Pasquale Imbalzano attacca Falcomatà sullo sblocco dei pagamenti del progetto "Obiettivo Occupazione"

"Le cattive abitudini sono dure a morire. Dopo tante azioni di sindacato ispettivo rivolte dai colleghi consiglieri nel recente passato e cadute nel vuoto, anche in questo caso sono trascorsi oltre trenta giorni dall’inoltro al Sindaco, quale funzionario delegato al Decreto Reggio, di interrogazione a risposta scritta sull’ineludibile vicenda dello sblocco dei pagamenti relativi al progetto Obiettivo Occupazione e dai piani alti di Palazzo San Giorgio viene serbato solo silenzio assordante”.

E’ quanto afferma Pasquale Imbalzano, capogruppo di Area Popolare- Nuovo Centrodestra nel Consiglio Comunale di Reggio.

“Eppure la vicenda non è affatto sconosciuta se si considera che le somme relative al presente progetto occupazionale risultano (per le annualità 2013 - 2014 – 2015)  erogate solo parzialmente da parte del Comune  ai datori di lavoro su cui gravano i maggiori oneri delle assunzioni dei soggetti svantaggiati e, in specie, risultano liquidate alla data dello scorso luglio 2016 soltanto il 50% circa del relativo ammontare”, aggiunge Pasquale Imbalzano .

“Pare, dunque, non interessare assolutamente come tale incertezza rischia di impedire una pronta ripresa delle attività imprenditoriali e professionali, coinvolte da questi interventi di politiche attive del lavoro, visto che non può essere scongiurato il licenziamento di un centinaio di dipendenti (circa 130 unità) ultimi destinatari della misura di incentivo”, continua Pasquale Imbalzano.

“Circostanza ancora più amara se si considera che lo stesso Sindaco, al 31 ottobre 2016 dinnanzi alla massima assise cittadina e in approvazione  della rimodulazione dei fondi della legge per Reggio, ha offerto inequivocabili garanzie per la definitiva risoluzione della vertenza.

Soprattutto adesso che il Comitato di Gestione sul decreto, convocato lo scorso 20 gennaio a Roma presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha conferito immediata eseguibilità alla rimodulazione dello stesso programma di investimenti”, aggiunge ancora Pasquale Imbalzano.

“Pertanto invitiamo caldamente l’Amministrazione a rispondere nel più breve termine, sanando l’irregolarità compiuta non tanto verso gli amministratori che vigilano scrupolosamente sulle sorti di questa complessa vicenda, quanto verso quell’ultimo  centinaio di dipendenti vincitori del bando, che soffrono di una condizione di incertezza non più sostenibile e per i quali si profila – giorno dopo giorno- l’inevitabile licenziamento ad opera dei rispettivi datori di lavoro”, conclude Pasquale Imbalzano

Bando edilizia sociale, rinviato a giudizio il vicepresidente del consiglio regionale Gentile

Il vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Gentile (Ncd), è stato rinviato a giudizio nell'ambito di una inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro sulle presunte irregolarità nel bando regionale per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale. L'inchiesta fa riferimento alla passata legislatura, quando Gentile rivestiva la funzione di assessore regionale ai Lavori pubblici nella giunta presieduta da Giuseppe Scopelliti. Oltre al politico cosentino, il gup Pietro Carè, ha rinviato a giudizio i dirigenti regionali Giovanni Laganà, Domenico Pallaria, Filippo Arillotta e Antonio Capristo. Non luogo a procedere, invece, nei confronti di William Grimoli, Giovanni Pianini, Fiore Cava, Antonio Tallarico, Bina Sprovieri e Giuseppe Chimenti. Il bando, da cui è scaturita l'inchiesta, aveva determinato la pubblicazione di una graduatoria dei benificiari, cui aveva fatto seguito un'integrazione. Secondo l'accusa, il provvedimento successivo avrebbe modificato l'esito del bando, determinando "un ingiusto vantaggio patrimoniale a talune imprese cooperative". I sostituti procuratori Domenico Guarascio e Fabiana Rapino avevano contestato varie ipotesi di abuso d'ufficio e falso ideologico in atto pubblico

 

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