"La questione dei brogli elettorali, con il proseguire delle indagini, assume una dimensione sempre più grave che richiede, oltre a un’attenta valutazione, un’adeguata reazione dei singoli cittadini e delle realtà politiche, sociali e culturali della Città. Se l’inquinamento del voto è frutto di un sistema ben strutturato dal 2018, oltre alle questioni di ordine penale, vi è una dimensione etica e politica che deve attirare l’attenzione di tutti perché non siamo davanti al comportamento di qualche sconsiderato, ma di un fatto gravissimo che si è verificato in un contesto che lo ha permesso.
Colpisce la flebile risposta della politica e dei gruppi espressione della “società civile” che, in passato, hanno più volte alzato la voce e che ora hanno scelto il silenzio o blande dichiarazioni.
Se questo atteggiamento è corretto per l’aspetto strettamente penale della vicenda, di certo c’è un aspetto etico e politico che non ha bisogno di sentenze definitive: è necessario riflettere ora, impegnarsi a ridare valore alle regole sancite dalla Costituzione che fondano il nostro vivere civile.
Il futuro della Città dipende da tanti fattori, di certo ristabilire il valore delle regole, condividere il rispetto per l’espressione della volontà popolare, attraverso il voto, che le Istituzioni devono garantire, è prerequisito indispensabile per qualsivoglia ipotesi di sviluppo.
L’inquinamento del voto a Reggio non può occupare lo sfondo del dibattito politico, in attesa di essere deposto nel dimenticatoio, ma deve portare maggioranza e opposizione a chiari giudizi e coerenti decisioni.
In modo particolare, l’opposizione deve dare un segnale forte e condiviso a tutela dell’inviolabile potere di voto dei cittadini anche perché questo grave fatto si inserisce in un contesto amministrativo che, da anni, gestisce Reggio con le conseguenze che tutti possono vedere.
Il centrodestra reggino fin quando Falcomatà non affronterà in aula la questione morale che ha investito frontalmente la sua amministrazione deve attuare l’unica strada possibile: ostruzionismo intransigente. La cittadinanza in questo momento di grande difficoltà non può comprendere manifestazioni estemporanee o il rifugiarsi sull’Aventino. I partiti e gli eletti contribuendo alla normale vita amministrativa del comune e della città metropolitana legittimano di fatto un’amministrazione moralmente abusiva.
Il secondo tempo del Sindaco Falcomatà ci consegna oggi una Reggio morta, degradata sommersa dalla spazzatura, invasa dai topi, con una manutenzione delle strade affidata alla divina provvidenza e con le periferie in totale autogestione.
Caro Signor Sindaco, quanti residenti ha perso Reggio negli ultimi 6 anni? Quanti nostri concittadini cambiano città e se ne vanno ogni anno? Perché nelle sue dirette Facebook non dà anche questi numeri?
In questa situazione di disastro, abbiamo dovuto aspettare, l’11 marzo per vedere un primo Consiglio Comunale (per gli argomenti trattati forse sarebbe stato meglio continuare nell’oblio): Quali grandi temi la giunta comunale ha portato in discussione per risollevare le sorti della città?
Mentre la città sprofonda, lei pensa alle dirette Facebook, ed alle cittadinanze onorarie, su posizioni ideologiche di estrema sinistra, ai capi di gruppi terroristici come dimostra la recente vicenda di Öcalan leader del PKK.
Un consiglio comunale, macchiato dall’onta dei brogli, che non si riunisce e non lavora, che senso ha di esistere?".
E' quanto si legge in una nota del Circolo “Atreju” Fratelli d'Italia di Reggio Calabria.