Iran, leonessa apre la gabbia e sbrana il custode dello zoo

Un guardiano dello zoo della città iraniana di Arak è stato sbranato da una leonessa.

Da quanto riportato dall'agenzia Irna, il felino sarebbe riuscito a tirare una leva di ferro e ad aprire una porta di sicurezza della gabbia nella quale era rinchiuso insieme a un altro leone.

La tragedia è avvenuta quando l'uomo "è entrato nella gabbia per nutrire i leoni ed è morto tragicamente dopo essere stato attaccato e sbranato dagli animali", ha detto Alireza Karimi, sindaco di Arak, una città che si trova a circa 280 chilometri a sud di Teheran.

Dopo il sanguinoso attacco, i due leoni sono fuggiti dal recinto e hanno vagato per i giardini dello zoo, prima di essere catturati.

Nuovo attacco iraniano in Iraq, esplosioni vicino all'ambasciata Usa

Nuovo attacco iraniano in Iraq in risposta all'uccisione, da parte degli Stati Uniti, del generale Qasem Soleimani.

Dopo il raid della notte scorsa sulle basi che ospitano truppe americane, i pasdaran hanno lanciato due razzi Katyushia verso la "Green Zone" di Baghdad, dove hanno sede diverse ambasciate, tra cui quella statunitense.

Le esplosioni, una delle quali sarebbe avvenuta proprio a ridosso delle sede diplomatica Usa, non avrebbero provocato vittime. 

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Forte scossa di terremoto in Iran

Una scossa di terremoto di magnitudo 6.2 è stata registrata alle 6:32 ora locale (le 3:32 in Italia) nella provincia sudorientale iraniana di Kerman.

Secondo i dati rilevati dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e dall'agenzia sismologia statunitense (Usgs), il sisma ha avuto ipocentro a circa 20 chilometri di profondità ed epicentro a 60 chilometri a nord-nordest della città di Kerman.

 Al momento non si hanno notizie di eventuali danni a persone o cose.

La zona era già stata colpita, a metà ottobre scorso, da un sisma di magnitudo 5.2 che non aveva provocato vittime.

Il 12 novembre scorso, invece, un potente terremoto di magnitudo 7.2 ha devastato la zona settentrionale del confine tra Iran e Iraq, facendo almeno 530 morti.

Terremoto in Iran e Iraq, oltre 300 morti

È salito a 339 morti e oltre 2.530 feriti il bilancio del terremoto che ieri ha devastato una regione posta al confine tra Iraq e Iran.

Il sisma, di magnitudo 7.2, ha causato 328 vittime nella Repubblica islamica ed 11 nel Kurdistan iracheno.

Guerra in Yemen, i miliziani houthi uccidono almeno 40 soldati sauditi

Diventa ogni giorno più sanguinoso il conflitto in Yemen. Dopo il massacro di civili compiuto nei giorni scorsi dagli aerei sauditi, con puntualità chirurgica è arrivata la reazione dei miliziani houthi fedeli al presidente Saleh. I guerriglieri sciiti hanno, infatti, devastato un convoglio di Riad causando la morte di 40 soldati e la distruzione di tre carri armati, sette blindati e numerosi altri veicoli. A mettere fine alla strage, il provvidenziale intervento degli elicotteri sauditi. L'assalto è stato condotto, nel governatorato di Al Jawf, con ordigni esplosivi collocati ai margine della carreggiata e con armi automatiche. Si tratta di uno degli attacchi più sanguinosi compiuti dai miliziani houthi ai danni della coalizione guidata dall'Arabia Saudita.

Assaltata l'ambasciata saudita a Teheran

Non si e` fatta attendere la reazione del popolo iraniano all'esecuzione del religioso sciita Nimr al Nimr, ucciso ieri in Arabia Saudita insieme ad altri 46 oppositori del regime della dinastia Al Saud. Una folla inferocita si e` riversata nelle strade di Teheran dando l'assalto all'ambasciata saudita. La sede diplomatica e` stata saccheggiata dopo essere stata colpita con decine di bottiglie incendiare. Situazione analoga nella citta` Mashad, dove e` stato parzialmente bruciato il palazzo che ospita il consolato saudita. Proteste e disordini anche a Qatif, la principale citta` sciita dell'Arabia Saudita, dove i manifestanti hanno incendiato alcuni edifici governativi.

Luttwak: "A breve scoppierà una guerra"

L'abbattimento dell'aereo militare russo, da parte dall'aviazione turca, rappresenterebbe la premessa di una guerra destinata a deflagrare a breve. A sostenerlo, il politologo statunitente Edward Luttwak, che in un'intervista rilasciata ad affaritaliani.it, ha affermato che scoppierà un "conflitto tra la Turchia e l'Iran". "Teheran - sostiene il politologo - è l'autore della strategia di Assad. Per l'Iran il presidente della Siria è essenziale, esattamente come lo sono gli Hezbollah. E' l'asse sciita. I russi ora entrano in Siria per appoggiare Assad e i turchi abbattono un aeroplano russo. Tutto questo porterà alla guerra tra la Turchia e l'Iran, l'escalation militare è iniziata e il conflitto è ormai molto vicino. Il governo iraniano è diventato ancora più fanatico dopo l'accordo con gli Stati Uniti sul nucleare: hanno arrestato molta gente, lanciato un missile balistico e mandato forze militari in Siria che sostengono l'esercito di Assad. Il presidente della Siria vuole la morte di ogni sunnita e per vincere deve raggiungere questo obiettivo. La Turchia è sempre meno europea e sempre più musulmana con questo partito islamico al potere". In questa situazione, secondo Luttwak, Stati Uniti e Unione dovranno rimanere estranei al conflitto, poiché "ogni tentativo di cercare alleati in Medio Oriente sarebbe un errore. A questo punto in Medio Oriente non ci sono più alleati". Il giudizio nei confronti del Paese di Erdogan è netto: "la Turchia ha tradito la Nato negli ultimi tre anni quando si è rifiutata di cooperare e ha permesso allo Stato Islamico di diventare forte comprando il petrolio. Ankara ha reso lo Stato Islamico potente e mentre gli americani armano i curdi, che combattono l'Isis, i turchi li bombardano. E' peggio avere la Turchia alleata della Nato che nemica".

Francia e Germania decidono, gli italiani pagano

“L’Italia ha riacquistato prestigio internazionale”. Una frase ripetuta ad ogni piè sospinto da esponenti del Governo, osservatori interessati ed opinionisti ancillari. Una frase con la quale si cerca di nascondere la verità cristallizzata nei dolorosi “schiaffi” ricevuti, negli ultimi anni, dal Belpaese. La storia dei Marò è solo una delle tante, una vicenda in cui i Governi che si sono succeduti non sono riusciti a far valere le ragioni dell’Italia né in termini di diritto, né in termini politici. Quanto il ruolo italiano sia marginale e subalterno, non solo sullo scacchiere internazionale, ma anche europeo, lo dimostra il mancato invito al vertice che si svolgerà stasera a Parigi ed al quale, oltre al rappresentante Ue, prenderanno parte i Ministri degli esteri di Francia, Gran Bretagna e Germania. Al responsabile della Farnesina, Paolo Gentiloni, quindi, non è stato recapitato nessun invito. Eppure, il tema dell’incontro riguarda da vicino l’Italia. Il “direttorio” composto dalle tre potenze continentali affronterà, infatti, i nodi relativi all’Iran ed alle crisi libica e siriana, tutti Paesi nei quali, gli interessi economici italiani sono storicamente rilevanti. Come se non bastasse, dalla Siria e dalla Libia, parte la gran parte dei flussi migratori che arrivano nel nostro Paese. In altre parole, le scelte fatte a Parigi ci investiranno in pieno senza che nessun rappresentante del Governo italiano abbia contribuito a determinale. A rendere ancor più grave la situazione, l’atteggiamento silente di Renzi&Co, considerati, dalle potenze europee, alla stregua di parenti poveri da teneri relegati in un angolo. Del resto, l’esclusione dal vertice di Parigi non è, affatto, un caso isolato, basti pensare al negoziato sul nucleare iraniano al quale, in rappresentanza del Vecchio Continente, hanno partecipato, al solito, Francia, Germania e Gran Bretagna. Situazione analoga a quanto accaduto nel caso della crisi Ucraina. Nel corso degli accordi di Minsk, del febbraio scorso, seduti al tavolo dei negoziati, nel ruolo di sensali, c’erano infatti le diplomazie francese e tedesca. In tutti i casi, dall’Iran all’Ucraina, l’Italia è stata chiamata a condividere il peso di scelte economiche, come le sanzioni, assunte, il più dalle volte da Francia e Germania, ovvero Paesi che, sotto il profilo commerciale, sono nostri concorrenti diretti. Il tutto nel silenzio più assoluto del Governo italiano, i cui rappresentanti esclusi da tutti i tavoli che contano, si consolano in Tv parlando del riacquistato prestigio internazionale dell’Italia. Un prestigio di cui oltre confine non si è accorto nessuno.

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