Incendi nel crotonese, evacuate alcune famiglie
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Questa mattina, i finanzieri del Gruppo di Crotone hanno eseguito nella frazione San Leonardo di Cutro (Kr), a Petilia Policastro (Kr) e Botricello (Cz), un provvedimento restrittivo di natura personale emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura distrettuale, con il quale sono state disposte misure cautelari personali nei confronti di 10 persone accusate a vario titolo dei reati di estorsione, usura, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, aggravati dalle modalità mafiose.
Una delle misure cautelari in carcere, emessa - nell'ambito dell'operazione denominata "Jonica" - a carico di uno degli indagati per usura ed estorsione, è stata eseguita dai carabinieri della Compagnia di Sellia Marina (Cz), cui una delle presente vittime si è rivolta per denunciare fatti ritenuti delittuosi.
Contestualmente al provvedimento cautelare personale, è stata data esecuzione al decreto di sequestro - emesso dalla Dda - finalizzato alla confisca “per sproporzione” dei seguenti beni: 4 ditte individuali con sede in provincia di Crotone (operanti, rispettivamente, nel settore della vendita del caffè, della vendita dei prodotti agroalimentari, dell’edilizia e della distribuzione alimentare) ed i relativi compendi aziendali; 19 conti correnti bancari; 1 terreno, 5 appartamenti e 6 automobili.
Il valore dei beni oggetto della misura è stato stimato in circa 2 milioni di euro.
Cutro - Poteva finire in tragedia l’incendio verificatosi ieri mattina, in un’abitazione in località San Leonardo di Cutro.
Ad evitare il peggio, sono stati due poliziotti della Questura di Crotone che mentre stavano rientrando a casa al termine del loro turno di lavoro, hanno notato alcune persone in stato di agitazione.
Avvicinatisi al gruppo, hanno appreso del pericolo in cui versava una famiglia rimasta intrappolata in un’abitazione in fiamme.
Gli agenti non hanno esitato un attimo e nonostante la casa fosse ormai avviluppata dal fuoco, sono entrati in azione, portando in salvo una donna di 43 anni ed i suoi due figli di 21 e 14 anni.
I poliziotti hanno, quindi, preso degli estintori ed iniziato le operazioni di spegnimento in attesa dell’arrivo dei Vigili del fuoco.
Secondo una prima ricostruzione, l'incendio sarebbe stato innescato da un corto circuito al contatore dell’energia elettrica.
Crotone - E’ scattata all’alba di oggi l’operazione, denominata “Golgota”, con la quale la Polizia ha arrestato decine di presunti affiliati alle famiglie di ‘ndrangheta Arena-Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto e Mannolo di San Leonardo di Cutro, accusati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, e porto e detenzione illegale di armi e munizioni.
Gli arresti - scaturiti in seguito alle indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro - sono stati eseguiti dagli uomini della Questura di Crotone e del Servizio centrale operativo, in collaborazione con i colleghi delle Squadre mobili di Bergamo, Catanzaro, Cosenza, Milano, Novara, Vibo Valentia e Reggio Calabria, del Reparto prevenzione crimine di Bari, Cosenza, Lecce, Vibo Valentia e Siderno e delle unità cinofile di Vibo Valentia e Reggio Calabria e il supporto dell’elicottero del V Reparto Volo di Reggio Calabria.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alla questura di Crotone alle 11 di oggi, alla presenza del procuratore Gratteri, del direttore della Direzione centrale anticrimine Francesco Messina, del direttore del Servizio centrale operativo Fausto Lamparelli e del questore di Crotone Massimo Gambino.
I carabinieri del Noe di Catanzaro, coadiuvati dai militari della locale Stazione, hanno denunciato per violazione della normativa ambientale, l’amministratore unico della società che gestisce il centro di raccolta per rifiuti differenziati, ubicato nella frazione San Leonardo di Cutro (Kr).
La denuncia è scattata in seguito ad un controllo durante il quale la struttura ed un’area posta nelle vicinanze sono state sottoposte a sequestro.
In particolare, durante l’attività ispettiva, i militari hanno constatato che i rifiuti, sia pericolosi che non, sarebbero stati gestiti difformemente da quanto previsto dalla normativa ambientale.