Operazione Tyche 2: sequestrati beni per oltre tre milioni di euro
Le fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio e dal Sostituto procuratore Marta Agostini, hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare personale e a un decreto di sequestro preventivo emessi dal gip di Lamezia Terme su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di tre persone accusate di bancarotta fraudolenta, omessa dichiarazione dei redditi e peculato.
In particolare, i finanzieri hanno notificato al 48enne Giuseppe Cristaudo ed alla moglie Titina Caruso di 45 anni la misura del divieto temporaneo di esercitare ogni attività di impresa, mentre per Battista Cristaudo, 52 anni, è stato disposto il divieto di esercitare la professione di commercialista.
Giuseppe Cristaudo e Titina Caruso, nel novembre del 2005, erano già stati colpiti da misure interdittive nell’ambito dell’Operazione “Tyche” con l’accusa di peculato, bancarotta fraudolenta, dichiarazione infedele e circonvenzione di incapace.
Secondo l’accusa, i reati sarebbero stati commessi nell’ambito del fallimento della Caruso Group S.r.l., società operante nel settore della gestione di videogiochi ed apparecchi da intrattenimento. In quella circostanza, i finanzieri avevano scoperto la presenza di alcuni beni confluiti nella società lametina Automatic Games S.r.l., costituita dai due coniugi e poi dichiarata fallita nel 2014.
L’approfondimento delle vicende legate al fallimento della Automatic Games S.r.l. avrebbe permesso ai militari di portare alla luce una serie di anomalie e artifizi contabili finalizzati ad impedire la ricostruzione del patrimonio ed il movimento degli affari della società.
Tuttavia, grazie alle indagini sarebbe stato accertato il progressivo “svuotamento” dei beni societari, ai danni di creditori e Pubblica amministrazione ed a favore della Casimò Entertainment S.r.l. di Titina Caruso e di un’altra società riconducibile al marito.
Tali beni, costituiti da un impianto di bowling a 12 piste e numerosi apparecchi da intrattenimento (oltre 200 tra slot-machine, flipper, carambole e altri), sarebbero stati, infatti, ceduti alla Casimò Entertainment S.r.l. a titolo gratuito o a cifre irrisorie rispetto al prezzo d’acquisto, di fatto rendendo la Automatic Games S.r.l. una mera “scatola vuota” fino alla dichiarazione di fallimento.
Inoltre, dagli accertamenti svolti dalle fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria - Gruppo tutela economia - di Catanzaro sarebbero emersi oltre 4 milioni e mezzo di euro “scassettati”, ovvero prelevati dagli apparecchi da gioco e mai transitati nelle casse della società fallita, tra i quali era computata anche la quota da versare all’erario quale concessionario per la tenuta di apparecchi da gioco con vincita in denaro (circa 48 mila euro).
Le condotte distrattive e la dissipazione del patrimonio societario sarebbero state realizzate con il concorso di Battista Cristaudo, commercialista della società, che avrebbe fornito un considerevole apporto personale, gestendo la contabilità della Automatic Games S.r.l. nella quale, tra l’altro, avrebbe registrato costi fittizi per oltre due milioni di euro allo scopo di abbattere i ricavi e distrarre liquidità.
Alla luce delle indagini svolte, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Lamezia Terme, Valentina Gallo, ha, quindi, emesso l’ordinanza di misure cautelari e disposto il sequestro preventivo di somme di denaro e beni nelle disponibilità degli indagati per un ammontare complessivo di circa tre milioni di euro.
I finanzieri hanno, dunque, sottoposto a sequestro conti correnti accesi in diversi istituti di credito, quattro immobili (tra cui una villa di 15 vani con piscina a Lamezia Terme), la sala bowling a 12 piste collocata nel centro commerciale “Due Mari” di Maida e centinaia di apparecchi da gioco del tipo slot-machine.
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