In autostrada con 12 chili di marijuana, tre ventenni in manette

Oltre 12 chili di marijuana sono stati sequestrati dalla polizia stradale, durante un’attività di controllo condotta nell’ area di servizio di Rosarno dell’autostra A2 “del Mediterraneo”. In particolare, gli agenti hanno perquisito una Fiat Panda, con tre ventenni a bordo.

Durante l’attività, nel bagagliaio sono stati rinvenuti 13 sacchetti di cellophane contenenti oltre 12 chili di marijuana.

Gli indagati, dopo l’arresto, sono stati posti ai domiciliari.

Sorpreso a bruciare cavi in rame, arrestato

A Rosarno (Rc), i carabinieri della locale Tenenza e della Stazione di San Ferdinando, hanno arrestato in flagranza, un cittadino bulgaro 48enne, per combustione illecita di rifiuti.

In particolare, l’intervento dei militari dell’Arma è avvenuto a Marina di Rosarno in seguito ad una segnalazione giunta al 112, circa la presenza di un uomo intento nella combustione di rifiuti con conseguente sviluppo di una coltre di fumo nero e denso a pochi passi dal mare.

Sul posto, nell’immediatezza due pattuglie dei carabinieri, che lo hanno subito identificato  e arrestato nell’atto di bruciare numerosi cavi elettrici, verosimilmente allo scopo di ricavare il rame, dopo averne sciolto la plastica.

L’uomo, su disposizione dell’autorità giudiziaria, è stato posto agli arresti domiciliari.

In corso gli accertamenti per verificare la provenienza dei cavi elettrici, non si esclude la possibilità che possano essere stati trafugati da qualche capannone della zona.

 

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Tragico incidente stradale sul tratto calabrese dell'A2: un morto e due feriti

Un morto e due feriti; questo il bilancio di un incidente stradale avvenuto nel pomeriggio di oggi, in prossimità dello svincolo di Rosarno (Rc) dell’autostrada A2 “del Mediterraneo”. L’impatto, le cui cause sono in corso d'accertamento, ha interessato due veicoli,

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, le forze dell’ordine e il personale Anas.

Reddito di cittadinanza ottenuto con dichiarazioni false, 164 denunce

I finanzieri del Gruppo di Gioia Tauro (Rc) hanno passato al setaccio le posizioni di 173 beneficiari del Reddito di cittadinanza.

Si tratta, in gran parte, di cittadini extracomunitari residenti tra Rosarno e San Ferdinando.

L’indagine ha consentito di individuare 164 soggetti di nazionalità straniera che, attestando falsamente di risiedere nel territorio nazionale da almeno dieci anni, avrebbero indebitamente percepito il beneficio economico.

Attraverso le false attestazioni, gli indagati avrebbero complessivamente intascato 263 mila euro.

L’attività condotta dalla fiamme gialle ha permesso d’interrompere le procedure di assegnazione del contributo per oltre un milione di euro, segnalando i beneficiari all’Inps ai fini della revoca del sussidio.

Inevitabile, inoltre, la denuncia delle 164 persone accusate di aver indebitamente percepito il Reddito di cittadinanza attestando falsità o omettendo di dichiarare informazioni veritiere.

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Hashish e marijuana, un arresto e una denuncia

I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro e dello Squadrone eliportato Cacciatori di “Calabria”, hanno denunciato un 28enne e arrestato un 23enne, entrambi di Rosarno, per detenzione di sostanze stupefacenti.

In particolare, i militari, durante un controllo, hanno rinvenuto, diversi sacchetti di droga nascosti in un pollaio. Inoltre, in una vecchia auto trovata nelle vicinanze, sono stati scoperti diversi semi di canapa indiana.

Infine, i militari hanno denunciato un 28enne nella cui abitazione è stata rinvenuta della droga.

Complessivamente, nelle due operazioni, sono stati sequestrati oltre due chili di hashish e marijuana.

Operazione Blu notte contro la ‘ndrangheta, arresti in diverse regioni

 All’alba di oggi, i carabinieri di Reggio Calabria, supportati dallo Squadrone eliportato Cacciatori Calabria e dalle rispettive articolazioni territoriali, hanno eseguito, in 16 province italiane, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Dda, nei confronti di 65 persone di cui 47 in carcere, 16 agli arresti domiciliari e 2 obblighi di dimora.

I destinatari del provvedimento sono ritenuti responsabili - in particolare - di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura e danneggiamenti aggravati dalle finalità mafiose, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

L’indagine è stata svolta dal Nucleo investigativo di Gioia Tauro tra il settembre 2019 e l’agosto 2020 nei confronti di elementi di spicco della "cosca Bellocco", ritenuta al vertice della "società di Rosarno", con interessi sull’intero territorio nazionale e in diversi Paesi esteri.

Il provvedimento dell’autorità giudiziaria ha determinato, inoltre, il sequestro preventivo di una ditta boschiva, che per gli investigatori sarebbe stata utilizzata per agevolare le attività criminali della cosca, il cui valore complessivo è stato stimato in 700 mila euro.

Muffa e sporcizia: chiuso un ristorante, sequestrati 700 Kg di carne

I carabinieri del Nas e del Nucleo ispettorato lavoro di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi della Tenenza di Rosarno,  hanno sequestrato 700 chili di carne, salumi e preparati vari privi di tracciabilità e conservati in locali privi di qualsiasi requisito igienico sanitario.

In particolare, durante un'attività ispettiva a un ristorante di Rosarno sono emerse gravi criticità igienico sanitarie, quali muffa e sporcizia diffusi presso depositi e laboratori per la preparazione di alimenti, risultati anche abusivi, pertanto è stato necessario l'intervento del personale dell'Asp che ha disposto l'immediata sospensione dell'attività.

Inoltre, i militari hanno accertato anche la presenza di un dipendente privo di regolare contratto, la mancanza di sorveglianza sanitaria, l'omessa formazione dei lavoratori e mancati adempimenti per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Violazioni che hanno comportato l'irrogazione di sanzioni per un importo di 33 mila euro.

Scoperte 5 piantagioni di marijuana del valore di oltre mezzo milione di euro

Nei giorni scorsi, durante servizi di controllo nelle campagne di Rosarno, i carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro (Rc) hanno rinvenuto 5 piantagioni di droga, arrestato 11 persone e sequestrato oltre 18 mila piante di marijuana e più di 270 chili di stupefacente di vario tipo.
 
Nello specifico, i militari della Tenenza di Rosarno unitamente a personale della componente investigativa della Compagnia di Gioia Tauro, ai comparti forestale presenti sul territorio e allo squadrone Cacciatori di Calabria, al termine di una serie di servizi di osservazione nelle campagne di Rosarno, sono riusciti a individuare 5 piantagioni mimetizzate tra altre colture.
 
Una settimana di accessi nei fondi rosarnesi che ha portato al sequestro e, in alcuni casi alla distruzione sul posto, di oltre 18 mila piante di marijuana del tipo olandese nano, di quasi 5 mila tra steli ed arbusti e di quasi 300 chilogrammi di sostanza stupefacente di vario genere già pronta per essere immessa sul mercato.
 
Piantagioni nascoste da colture ad alto fusto, da teli agricoli, nonché steli o fusti in alcuni casi sfrondati, ripuliti e riposti in sacchi o bidoni successivamente interrati. Questi gli accorgimenti adottati che,  tuttavia, non hanno impedito ai carabinieri di rilevare la presenza delle piantagioni e che al termine dello specifico servizio di osservazione, dopo aver atteso il momento propizio per accedere nei fondi, hanno tratto in arresto 11 persone, alcune delle quali già note alla Benemerita.
 
Parte delle piante è stata campionata così come previsto dalla legge per il successivo invio ai laboratori per gli accertamenti tossicologici, altra posta sotto sequestro o distrutta sul posto. Sequestrata anche l'attrezzatura utilizzata per la coltivazione e la lavorazione delle piante, quali temporizzatori digitali per l’avvio dell’irrigazione o trimmer per la potatura automatica della canapa. Da una prima stima delle piante sequestrate e della sostanza stupefacente recuperata, si è calcolato che, se vendute al dettaglio, avrebbero potuto fruttare quasi 550 mila euro.

















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