Dentista evasore totale con guadagni per oltre 400.000€, scoperto dalla Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza ha scoperto un dentista che esercitava la professione senza mai aver presentato alcuna dichiarazione dei redditi pur avendo conseguito redditi per oltre 400.000 euro.

Rilevato l’effettivo esercizio dell’attività di dentista, i finanzieri hanno avviato un mirato controllo fiscale che ha consentito di reperire presso la sede dell’attività appunti, annotazioni su registri improvvisati e files presenti su strumenti informatici, che hanno permesso di ricostruire l’attività svolta dall’odontoiatra ed i redditi non dichiarati.

In particolare i controlli hanno consentito di ricostruire un’imposta evasa di circa 100.000 euro e di richiedere l’applicazione di misure cautelari fiscali volte a tutelare il credito vantato dall’Amministrazione Finanziaria nei confronti del contribuente. Ciò consentirà l’iscrizione di ipoteca sui beni del debitore e l’autorizzazione a procedere, a mezzo di ufficiale giudiziario, al sequestro conservativo degli stessi, per ottenere garanzie dei crediti erariali connessi alle imposte evase ed ai relativi interessi.

La verifica del mancato rispetto delle norme di natura igienico-sanitario che disciplinano l’operato dei medici hanno altresì portato a disporre la chiusura dello studio dentistico , su precisa indicazione delle Autorità sanitarie locali.

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Scoperto professionista evasore totale proprietario di 17 immobili

I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza hanno scoperto un professionista cosentino che negli anni compresi tra il  2010 ed il 2016 avrebbe omesso di dichiarare al fisco compensi per oltre cinque milioni di euro, nonché di versare imposte per oltre tre milioni e mezzo di euro.

La scoperta è stata fatta mediante accertamenti bancari e con una specifica attività di verifica fiscale effettuata dalle fiamme gialle attraverso un accesso presso lo studio del professionista.

Le indagini finanziarie, svolte con riferimento agli ultimi cinque anni, avrebbero evidenziato la presenza di numerosi rapporti di credito riconducibili al professionista, tra cui oltre sessanta conti corrente.

L’esame dei flussi finanziari avrebbe permesso, quindi, di ricostruire l’ammontare dei redditi annui conseguiti, relativi prevalentemente a prestazioni documentate con parcelle o semplici preventivi di spesa, denominati “parcelle pro forma”, che non sarebbero state registrate in contabilità, tantomeno, sarebbero confluite nelle dichiarazioni fiscali.

I diversi clienti sentiti in merito alle prestazioni ricevute ed ai pagamenti effettuati avrebbero confermato di aver fruito dei servizi del professionista e di averlo regolarmente pagato senza ricevere regolare fattura o parcella.

Il soggetto, accusato di essere un evasore totale, avrebbe mantenuto un elevato tenore di vita risultando, tra l’altro, proprietario di diciassette immobili per i quali non avrebbe versato né le imposte sui redditi di fabbricati né i tributi locali per oltre ventimila euro.

A conclusione dell’attività, i finanzieri hanno contestata l’omessa dichiarazione di imposte per oltre tre milioni e mezzo di euro, mentre il presunto evasore è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cosenza per il reato di omessa dichiarazione.

Il professionista è stato, inoltre, segnalato all’ordine professionale per aver omesso di versare, alla cassa forense, contributi per oltre duecentomila euro.

Al fine di assicurare la restituzione delle imposte evase ed il pagamento delle relative sanzioni sono state attivate le procedure finalizzate al sequestro di beni patrimoniali per un valore equivalente alle imposte evase.

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Impresa di carburante evade per 17 milioni di euro: l’intervento della Guardia di Finanza

Le Fiamme Gialle del Comando provinciale di Crotone hanno ultimato una verifica fiscale nei confronti di una società operante nel settore del commercio all'ingrosso di prodotti petroliferi. 

L’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo ha consentito di individuare l’impresa che risultava aver omesso la presentazione delle dichiarazioni annuali per gli anni dal 2009 al 2014. 

L’attività ispettiva condotta dai finanzieri ha permesso di appurare che l’impresa ha commercializzato carburante, in particolare gasolio agricolo sottoposto ad un regime agevolato, ed ha anche importato dall’estero un prodotto assimilabile al gasolio agricolo, l’olio lubrificante “SO 85”, rivendendolo illegalmente come gasolio per autotrazione, senza aver tenuto alcun impianto contabile. 

Attraverso la ricostruzione delle operazioni economiche poste in essere, effettuata mediante i controlli di coerenza esterna (controlli incrociati) raccordati con i dati emersi nel contesto di indagini di polizia giudiziaria, nonchè con l’esecuzione di indagini finanziarie, le Fiamme Gialle hanno constatato una rilevante evasione fiscale, con elementi positivi di reddito non dichiarati per 16.700.000 euro, a fronte dei quali si è determinato un mancato versamento di imposte dirette (IRES) per oltre 1.400.000 euro, di imposta sul valore aggiunto per oltre 2.000.000 euro, di IRAP per 5.200.000 euro, nonché di accisa dovuta per 8.000.000 euro.

Il legale rappresentante è stato deferito all’Autorità giudiziaria anche per i connessi reati fiscali.

 

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Accertata dalla Guardia di Finanza evasione Imu per oltre 675.000 euro nel Vibonese

Le attività ispettive condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e della Compagnia di Vibo Valentia, nell’ambito di controlli fiscali su immobili adibiti ad alberghi ed attività commerciali operanti sulla fascia costiera vibonese, hanno permesso di constatare, con riferimento agli anni d’imposta dal 2012 al 2015, numerosi casi di evasione dell’Imposta Municipale sugli Immobili, tributo che, con il taglio dei trasferimenti da parte del governo centrale, influenza in modo sempre più significativo i bilanci degli Enti Locali. Le investigazioni sono state sviluppate attraverso un’attività preparatoria basata sulla raccolta di dati relativi agli immobili e sulla collaborazione con gli Enti locali. Dopo avere rilevato gli immobili accatastati nella categoria catastale D (nello specifico: le strutture alberghiere - categoria catastale D/2 - ed i fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un'attività commerciale - categoria catastale D/8) ed identificato le persone fisiche e/o giuridiche intestatarie degli immobili, sono stati esperiti accertamenti presso l’Ufficio Tributi dei Comuni al fine di confermare le risultanze delle interrogazioni alle banche Dati e determinare l’esatto ammontare dell’imposta dovuta. Una volta individuato il proprietario dell’immobile e l’esatto ammontare dell’I.M.U. dovuta, così come determinata dall’ente comunale, le Fiamme Gialle hanno consultato la banca dati dell’Anagrafe Tributaria al fine di verificare la presenza di modelli di pagamenti F24, inerenti il tributo in questione, e la loro congruità rispetto all’ammontare statuito dal Comune.

Gli accertamenti esperiti hanno fatto emergere molti casi di totale evasione dell’Imu per un importo complessivo di 679.043 euro.

Scoperta evasione di Imu per 6 milioni di euro: sanzioni della Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza ha scoperto un’evasione di imposte locali pari a circa 6 milioni di euro da parte di stabilimenti balneari, alberghi e strutture ricettive presenti nella fascia costiera dell’Alto Tirreno. In particolare, le attività ispettive svolte, originate da forme di collaborazione con gli Enti locali, hanno riguardato il corretto assolvimento dell’Imposta Municipale Unica (I.M.U.), introdotta nell'ambito della legislazione attuativa del federalismo fiscale. Dai controlli effettuati nei confronti di circa 50 attività imprenditoriali e società operanti in vari Comuni della Provincia di Cosenza, è emerso il mancato versamento di I.M.U, dal 2012 al 2015, per circa 6 milioni di euro. Le azioni di monitoraggio della Guardia di Finanza si sono focalizzate, prioritariamente, su immobili della categoria “D/2” (Alberghi e pensioni con fini di lucro), per i quali i possessori sono tenuti al pagamento dell’I.M.U. applicando l’aliquota ordinaria adottata dal Comune alla rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per un determinato moltiplicatore (art. 13 c. 4 D.L. 201/2011). Nel corso dei controlli sono stati rinvenuti anche immobili posseduti da imprese e per i quali non si era provveduto ad un regolare accatastamento. In tali casi i militari hanno determinato le imposte locali dovute applicando gli specifici coefficienti fissati annualmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze al valore degli immobili iscritti in bilancio o nel libro dei beni ammortizzabili, al lordo del relativo fondo di ammortamento, così come previsto dall’art. 5 del D.Lgs. 504/92 e dall’art. 13 del D.L. 201/2011. L’intervento della Guardia di Finanza ha dato impulso e incisività alle attività di controllo dei Comuni che verranno sostenute anche nelle fasi di accertamento e riscossione attraverso strette forme di collaborazione e la verifica dell’effettività dei pagamenti da parte dei contribuenti. Oltre all’imposta evasa, le persone e le società che non hanno adempiuto ai previsti pagamenti, saranno soggette anche ad una sanzione amministrativa del 30% dell’importo dovuto. Con il recupero di tali risorse sarà possibile accrescere forme di giustizia sociale, promuovere una riduzione della pressione fiscale locale e garantire un miglioramento dei servizi pubblici.

Professionista evasore totale sottrae al fisco elementi reddituali per 500.000 euro

La Guardia di Finanza, nell’ambito dell’attività istituzionale volta alla tutela delle entrate, ha ultimato una verifica fiscale nei confronti di un professionista esercente l’attività di servizi contabili e fiscali nel circondario crotonese. Le prime mosse delle Fiamme gialle crotonesi hanno preso spunto dal controllo economico del territorio, che ha consentito la rilevazione di particolari indici di capacità contributiva; successivamente l’attività di intelligence è stata integrata incrociando i dati derivanti dalle banche dati in uso alla Guardia di Finanza. Ciò ha permesso ai finanzieri di intravedere, preliminarmente, delle anomalie nei confronti del contribuente, tanto da far scattare una verifica nei confronti dello stesso. La meticolosa attività ispettiva condotta dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Crotone, attraverso la puntuale ricostruzione del reddito complessivo conseguito dal professionista, ha permesso di constatare una rilevante evasione fiscale, di elementi positivi di reddito per circa 500 mila euro, a fronte dei quali si è determinato un mancato versamento di imposte dirette per oltre 183 mila euro e indirette (Iva) per circa 100.000 euro. Questi, ha altresì omesso la presentazione delle dichiarazioni annuali per l’anno 2011, motivo per cui, i verificatori delle Fiamme Gialle, su autorizzazione del Comandante regionale, hanno provveduto ad effettuare indagini finanziarie accedendo ai conti del soggetto verificato, riuscendo in tal modo a ricostruire con completezza i redditi percepiti dal professionista.

Scoperta maxi evasione fiscale da 7,7 milioni di euro: segnalato titolare della ditta

La Guardia di Finanza ha portato a termine un’accurata e complessa attività di Polizia economico-finanziaria, nei confronti di una ditta individuale. Rilevante e difficoltoso è stato il lavoro dei finanzieri poiché, secondo la ricostruzione degli investigatori, con l’evidente obiettivo di evadere le imposte, sarebbero state omesse la presentazione di alcune dichiarazioni fiscali. Pertanto, le Fiamme Gialle di Reggio Calabria hanno dovuto prendere in esame una copiosa documentazione bancaria relativa ai conti correnti intestati alla società, rilevando cospicue movimentazioni di denaro, prive di ogni giustificazione economico-contabile. L'attività ispettiva, svolta dai finanzieri della Compagnia di Palmi, ha consentito di ricostruire l’effettivo volume d’affari conseguito, accertando un imponibile, nascosto al Fisco, di circa  7.700.00 di euro; inoltre, sarebbero state accertate anche un’evasione di IVA per 939.882 di euro ed IRPEF, stimata, per oltre 3.274.000 di euro. Altresì, è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria il titolare dell’impresa, per violazioni al D. Lgs 74/2000, con riferimento all’infedele presentazione delle prescritte dichiarazioni ed all’omessa presentazione di alcune di esse.

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Studio legale evade oltre un milione di euro: sequestrati 4 appartamenti

Stamattina, su disposizione della Procura della Repubblica,le Fiamme Gialle hanno effettuato il sequestro preventivo di beni patrimoniali, per un valore di circa 210.000 euro., nei confronti del responsabile di uno studio legale per un’evasione fiscale milionaria. Le risultanze delle indagini, a parere degli inquirenti, hanno evidenziato la presenza di gravi indizi di evasione fiscale penalmente rilevanti ed indotto la Procura a richiedere il sequestro preventivo di beni a tutela dell’Erario. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cosenza, valutati i presupposti di legge, ha disposto il sequestro di beni per un valore complessivo pari a 210.000 euro. I militari della Guardia di Finanza di Cosenza, pertanto, hanno proceduto all’esecuzione del provvedimento con il sequestro di 3 appartamenti nel Comune di Cosenza e di uno a Spezzano della Sila. L’attività ha tratto origine da una verifica fiscale svolta dalla Guardia di Finanza nei confronti del legale, a seguito della quale sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria violazioni fiscali penalmente rilevanti. L’attività di verifica effettuata, sostengono i titolari dell'indagine, ha consentito di far emergere un’evasione fiscale milionaria attuata attraverso la tenuta di una “contabilità parallela in nero”. Attraverso l’incrocio di dati ottenuti da interrogazioni alle banche dati e l’effettuazione di controlli incrociati presso i clienti ed indagini finanziarie è stata ricostruita, secondo gli investigatori, l’effettiva attività dello studio e la conseguente evasione fiscale milionaria. Le indagini finanziarie  hanno confermato ulteriormente la presunta evasione fiscale con l’individuazione di pagamenti eseguiti da clienti senza emissione di fatture o con emissione di semplici preavvisi di parcella o proforma privi di valore fiscale. Sempre grazie alle indagini finanziarie è stato individuato, affermano gli investigatori, l’utilizzo di un conto corrente intestato ad altro soggetto, destinato ad accogliere gli incassi di molte delle operazioni non contabilizzate

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