Pizzo, tutto pronto per la rievocazione storica in costume degli ultimi giorni di Murat

Pizzo si prepara alla rievocazione storica in costume delle vicende che segnarono gli ultimi giorni del re di Napoli Gioacchino Murat, che proprio nella città napitina fu catturato, processato e ucciso nell’ottobre del 1815. Domani, sabato 7 ottobre, e domenica 8, decine di figuranti in costume interpreteranno i momenti salienti di quegli accadimenti, dallo sbarco di Murat alla sua cattura da parte dei soldati borbonici, dal processo alla fucilazione avvenuta nel Castello aragonese. Un vero e proprio tuffo nella storia che ogni anno attira migliaia di turisti e curiosi. 

La manifestazione, promossa dall’Associazione culturale Murat Onlus e sostenuta dall’Amministrazione comunale, prevede un programma molto ricco che nella giornata di domani servirà a scaldare i motori in vista del momento clou del giorno successivo. Alle 16 di sabato il corteo storico attraverserà le vie del centro storico partendo dal duomo di San Francesco per giungere in piazza della Repubblica, dove i gruppi partecipanti saranno premiati. Alle 18, sempre in piazza, si terrà un ballo in costume con danze dell’Ottocento e poi, alle 20.30 i rievocatori parteciperanno, sempre in costume, alla cena del re. Domenica mattina, invece, avverrà la rievocazione storica vera e propria, con lo sbarco di Murat alla Marina di Pizzo e la sua cattura, fino all’esecuzione della condanna a morte simulata sul terrazzo del castello. Nei giorni successivi, inoltre, una serie di incontri culturali a tema vedranno la partecipazione di esperti e studiosi del periodo napoleonico.

«Nonostante gli appelli inascoltati lanciati alla Regione affinché sostenesse finanziariamente questo evento culturale - ha commentato il sindaco Gianluca Callipo -, siamo riusciti a garantire, nei limiti delle poche risorse disponibili, il nostro supporto. Resta il rammarico per la scarsa attenzione da parte della Regione, che pur classificando la rievocazione storica come una delle manifestazioni culturali più caratteristiche della Calabria, non ha fatto la sua parte come avevamo auspicato».

 

Pizzo, tutto pronto per la rievocazione storica in costume degli ultimi giorni di Murat

Pizzo si prepara alla rievocazione storica in costume delle vicende che segnarono gli ultimi giorni del re di Napoli Gioacchino Murat, che proprio nella città napitina fu catturato, processato e ucciso nell’ottobre del 1815. Domani, sabato 7 ottobre, e domenica 8, decine di figuranti in costume interpreteranno i momenti salienti di quegli accadimenti, dallo sbarco di Murat alla sua cattura da parte dei soldati borbonici, dal processo alla fucilazione avvenuta nel Castello aragonese. Un vero e proprio tuffo nella storia che ogni anno attira migliaia di turisti e curiosi. 

La manifestazione, promossa dall’Associazione culturale Murat Onlus e sostenuta dall’Amministrazione comunale, prevede un programma molto ricco che nella giornata di domani servirà a scaldare i motori in vista del momento clou del giorno successivo. Alle 16 di sabato il corteo storico attraverserà le vie del centro storico partendo dal duomo di San Francesco per giungere in piazza della Repubblica, dove i gruppi partecipanti saranno premiati. Alle 18, sempre in piazza, si terrà un ballo in costume con danze dell’Ottocento e poi, alle 20.30 i rievocatori parteciperanno, sempre in costume, alla cena del re. Domenica mattina, invece, avverrà la rievocazione storica vera e propria, con lo sbarco di Murat alla Marina di Pizzo e la sua cattura, fino all’esecuzione della condanna a morte simulata sul terrazzo del castello. Nei giorni successivi, inoltre, una serie di incontri culturali a tema vedranno la partecipazione di esperti e studiosi del periodo napoleonico.

«Nonostante gli appelli inascoltati lanciati alla Regione affinché sostenesse finanziariamente questo evento culturale - ha commentato il sindaco Gianluca Callipo -, siamo riusciti a garantire, nei limiti delle poche risorse disponibili, il nostro supporto. Resta il rammarico per la scarsa attenzione da parte della Regione, che pur classificando la rievocazione storica come una delle manifestazioni culturali più caratteristiche della Calabria, non ha fatto la sua parte come avevamo auspicato».

 

Il 13 ottobre 1815 a Pizzo veniva fucilato Gioacchino Murat

Il 13 ottobre 1815 Gioacchino Murat venne fucilato a Pizzo, epilogo di una vita dai molti mutamenti. Avventuroso e coraggioso cavalleggero, percorse rapidamente i gradi dell’esercito rivoluzionario, poi napoleonico; sposò Carolina Bonaparte; venne elevato a granduca di Berg, e nel 1808 a re di Napoli. Napoleone, che ben conosceva la geopolitica e la storia, non osò pensare di annettersi il Meridione d’Italia come fece con Torino, Genova, Firenze e la stessa Roma; o di governarlo direttamente come con Milano, Venezia e Bologna; ma ne riconobbe l’identità con un sovrano indipendente. Cosa pensasse Napoleone delle indipendenze altrui, è facile immaginarlo. Altro era il pensiero di Murat, che appuntò le sue ambizioni a rendere davvero suo il Reame che gli era toccato quasi per caso; e tenere a bada l’ingombrante cognato. Per far ciò, sperò di potersi impadronire della Sicilia, dove regnava Ferdinando con l’invincibile sostegno navale britannico; e intanto usò l’appellativo di Due Sicilie, che nel 1816 diverrà effettivo con il Borbone. Deposta quest’ aspettativa, che poteva realizzarsi solo se Napoleone avesse sconfitto e occupato la Gran Bretagna stessa, mirò a rafforzarsi nel dominio effettivo che aveva. Gli occorreva un partito a suo sostegno, e lo cercò nella borghesia e nobiltà pervase di più o meno fondate ideologie illuministiche; e desiderose di mettere le mani sui beni ecclesiastici e demaniali. Creò un ceto di proprietari e latifondisti difesi dal Codice Napoleone, che tutelava soprattutto la proprietà privata. Per favorirli con ogni assetto legale, trasformò in Comuni quelli che prima erano solo casali delle “Universitates” maggiori; con sindaci e decurioni tratti dalla borghesia. Si avvide che il Meridione non aveva una classe dirigente, come non l’ha tuttora, e si diede a formarla, cominciando dall’esercito. Con un atto che irritò molto Napoleone, impose ai generali francesi del suo seguito di prendere la cittadinanza napoletana, o andarsene. In pochi anni, condusse ai gradi più elevati molti e valenti regnicoli, che diedero buona prova di sé e combattendo l’insorgenza borbonica e popolare, e nelle spedizioni in Russia, Germania, Lombardia e nell’ultimo scontro di Tolentino; i Pepe, Carascosa, Filangieri, Colletta... Ad altri si aprì la strada della carriera burocratica. La classe militare murattiana visse e operò fino al 1848-9, ma non fece discepoli, come ben si vide nel 1860; la burocrazia non si rinnovò. Dopo Lipsia, Murat tentò di separare il suo destino da quello di Napoleone, e nelle prime fasi del Congresso di Vienna i suoi rappresentati vennero ammessi alle trattative accanto a quelli di Ferdinando come re di Sicilia; accortosi che gli accordi tra Austria e Gran Bretagna erano per la rinuncia inglese alla Sicilia in cambio di Malta, e quindi per il ritorno del Meridione ai Borbone sotto la protezione austriaca, provò senza successo la guerra. Il colpo di testa che lo condusse alla morte fu forse una trappola delle due Casate borboniche di Parigi e di Napoli, che potevano avvertire entrambe la sua presenza come una minaccia. Fu condannato in maniera del tutto legale; la legge che lo ordinava era stata promulgata da lui e mantenuta, come molte altre, da Ferdinando.

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Pizzo: venerdì la presentazione del programma per il bicentenario della morte di Murat

Avrà luogo, venerdì 9 ottobre alle 11, nella sala giunta del Comune di Pizzo, la conferenza stampa di presentazione del programma delle manifestazioni e delle iniziative promosse in occasione delle celebrazioni per il bicentenario della morte di Gioacchino Murat, l'ex re di Napoli catturato, processato ed ucciso, nella cittadina napitina, nell'ottobre del 1815. A duecento anni dalla morte, la figura di Murat e l'analisi della sua influenza negli anni a cavallo tra il periodo napoleonico e la Restaurazione che seguì il Congresso di Vienna, sono al centro di numerosi eventi culturali, promossi dalla associazione "Murat Onlus" e dal Comune di Pizzo, in collaborazione con il Comune di Napoli ed il Consolato francese del capoluogo partenopeo. All'incontro con i giornalisti parteciperanno il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, l'assessore alla Cultura Cristina Mazzei ed il presidente di "Murat Onlus", Giusepppe Pagnotta. Il programma delle manifestazioni ed i relativi approfondimenti sono stati messi a punto dal comitato storico e organizzativo formato, tra gli altri, da: Renata De Lorenzo, docente di storia contemporanea dell'Università Federico II e presidente della Società napoletana di storia patria; Luigi Mascigli Migliorini, docente dell'Università Orientale, tra i massimi esperti del periodo napoleonico; Marta Petrusewicz, docente di storia moderna dell'Unical; Vito Teti, antopologo presso l'Unical; Lombardi Satriani, storico; John Davis, studioso dell'Ottocento italiano; Maurice Aymard storico dell'età moderna.
 
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