigore. I partecipanti hanno fatto un tuffo nel passato visitando la Villa romana di Casignana (una sorta di Villa Armerina, splendida ed ancora da scoprire) ed alcuni antichi palmenti risalenti all'epoca della Magna Grecia nel bosco di Rùdina-Ferruzzano. I palmenti, scavati nella roccia, sono vasche per la vinificazione utilizzate fin dall'antichità (nella zona ne sono stati censiti almeno 700) per la pigiatura dell'uva e la fermentazione dei mosti. Tra i punti di attrattiva del tour il Museo del Vino, istituito dal Comune di Bianco per la conoscenza e conservazione degli antichi strumenti del processo di vinificazione e della valorizzazione del territorio, che sarà aperto al pubblico a breve. Di grande interesse è stato anche il convegno sul tema "Il Greco di Bianco Doc e il Mantonico Igt raccontano la storia del territorio: come valorizzarli?" tenutosi, con la presenza di esperti del settore, nella splendida cornice della Villa romana di Casignana. Tra i partecipanti all'incontro, moderato dal presidente Unaga Mimmo Vita: Mauro D'Acri (Consigliere regionale con delega all'Agricoltura), Seby Romeo (Consigliere regionale), Aldo Canturi (Sindaco di Bianco), Rocco Zappia e Maria Teresa Russo (Università Mediterranea di Reggio C.), Claudio Fuoco (ARSAC), Claudio Saporito (Presidente Consiglio comunale di Bianco), Gennaro Convertini (Federazione Italiana Sommelier), Saveria Sesto (Associazione Città del Vino), Carmine Maio (responsabile Settore vitivinicolo Regione Calabria), Vito Crinò (Sindaco di Casignana), Andrea Musmeci (Presidente ARGA Calabria). Tra i punti emersi, la necessità di aggregarsi. I produttori locali, in questi anni, hanno lavorato molto bene recuperando la coltura dei vigneti autoctoni, avviando l'ottimizzazione del processo produttivo, curando la comunicazione dei propri marchi. Accanto alle aziende di eccellenza coesistono aziende che devono migliorare (per es. per controllare le fitopatie, per introdurre la refrigerazione o per migliorare la commercializzazione) ma che, essendo di piccole dimensioni, non possono permettersi un tecnico. Occorre, quindi, che i produttori si consorzino, in modo da ottimizzare le fasi di produzione e fare "massa critica" così da adottare strategie di comunicazione e marketing e costruire un "brand" capace di attestare sul mercato internazionale il vino passito. Il Greco di Bianco e il Mantonico hanno tutte le carte in regola per diventare gli ambasciatori del gusto della Riviera dei Gelsomini.

 

 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al via la prima edizione del Cirò Wine Festival

Prenderà il via questa sera la prima edizione del "Cirò Wine Festival", l'evento enogastronomico, promosso dal Consorzio di tutela e valorizzazione dei Vini Cirò e Melissa DOC. La manifestazione, che  riunirà le migliori case vinicole della regione, si propone come principale vetrina delle produzioni enologiche calabresi. Nell'ambito della rassegna sarà possibile apprezzare sia le etichette che hanno già una storia di successi alle spalle, sia quelle che si stanno facendo conoscere sul mercato e tra i consumatori.

Cantine "Benvenuto: Ulisse ritorna in patria!

Passando dal lago dell’Angitola, e fermandomi a fare qualche foto con il mio nuovo smartphone super teconologico, cercavo di scrutare  oltre “l’orizzonte” per capire dove si trovasse di preciso questa nuova realtà che da li a poco avrei scoperto; una nuova cantina a Francavilla Angitola: quando vennero a pranzo allo "ZenZero" e mi portarono la campionatura, invitandomi in azienda, capii subito che avrei avuto a che fare con persone umili, sapienti e professionalmente preparate. Il lago, baciato da un carico sole autunnale che si rifletteva anche nell’obbiettivo del mio telefonino, lasciava spazio soltanto all’immaginazione, e così rimettendomi in macchina con i miei compagni di viaggio riparto alla ricerca di questo luogo…

Al bivio dell’autostrada incontro Alessandro che mi indica la via. Attraversiamo una strada di quelle che portano in qualche paesino, una specie di statale con qualche buca di troppo e tanti alberi da frutto ad incorniciare il solito sole, che alle undici era oramai un sole dal profumo estivo. Una svolta secca a sinistra ed una ripida discesa ci fanno intuire che abbiamo raggiunto le cantine Benvenuto. Scendo dall’auto e abbraccio Giovanni, il titolare dell’azienda, il sole è sempre lì, come se volesse indicarmi qualcosa. A primo impatto la cantina risulta leggermente anonima, sembra di stare da un amico in campagna (più tardi ovviamente mi viene spiegato come sarà quando i lavori saranno terminati), ma a me piace pensarla così: una giornata autunnale, da un caro amico in campagna a bere del buon vino (e che vino). Inizio ad isolarmi dal mondo, e a provare le mie sensazioni, mi accorgo di come il tempo quest’anno sia stata particolarmente bizzarro osservando degli alberi da frutto ancora in fiore.Seguo la truppa composta da Giovanni e Alessandro della cantina, Vincenzo, amico di avventura e Claudio, mio fratello. Si va in vigna.Ascolto in lontananza le precise spiegazioni di Giovanni, tutti i racconti sul suo operato, la sua scelta di ritornare in Calabria per inseguire il sogno di rilanciare quella zona dove suo nonno coltivava la terra e la vigna, tutti i suoi progetti futuri… Loro vanno avanti, ormai li sento ma non li ascolto più..

Sentori sempre più freschi mi spiazzano, finalmente ci sono, raggiungo gli altri e scopro quella meraviglia che quel sole da stamattina cercava di suggerirmi. Una vallata incredibilmente ordinata, le vigne a terrazzamenti a sinistra, gli alberi che le proteggono, e questa “V” affacciata sul mare che incanala quel profumo…quel profumo che chiudendo gli occhi mi riporta sul pedalò con gli amici, sulla spiaggia all’alba dopo un falò..a quella grigliata a casa di Totò. Ogni leggero refolo è un ricordo, ogni attimo trascorso su quella collina a respirare a pieni polmoni con gli occhi chiusi quell’aria di sale …  Ah, dovreste sentirlo..

Ritorniamo in cantina, l’interno si presenta molto chic ma allo stesso tempo semplice e moderna. “La fortuna aiuta gli audaci” è il motto dell’azienda, e il mitico Giovanni di  coraggio ne ha davvero tanto… direttamente proporzionale alla sua preparazione ed alla sua umiltà! Un calice si avvicina al rubinetto dell’enorme cisterna con sù scritto zibibbo: “ragazzi questo ancora è mosto, ma potete gia sentire i profumi e farvi un idea su ciò che sarà”, eccolo che ritorna, di nuovo quell’odore, sembra di essere ritornati di nuovo li, in cima a quella vallata, con gli occhi chiusi…e a quella chiacchierata al tramonto su quella spiaggia umida. In ogni bottiglia, anche nei rossi assaggiati in seguito (accompagnati da una buona pitta serrese condita con l’olio nuovo dell’immancabile Mazzitelli), ritorna quel sentore minerale, quel respiro a pieni polmoni, quel vento che arriva dal mare e che stringe ogni singolo acino con dolcezza e protezione, quel vento che questo vignaiolo riesce a far entrare in ogni singola bottiglia. E’ come Ulisse che ritorna in patria portandosi con se i ricordi delle sue avventure e la brezza marina.

Il ritorno di Giovanni Celeste Benvenuto in Calabria, coraggioso e attento, allegro e sensibile…Cinque vini diversi tra loro ma con una caratteristica inconfondibile… sapore di sale, sapore di mare…

Buona “Fortuna” alla cantina…Benvenuto in Calabria!!!

..o meglio BENTORNATO…

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