Fabrizia, gli alunni dell'Istituto comprensivo a scuola di legalità col Procuratore Spagnuolo
Santiago è un pescatore dal volto solcato e dalle mani callose, e per tutta la vita ha inseguito il sogno di pescare il pesce più importante del mare. Poco prima di partire per la pesca grossa il suo aiutante, un ragazzo che vuole cambiare vita, lo abbandona e lui s’imbarca da solo. Dopo una estenuante battaglia col pesce che ha abboccato all’amo, Santiago torna verso la riva ma gli squali gli divorano il pesce che aveva sempre sognato di pescare. Il ragazzo, saputo l’accaduto, torna dal suo maestro per non abbandonarlo più. E’ la trama del “Il vecchio e il mare” di Ernest Emingway, ma è anche lo spunto di riflessione che il Procuratore della Repubblica, Mario Spagnuolo, ha lanciato agli alunni dell’Istituto comprensivo di Fabrizia, durante l’evento formativo sulla legalità “Io vivo... senza confini”, prima di fare rientro in Procura per poi tornare nel mese di Marzo a fare visita agli alunni e insieme discutere sulla morale fatta di dignità, rispetto e dovere, che sta dietro alla storia raccontata dal romanziere americano. La cultura, la morale e l’unicità dell’essere umano che deve cercare sempre di essere se stesso. Questo il messaggio del Capo della Procura vibonese che ha tracciato la via della cultura e dell’umanità quale strada maestra per vivere nella legalità e nella rinascita. Perché lo ha detto bene il primo cittadino fabriziese, Antonio Minniti: «Questa è una terra di frontiera dove c’è una battaglia continua per i diritti e per conquistare le cose più elementari come le strade». Ma all’evento sulla legalità c’era presente lo Stato in tutte le sue sfaccettature, politiche, istituzionali e giudiziarie e i piccoli cittadini del futuro hanno acquisito la consapevolezza che pur vivendo nella periferia di una periferia non sono soli. Poi gli interventi del consigliere comunale di Mongiana, Mimmo Pisano, del commissario di Nardodipace Michele La Robina, e quello della preside della dirigente scolastica Clelia Bruzzì che ha sottolineato come «i bambini hanno la consapevolezza che la scuola serve per il cambiamento. “Noi veniamo a scuola per diventare” ha commentato un alunno e trovo che questa sia la formula più adatta per esprimere quello che i ragazzi si aspettano dalle istituzioni scolastiche. La scuola – ha detto – deve alimentare il patto tra cittadini e Stato dimostrando a tutti che si può cambiare». Alla manifestazione erano presenti anche il Comandante provinciale dei carabinieri, Daniele Scardecchia, il Comandante della Compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno, Mattia Ivano Losciale, il Comandante della Stazione di Fabrizia Giuseppe Pelaia e il Comandante provinciale dei Corpo Forestale dello Stato Lorenzo Lopez. L’incontro formativo, curato dalla referente del progetto Maria Carmen Aloi e dall’insegnate Rosa Suppa, rientra nel protocollo d’intesa siglato tra il MIUR e le Camere Penali calabresi e ha dato agli alunni la possibilità di scoprire la Carta Costituzionale. Il consigliere regionale e presidente della commissione antimafia della regione Calabria, Arturo Bova, che ha subito due attentati incendiari, ha portato esempi concreti e vissuti da lui stesso nella veste di sindaco di Amoroni di come l’educazione civica insegnata dalla scuola viene applicata dagli alunni nella vita quotidiana fatta di relazioni sociali. Stella Franco, referente regionale per la legalità dell’Usr Calabriaha sottolineato come «i giovani cadono spesso nella trappola degli adulti e anche qui la scuola deve insegnare ad agire sempre nel giusto». In conclusione dell’importanza della sinergia tra scuola e famiglia e dell’attualità della carta costituzionale hanno parlato il vicesindaco di Fabrizia Antonio Carè e l’avvocato Vincenzo Gennaro, presidente delle Camere penali di Vibo Valentia, che ha invitato gli alunni a non farsi ingannare «dai falsi promotori della legalità. Sappiate discernere».
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