Imprenditori e funzionari al servizio della 'ndrangheta, arresti in tutta Italia

Imprenditori e funzionari pubblici al servizio della 'ndrangheta.

È quanto ha scoperto la guardia di finanza che ha eseguito decine d'arresti in diverse regioni italiane.

L'indagine, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, ha preso di mira i profili 'imprenditoriali' riconducibili alla cosca Piromalli di Gioia Tauro.

Contestualmente, le fiamme gialle hanno eseguito sequestri di beni e imprese per oltre 103 milioni di euro.

L'operazione, denominata 'Waterfront', giunge al termine di una lunga attività investigativa che ha interessato l'ala imprenditoriale dei Piromalli.

Dagli accertamenti sarebbe emersa l'esistenza di un cartello composto da imprenditori e pubblici ufficiali ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'asta aggravata dall'agevolazione mafiosa, frode nelle pubbliche forniture, corruzione ed altri reati.

 

Operazione "Jail express": estorsione e sequestro di persona, tre fermi

Nel corso di un'operazione denominata "Jail express", condotta a Gioia Tauro, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con la collaborazione in fase esecutiva degli uomini dello Squadrone eliportato Cacciatori “Calabria” di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione ad un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia reggina nei confronti di 3 persone ritenute vicine alla locale cosca di ‘ndrangheta dei “Piromalli”.

I tre sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di tentata estorsione in concorso, sequestro di persona, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di armi comuni da sparo, lesioni aggravate ed illecita concorrenza con minaccia e violenza, con l’aggravante di aver commesso il fatto con l’utilizzo del metodo mafioso.

I diversi tentativi di estorsione, sarebbero stati compiuti dagli indagati ai danni delle società di logistica e trasporto Atre express s.r.l. e Gls s.p.a., mediante reiterate minacce, anche con l’uso delle armi, e ripetute violenze ai danni degli autisti delle società di distribuzione merci per impedirgli di effettuare consegne nel territorio di Gioia Tauro e consentire ad una terza società, la Mar.Sal. Srl, di acquisire il monopolio economico nel settore della consegna merci nell’intera Piana di Gioia Tauro.

Cosimo Damiano Piromalli è il nuovo sindaco di Spadola

Cosimo Damiano Piromalli è il nuovo sindaco di Spadola.

Il neo primo cittadino del borgo della Minerva è riuscito ad imporsi sullo sfidante, Giuseppe Parise.

Alla guida della lista Insieme per Spadola, Piromalli ha ottenuto 322 voti, pari al 54,1 per cento dei suffragi.

Distanziata di 49 preferenze la lista antagonista, SiAmo Spadola che non è andata oltre i 273 consensi, ovvero il 44,9 per cento.

Il candidato più votato è una donna, Maria Stella Sodaro, di SiAmo Spadola, che ha ottenuto 51 voti.

Il candidato che, invece, ha ottenuto il minor numero di voti è stato Cosmo Vittorio Pisani con 10 consensi.

Di seguito le singole preferenze:

 

“Insieme per Spadola” - Candidato a sindaco Cosimo Damiano Piromalli. Voti totali: 322

1. Raffaele Barbara 42
2. Nicola Contabile 20
3. Bruno Gallè (Corsaro) 35
4. Bruno Gallè (Ingegnere) 42
5. Gessica Garcea 18
6. Maurizio Marchese 31
7. Nicola a Antonio Procopio 25
8. Nicola Cosimo Tassone 25
9. Gerardo Vavalà 29
10. Angelo Versace 46

 

“SiAmo Spadola” - Candidato a sindaco Giuseppe Parise. Voti totali: 273
1. Ludovico Arena 32
2. Maurizio Arena 36
3. Giuseppina Borello 15
4. Francesco Cozzetto 13
5. Biagio Domenico Antonio Figliuzzi 30
6. Cosmo Vittorio Pisani 10
7. Maria Stella Sodaro 51
8. Salvatore Tassone 38
9. Nicola Zaffino 40

 

 

Operazione “U Patri Nostru” sequestrato patrimonio del valore di 28 milioni di euro (VIDEO)

Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio CalabriaDirezione Distrettuale Antimafia, le Fiamme Gialle del locale Comando Provinciale, del Nucleo Speciale Polizia Valutaria e del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata hanno eseguito, nelle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Roma, un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria con il quale è stata disposta, nei confronti dell’imprenditore edile vibonese RESTUCCIA Angelo, l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dell’intero patrimonio aziendale di n. 4 imprese commerciali, delle rispettive quote societarie, di n. 27 immobili (appartamenti, locali commerciali, terreni), di svariati rapporti finanziari e assicurativi, il tutto per un valore stimato pari a circa 28 milioni di euro.

Tale provvedimento si fonda sulle risultanze delle attività investigative poste in essere dalla Guardia di Finanza, da cui è emerso che l’imprenditore – sebbene abbia riportato solamente condanne per fatti di modesta entità (violazioni fiscali e alla normativa sul lavoro), peraltro risalenti – è da tempo colluso con la ‘ndrangheta, avendo avviato ed accresciuto le proprie attività grazie agli appoggi delle cosche “Piromalli” e “Mancuso” operanti rispettivamente nei territori di Gioia Tauro (RC) e Limbadi (VV) e legate da accordi e cointeressenze economiche, così come si ricava dalle evidenze giudiziarie del processo cd. “Tirreno” e, da ultimo, del processo cd. “Mediterraneo”. Tale rapporto sinallagmatico, risalente ai primi anni Ottanta, ha consentito all’imprenditore di prosperare e, nel contempo, ha favorito gli interessi dei sodalizi mafiosi, rafforzandone le capacità operative e di controllo del territorio.

La figura di RESTUCCIA Angelo è inizialmente emersa nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Bucefalo”, condotta dai predetti Reparti delle Fiamme Gialle e conclusasi con l’esecuzione, nel corso del 2015, di provvedimenti cautelari personali e patrimoniali nei confronti di n. 11 soggetti, tra cui il noto imprenditore ANNUZIATA Alfonso cl. 43. In quel contesto era emerso lo storico legame tra quest’ultimo ed i componenti di vertice della cosca “Piromalli” – da Don Peppino cl. 21 fino a Pino PIROMALLI cl. 45 – e come lo stesso si fosse prestato “(…) da oltre venti anni, volontariamente e consapevolmente, al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della predetta cosca, così creando e sviluppando, nel tempo, solide cointeressenze economiche, accompagnate da ingenti investimenti commerciali nel territorio di Gioia Tauro (un esempio per tutti la realizzazione del parco commerciale ANNUNZIATA). ANNUNZIATA, in definitiva, è da ritenere partecipe della cosca PIROMALLI, rappresentandone (…) il «cuore imprenditoriale»”. Attraverso le indagini svolte era stato possibile accertare che nella realizzazione del “Parco Commerciale Annunziata” di Gioia Tauro (RC) erano state impiegate diverse imprese legate, direttamente o indirettamente, a cosche di ‘ndrangheta. L’assegnazione 2 dei lavori, infatti, era una prerogativa esclusiva della cosca “Piromalli”, tanto da rappresentare uno dei motivi scatenanti la storica rottura dei rapporti tra la citata famiglia e la cosca “Molè”, le più potenti della piana di Gioia Tauro, storicamente legate da vincoli economici e di sangue.

In questo contesto, la RESTUCCIA COSTRUZIONI S.p.a. – gestita ed interamente riconducibile a RESTUCCIA Angelo – ha realizzato una consistente parte dei lavori edili, ovvero la struttura prefabbricata adibita a nuova sede dell’“ANNUNZIATA S.r.l.”, oltre a due capannoni ed un fabbricato che insistono all’interno del parco commerciale. Le investigazioni svolte, corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno inoltre consentito di appurare come “…don Angelo Restuccia…” non solo conoscesse da tempo i vertici della cosca “Mancuso”, ma li frequentasse e si rapportasse con loro, attraverso un rapporto duraturo e sinallagmatico tale da produrre reciproca collaborazione e reciproci vantaggi, aventi ad oggetto il comune interesse alla realizzazione di opere edili - sia pubbliche che private - nel territorio calabrese. RESTUCCIA Angelo è quindi un esempio emblematico di “imprenditore mafioso”, che ha instaurato con la 'ndrangheta, tanto reggina quanto vibonese, un rapporto interattivo fondato su legami personali di fedeltà e orientato ad un vantaggio economico, avendo certamente tratto dall'attiguità agli ambienti criminali un beneficio per la propria attività imprenditoriale. Una volta delineato il profilo di pericolosità sociale qualificata del proposto, l’attività investigativa si è concentrata, poi, sulla ricostruzione del complesso dei beni di cui RESTUCCIA Angelo e il suo nucleo familiare sono risultati poter disporre, direttamente o indirettamente, nell’arco temporale intercorrente dal 1985 al 2017, accertando, non solo la sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, ma, soprattutto, il ruolo di imprenditore “mafioso” che lo stesso ha rivestito nel tempo, tanto da poter sostenere che il patrimonio accumulato altro non sia che il frutto o il reimpiego dei proventi di attività illecite e, nella specie, dell’attività delittuosa di cui all’art. 416-bis c.p.. Si è appurato infatti, che la "corporate governance" sistematicamente illecita abbia alterato nel tempo le attività economiche riconducibili alla famiglia RESTUCCIA, snaturandone la loro ipotetica origine lecita, e trasformandole quindi - quale "frutto di attività illecita" - in altre entità economiche distinte dalle precedenti.

Alla luce di tali risultanze, su richiesta della stessa Direzione Distrettuale Antimafia, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto, con l’odierno provvedimento, il sequestro di prevenzione sui seguenti beni riconducibili a RESTUCCIA Angelo:

Operazione "U Patri Nostru": duro colpo alla 'ndrangheta, sequestrati beni per 28 milioni di euro

Con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, del Nucleo speciale polizia valutaria e del Servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata hanno eseguito nelle Province di Vibo Valentia, Reggio Calabria e Roma un provvedimento emesso dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria che dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro nei confronti di un imprenditore edile ritenuto contiguo alle cosche di ‘ndrangheta“ Mancuso” e “Piromalli”.

L’operazione denominata “ U Patri Nostru” ha permesso di sottoporre a sequestro un ingente patrimonio, del valore di circa 28 milioni di euro. Nel corso delle attività i militari hanno eseguito diverse perquisizioni domiciliari e locali.

I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 di oggi, presso il Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, alla presenza del Procuratore capo della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho e del Procuratore aggiunto, Calogero Gaetano Paci.

'Ndrangheta: sequestrati beni per oltre 150 mila euro

La guardia di finanza del Gruppo di Gioia Tauro ha sottoposto a sequestro beni per un valore superiore a 150 mila euro. Destinatario del provvedimeno è un pregiudicato ritenuto vicino ai clan Piromalli/Molè, coinvolto a suo tempo nell'operazione "Asmara".  

La misura é stata disposta dal Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palmi, Ottavio Sferlazza.

Il provvedimento giunge a seguito di indagini patrimoniali, svolte dai militari nei confronti del pregiudicato e del suo nucleo familiare, dalle quali sarebbe emersa la netta sproporzione tra il tenore di vita e le ricchezze accumulate.

In particolare, l’analisi delle movimentazioni bancarie e postali e delle proprietà, avrebbe evidenziato che l'uomo avrebbe dichiarato, negli anni, entrate reddituali non compatibili con le disponibilità economiche e finanziarie a lui riconducibili.

Per tale motivo è stato ipotizzato che tali ricchezze fossero frutto del reimpiego di risorse accumulate illecitamente, ipotesi accolta dal tribunale di Palmi con l’emissione del provvedimento ablativo.

 Al termine dell'operazione, le fiamme gialle hanno quindi posto sotto sequestro, ai fini della successiva confisca, beni il cui valore supera i 150 mila euro.

 

Traffico internazionale di stupefacenti: i dettagli dell'operazione Gerry

Diciotto persone fermate e oltre 300 chilogrammi di cocaina sequestrata. Questo il bilancio dell’operazione “Gerry” condotta, tra Calabria, Sicilia e Toscana, dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Catanzaro sotto la direzione della Procura della Repubblica - Dda di Reggio Calabria.

Il blitz ha permesso di disarticolare un’organizzazione criminale attiva nel traffico internazionale di stupefacenti.

I dettagli dell'operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, svolta presso la Procura della Repubblica di Reggio, alla presenza del procuratore Federico Cafiero de Raho e del comandante regionale Calabria della Guardia di Finanza, generale Gianluigi Miglioli.

Nel corso dell'azione, giunta al termine di una complessa attività investigativa, sono stati impiegati oltre 150 finanzieri. Coinvolti anche gli uomini in forze alle unità: Antiterrorismo pronto impiego, cinofile e della componente aerea.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno permesso di fare luce su un’organizzazione estremamente complessa, composta da soggetti vicini a diversi sodalizi criminali riconducibili alle famiglie Bellocco di Rosarno, Mole’ - Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova e Paviglianiti, quest’ultima attiva sul versante jonico reggino.

 In particolare, tra i fermati figura Michele Bellocco, accusato del coinvolgimento nell’importazione d'ingenti quantità di cocaina dal Sudamerica.

L'operazione conclusa oggi, rappresenta l'ennesima riprova di come i clan calabresi siano in grado di contrattare, direttamente con i “Cartelli Sudamericani”, l’acquisto di grosse partite di stupefacenti.

 

  • Published in Cronaca

'Ndrangheta: vasta operazione della Guardia di Finanza, coinvolte 25 persone

I Finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria – con il coordinamento della locale Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia – alle prime luci dell’alba hanno eseguito in Calabria, Sicilia e Lazio un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa, dal gip del Tribunale, nei confronti di 25 persone responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici.

I provvedimenti rappresentano l’epilogo delle attività investigative condotte dal Gruppo investigazione criminalità organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria, volte a contrastare i profili imprenditoriali della cosca di ‘ndrangheta “Piromalli”, operante nella piana di Gioia Tauro.

In tale contesto, è stato individuato un cartello di oltre 60 società che, attraverso la presentazione di offerte precedentemente concordate, è stato in grado di determinare l’aggiudicazione di appalti pubblici per oltre 90 milioni di euro. Sono stati, inoltre, eseguiti 38 sequestri preventivi d’azienda per un valore complessivo di circa 200 milioni di euro, nonché accertati rapporti di connivenza con il sodalizio criminale da parte di un dirigente comunale ed episodi di corruzione di un funzionario dell’Anas.

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