Si è svolta oggi pomeriggio, nella sede della federazione provinciale del Partito democratico di Vibo Valentia, una conferenza stampa che ha registrato la partecipazione del candidato sindaco del centrosinistra, Antonio Lo Schiavo, del vicesegretario nazionale del partito, Lorenzo Guerini, del segretario regionale Pd, Ernesto Magorno, del presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo, del capogruppo Pd in consiglio regionale Seby Romeo, del consigliere regionale Michele Mirabello, del sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, del segretario cittadino Stefano Soriano e di numerosi esponenti locali del partito. “Il nostro – ha affermato Lo Schiavo - è un progetto di discontinuità vera e non solo enunciata, a partire dai metodi di selezione del candidato sindaco avvenuta attraverso le primarie e la scelta democratica di 2500 cittadini che hanno deciso che in questa città bisognava spingere l’acceleratore sui contenuti e che una politica di compromesso non andava più bene. Ma quello che è partito come un percorso naturale del centrosinistra, in questa città si è inceppato su un’anomalia tutta locale. Nonostante le primarie siano state un momento di vera democrazia e trasparenza, il candidato sconfitto è andato direttamente a sostenere il nostro principale avversario. Questo non può più accadere nel centrosinistra; il Pd non può essere un albergo dal quale entrare ed uscire quando si vuole. Io sono alla guida di una coalizione fatta di tante energie che hanno dimostrato di avere le competenze per mettersi alla guida del Comune, e sono soddisfatto delle mie liste, che difenderò a spada tratta perché non si possono disconoscere le proprie liste alla prima difficoltà o alla prima contestazione, né dire che non sono state viste prima. Io le ho vagliate prima le mie liste, e ritengo che un candidato a sindaco non possa non conoscere la composizione delle proprie liste ma anzi debba fare un controllo adeguato. Noi – ha aggiunto - abbiamo dalla nostra parte grandissime professionalità, competenze, energie che metteremo in campo dopo la vittoria elettorale rappresentando, rispetto agli altri, una vera rottura con il passato. Da un lato c’è la conservazione di alcuni meccanismi, alcune stagioni politiche già vissute. Il nostro maggior competitor è già stato sindaco di questa città, non per un giorno ma per anni, e quell’esperienza non ha prodotto risultati. Oggi bisogna guardare al futuro, ripartendo dai servizi essenziali ma soprattutto dalla speranza. Da questa città il 30 per cento dei giovani scappa, e quando viene meno un’intera fascia generazionale allora una città rinuncia al suo futuro. Servono segnali decisi affinché la mia generazione possa ritornare in città e per fare questo dobbiamo lanciare un programma concreto, pragmatico, forte. Attuare una politica che abbia la forza per decidere ed agire e, soprattutto, di governare questa città senza condizionamenti. Nella società vibonese insistono ancora troppe disuguaglianze, e, specie su questo, chiediamo aiuto ai governi regionale e nazionale. Ma non serve una politica autoreferenziale o i soliti piagnistei, servono incentivi che premino il merito e la possibilità di mettere in gioco le energie che qui esistono. Se avremo questa opportunità faremo in modo che a Roma, Vibo sia conosciuta per le sue eccellenze, per la sua classe dirigente e che questa città sia una risorsa per la regione e per il Paese”. A dargli manforte è stato soprattutto Guerini per il quale “questo voto ci vede impegnati in una campagna elettorale generosa, vissuta con passione, dalla quale viene fuori un’immagine del Partito democratico diversa, di un partito che vuole essere protagonista del rilancio di questa terra e vuole esserlo partendo dall’esperienza del governo regionale, dall’interlocuzione con il governo nazionale e dal lavoro delle amministrazioni locali. È questo lo spirito giusto, perché parte dalla consapevolezza dei problemi ma anche delle potenzialità che si possono esprimere. Vedo, poi, un partito che scommette su se stesso e sono contento che ci sia il simbolo del Partito democratico sulla scheda elettorale a Vibo, perché penso che abbiamo bisogno di dire alla gente cosa siamo, chi siamo. Personalmente – ha precisato - credo molto nel valore delle liste civiche a patto che siano realmente civiche e non uno strumento per spostare pacchetti di voti verso questo o quel candidato o, ancora, il camuffamento di partiti che hanno vergogna di presentarsi per quello che sono. Valuto positivamente la scelta delle primarie a Vibo, io ho sempre scommesso su questo strumento in Calabria anche quando me lo avevano sconsigliato. Ma ho voluto scommettere sulla forza e sulla capacità di fare primarie vere in questa regione, ed è stata una scommessa vinta. Un fatto positivo che esalta uno strumento grazie al quale si corre, si propone la propria idea e poi si rispetta il verdetto. Qui ha vinto Lo Schiavo, e chi ha partecipato alle primarie aveva il dovere di rimboccarsi le maniche e lavorare per far vincere la coalizione. Se qualcuno ha fatto altro, dico che ha sbagliato a presentarsi alle primarie perché non ha capito di cosa si stava parlando. Il partito non è un autobus sul quale qualcuno sale per andare ad inseguire i suoi sogni, le sue aspirazioni, le sue traiettorie, la sua carriera. Il Pd è una comunità di persone libere che condividono la medesima passione e in cui la dialettica è un valore. Sono convinto – ha concluso Guerini - che questo percorso porterà il partito a fare anche un investimento sull’età di Lo Schiavo, che ha 37 anni, unendo la competenza e la passione al coraggio della sua proposta che consente di rompere le liturgie della politica, quello stesso coraggio che è richiesto a chi vuol fare il sindaco della propria città”.