Non ci stanno gli studenti della Scuola di specializzazione per le professioni legali di Catanzaro del secondo anno, per la quale -si appura da una delibera del Consiglio comunale- è previsto lo spostamento dal Campus universitario “Salvatore Venuta” verso il plesso San Giovanni sito in Piazza Garibaldi a Catanzaro centro, e la questione finisce in Parlamento. È il deputato M5S Paolo Parentela a proporre una interrogazione ai ministri competenti in materia. “Non si capisce – afferma il parlamentare - secondo quali criteri Comune di Catanzaro e Università abbiano concluso che la struttura non potesse ospitare 250 studenti della facoltà di Psicologia, ma potrà ospitare fino a mille persone iscritte ai master ed alle scuole di specializzazione”. Inoltre, chiede al Governo di valutare l’esistenza di un danno erariale in virtù del fatto che il plesso San Giovanni è stato ristrutturato utilizzando fondi Por Calabria destinati agli spazi espositivi e non a quelli didattici. Nella giornata di ieri, la UMG Web Radio ha mandato in onda una diretta alle 15:00 alla quale hanno partecipato, spiegando le proprie posizioni, i rappresentanti degli specializzandi e la dottoressa Bitonto del Comitato per la tutela del San Giovanni. Durante la trasmissione radiofonica ognuno ha messo in luce i propri motivi di perplessità, in merito all’ipotesi del trasferimento, anche se sembrano divergere le posizioni dei rappresentanti Lidia Vescio e Sebastian Ciancio. La prima, portavoce di una buona maggioranza, ha espresso il suo totale dissenso all’allontanamento dal campus, per il quale dice: “sarebbe opportuno potenziarne i servizi e fare in modo che venga trasferita anche la facoltà di Sociologia”, Ciancio, dalla sua, non si è opposto all’ipotesi di un trasferimento, anzi sarebbe favorevole alla creazione di una “cittadella giudiziaria”, per la quale però dichiara: “è fondamentale porre in essere un progetto mirato e curato per il quale andrebbe speso del tempo, almeno un anno”. In sintesi, prima i servizi ,poi gli studenti. La Scuola, nel cui biennio (come da bando da concorso) gli specializzandi avrebbero avuto la medesima sede, è strutturata in modo tale da esigere più pause durante le lezioni, queste ultime concentrate a tempo pieno in soli due giorni settimanali. Ma le ragioni della resistenza non sono solo, certo, di natura esclusivamente sociale o di mero capriccio: il plesso San Giovanni è una struttura assolutamente inidonea ad ospitare qualsivoglia attività accademica, nonché contraria a quelle norme che descrivono i requisiti minimi essenziali per le aule universitarie (DM 18/12/1975). Se di aula vogliamo parlare, visto che, sempre dalla delibera in questione, si evince che solo il piano terra verrà destinato a tale funzione, mentre il secondo piano conserverà l’attuale funzione di pinacoteca, che dal 1998 ospita le opere di Andrea Cefaly, ed ancora, i servizi igienici sono situati esclusivamente al secondo livello, che, oltre a non essere accessibili dagli studenti con difficoltà motorie, non fanno proprio parte del progetto di affidamento. I disagi vanno dai parcheggi, ai servizi mensa, alle corse degli autobus, ma, soprattutto, rievocano quel progetto preconizzato qualche anno fa, secondo il quale, il campus “Salvatore Venuta”, in completo sfregio di un lungimirante progetto di cooperazione ed interrelazione tra diversi dipartimenti, sarebbe destinato (per volontà tutt’altro che nobili) ad ospitare le facoltà medico-scientifiche, mirando all’avvicinamento della facoltà di Farmacia ed alla disgregazione delle facoltà giuridiche. Il progetto, sembra forzare la mano ad una rivalorizzazione del centro storico catanzarese che, dopo la creazione del campus universitario, ha visto uno spopolamento da parte degli studenti verso la più logistica zona di Catanzaro Lido, cosa poco gradita da commercianti e locatori del centro catanzarese. Tutti elettori, si intende! Certo è –ricordiamo a chi di competenza o di convenienza- che, arrangiando e rattoppando, non si solleveranno le sorti di una città per molto tempo sviscerata e, soprattutto, non sembra che la strada preferibile possa essere quella di farne pagare le spese agli studenti universitari. La mancanza di grandi visioni politiche e amore per la propria terra è purtroppo un male incurabile delle varie realtà calabresi, tra le quali Catanzaro sembra primeggiare. L’auspicio sarebbe quello di innamorarsi della propria terra e progettarne così la ricostruzione. Ma, nonostante la confusione mediatica e i gravi ritardi imputabili alla volontà delle Istituzioni di trasferire la Scuola al Complesso Monumentale San Giovanni, gli studenti del II anno raccolgono la prima soddisfazione. Le lezioni inizieranno regolarmente e intanto la resistenza continua.