Omicidio sulla spiaggia di Soverato: torna in carcere Pantaleone Gullà

Ha ripreso la strada della prigione il 49enne Pantaleone Gullà, sul quale grava l'accusa di aver ucciso Ferdinando Rombolà, assassinato il pomeriggio del 22 agosto di 6 anni fa mentre si trovava sotto l'ombrellone in spiaggia a Soverato. Il delitto fu commesso sotto gli occhi della moglie, del figlioletto di appena un anno e di altri bagnanti. L'ordinanza che ripristina a suo carico la custodia cautelare in carcere gli è stata consegnata stamattina dai Carabinieri del Nucleo operativo del Comando provinciale di Catanzaro. Finito in manette otto mesi fa, poche settimane più tardi fu scarcerato su disposizione del Tribunale del Riesame. Al provvedimento si oppose la Procura della Repubblica ricorrendo in Corte di Cassazione i cui giudici hanno deciso che Gullà debba tornare dietro le sbarre. In sede d'indagine, gli investigatori inserirono l'omicidio nel contesto della guerra fra il clan Gallace-Novella e la cosca Sia-Tripodi-Procopio per il controllo dell'area di Soverato e dintorni. 

    

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Faida dei boschi: 4 arresti per l'omicidio di Ferdinando Rombolà

Stamattina i Carabinieri hanno dato seguito ad un'ordinanza di custodia cautelare a carico di quattro persone, che si trovavano già dietro le sbarre e sospettate di aver ordinato e commesso l'assassinio di Ferdinando Rombolà. Delitto avvenuto il 22 agosto di cinque anni fa sulla spiaggia di Soverato. La vittima, 40 anni, fu trucidata sotto gli occhi dei propri familiari. Quattro i colpi di pistola calibro 7.65 che lo freddarono. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Giudice delle indagini preliminari che ha accolto favorevolmente l'istanza formulata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Gli inquirenti, già nell'immediatezza dei fatti, intuirono che l'agguato, messo in atto da un killer con il volto nascosto da un casco integrale, era da inserire nel contesto della sanguinosa ed efferata faida dei boschi che in quel periodo lasciò sul campo quindici cadaveri di persone ritenute organiche ai clan della zona che si contendevano il predominio territoriale. 

 

 

 

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