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Sequestro di persona: arrestato un gambiano e denunciati 4 minori stranieri non accompagnati

Personale della Squadra Mobile, presso la struttura dell’ex Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, adibita a centro di prima accoglienza e soccorso per migranti, ha tratto in arresto, in flagranza di reato di sequestro di persona, un cittadino gambiano, palesatosi all’atto dell’identificazione come minorenne, risultato maggiorenne a seguito di esame radiologico. Lo stesso, nell’ambito di una protesta inscenata dai minori stranieri non accompagnati ospiti di quella struttura, avrebbe impedito ad una dipendente della ditta di pulizie, mediante minacce ed aggressioni fisiche, di uscire dal citato edificio. Nella circostanza, sono stati altresì deferiti in stato di libertà altri 4 minori stranieri non accompagnati per il delitto di sequestro di persona, di cui 2 anche per lesioni personali.

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Brognaturo, in arrivo altri minori stranieri non accompagnati: dovere dell’accoglienza e problema della sostenibilità

Da un lato c’è il senso di umanità che impone di accogliere chi scappa dal terrore e dalla fame cercando riparo con la speranza di trovare una meta sicura, dall’altra c’è la dimensione di un fenomeno ormai giunto al limite della sostenibilità. Quello relativo ai migranti è un tema fortemente avvertito anche nelle Serre, invase da flussi senza precedenti e alla ricerca di un nuovo equilibrio multiculturale. L’ordinanza n. 16/2016 del sindaco di Brognaturo Giuseppe Iennarella sembra rilevare molti degli aspetti di un sistema che necessita di essere rivisto e sistemato e che può funzionare solo se la solidarietà è messa in pratica da tutti, anziché diventare uno scaricabarile su quei Paesi che, come l’Italia, si fanno carico della difficile situazione. Punto di partenza del provvedimento del primo cittadino è che “il Comune di Brognaturo già dal 2014 è stato individuato come centro di accoglienza di migranti provenienti dal Nord e dal Sud Africa a causa di guerre, persecuzioni, povertà e mancanza di lavoro, tra i quali notevole è il numero di minori stranieri non accompagnati, i quali vengono accolti in strutture che si trovano nella Provincia di Vibo Valentia”. Vero nodo della questione, come emerge dalla premessa del documento, è che “le strutture sul territorio comunale, provinciale e regionale regolarmente autorizzate dalla Regione Calabria, nonché i Centri Hub di prima accoglienza ad alta specializzazione, istituiti dal Ministro dell’Interno in Conferenza Unificata Stato/Regioni Rep. N. 77 del 10 luglio 2014, risultano essere ormai saturi”. In particolare, è divenuto evidente che “l’impossibilità di collocare i minori in strutture di secondo livello, regolarmente autorizzate, ha determinato il sovraffollamento della struttura del Palazzetto dello Sport di Vibo Valentia Marina, struttura non idonea ad ospitare i minori per ulteriore periodo”. Da questo stato di cose, nasce l’ordinanza, rivolta alla Cooperativa “Stella del Sud” di accogliere temporaneamente, presso la struttura “ex hotel Lacina”, i minori richiedenti asilo nel rispetto dei posti disponibili nella stessa struttura. Di certo, è doveroso non girarsi dall’altra parte di fronte alla sofferenza, ma va considerato che l’integrazione è possibile tenendo conto delle proporzioni fra persone da accogliere e residenti, oltre che prestando la giusta attenzione alla difficile crisi sociale ed economica che attanaglia le realtà calabresi.

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