'Ndrangheta: sequestrati beni per un valore di 450 mila euro ad una coppia

Nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle lametine, coordinate dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione ad un decreto emesso dal Tribunale di Catanzaro, con il quale sono state applicate misure di prevenzione personali e patrimoniali, nei confronti di due persone ritenute esponenti della criminalità organizzata locale.

Si tratta di Giuseppe Notarianni e Carme Bonafé, marito e moglie, condannati al processo Perseo contro la cosca Giampà cui, secondo gli inquirenti, i Notarianni sono affiliati.

Il provvedimento della magistratura, già eseguito dai finanzieri, ha riguardato l’applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, nonché una confisca di beni. Al termine delle indagini, i due soggetti interessati dai provvedimenti sono stati ritenuti socialmente pericolosi, poiché indiziati di appartenere ad una agguerrita organizzazione ‘ndranghetistica operante a Lamezia Terme.

Secondo gli investigatori, grazie ai proventi delle attività criminali, i due avrebbero vissuto agiatamente per anni. Le indagini della Guardia di finanza si sono basate su approfondimenti di polizia economico-finanziaria, istituzionalmente svolte dal corpo, finalizzati ad aggredire i patrimoni illeciti accumulati dagli appartenenti alla criminalità.

Gli accertamenti patrimoniali e reddituali di Finanzieri hanno dimostrato, infatti, che i beni confiscati erano di valore del tutto sproporzionato ed ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati ed al tenore di vita mantenuto dagli indiziati.

In particolare, la confisca ha avuto come oggetto due ville, un appezzamento di terreno e tre autovetture, per un valore complessivo di oltre 450 mila euro.

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Operazione "Perseo": arrestati 7 esponenti della cosca Giampà

Sette persone appartenenti alla cosca di 'ndrangheta Giampà di Lamezia Terme sono state arrestate, questa mattina, dagli uomini della Polizia di stato. Gli arresti sono stati compiuti in esecuzione di un provvedimento emesso dalla corte di Assise di Appello che ha fatto propria l’istanza di applicazione della misura cautelare avanzata dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello. Tutte e 7 le persone interessate dal provvedimento erano state coinvolte nell'operazione Perseo, condotta, nel luglio 2013, dagli uomini della Squadra Mobile di Catanzaro. Assolti in primo grado, gli arrestati sono stati successivamente condannati nel giudizio di Appello con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Secondo l'accusa, uno degli arrestati pur non essendo organico alla 'ndrina Giampa, occultava in locali di sua proprietà i mezzi usati dalla cosca per compiere azioni criminali. Altri due uomini, C.M.N. e A.M., devono rispondere di una serie di episodi estorsivi a carico di imprenditori che gestivano esercizi commerciali a Lamezia Terme, tutti aggravati dal metodo mafioso. In manette anche un altro uomo per il ruolo avuto nel duplice omicidio di Vincenzo Spena e Domenico Vaccaro, uccisi a Lamezia Terme nell'ottobre del 2006. A stringere le manette ai polsi sono stati i poliziotti della Squadra Mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia Terme, coadiuvati da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Vibo Valentia. Espletate le formalità di rito, i 7 sono stati associati alla Casa Circondariale di Catanzaro.

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Processo "Perseo": il senatore calabrese Aiello assolto dal reato di voto di scambio

Assolto per non aver commesso il fatto: Giuseppe Perri, giudice per le udienze preliminari, al culmine del processo celebrato con rito abbreviato, ha emesso il verdetto nei confronti di Piero Aiello, senatore calabrese del Nuovo Centrodestra. Il capo d'imputazione a carico dell'ex assessore regionale era voto di scambio. A difendere le ragioni di Aiello è stato l'avvocato Nunzio Raimondi. Elio Romano, che ha rappresentato la pubblica accusa per conto della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, aveva richiesto che il senatore fosse condannato a tre anni di reclusione. La vicenda giudiziaria è nata dall'operazione "Perseo", condotta nel luglio di due anni addietro, che, secondo le ricostruzioni investigative, aveva smantellato i clan di Lamezia Terme e si era concretizzata con l'esecuzione di sessantacinque arresti. 

 

 

 

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