Gli uomini della Squadra mobile della Questura di Vibo Valentia e del Nucleo di polizia economico-finanziaria della locale guardia di finanza, coadiuvati da personale della Sezione misure di prevenzione della Divisione anticrimine, hanno dato esecuzione ad un decreto che dispone il sequestro dei benri ai fini di confisca, nei confronti di Maria Merolla, 64enne di origini campane, meglio conosciuta come “Cristina Kramer”.
Il provvedimento, emesso su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore della provincia di Vibo Valentia, giunge al termine di un’indagine che ha permesso di riscontrare come l’indagata, a fronte della totale assenza di redditi dichiarati, nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2017, abbia erogato ingenti somme di denaro al suo compagno – un vibonese di 49 anni - per l’acquisto di terreni e la costruzione di fabbricati che sono stati ceduti in donazione ai 3 figli avuti da quest’ultimo, ma successivamente non riconosciuti dalla donna.
Per gli investigatori, gli immobili sarebbero stati acquisiti grazie all’impiego di risorse economiche derivanti da numerose truffe e raggiri posti in essere dalla 64enne ai danni di persone “vulnerabili”.
Dalle indagini è emerso che la donna, qualificandosi, di volta in volta, come agente di stato, agente immobiliare, agente finanziario, medico, ovvero millantando di vantare importanti conoscenze nei ministeri o in magistratura, avrebbe circuito le vittime prospettando la possibilità e la speranza di fornire una soluzione ai loro problemi, previo versamento di cospicue somme di denaro in contanti o in assegni, per poi far perdere improvvisamente le proprie tracce.
Nel Vibonese, la donna avrebbe effettuato due truffe per un valore complessivo di circa 20 mila euro.
In particolare, Merolla si sarebbe proposta, nel primo caso, come consulente finanziario al fine di curare l’acquisto di una casa nel territorio di Tropea da parte di una coppia, facendosi consegnare la 2.400 euro.
Nel secondo caso, l’indagata, già amica di famiglia, venuta a conoscenza di problemi finanziari in cui versava la figlia della vittima, si sarebbe offerta di curare la rinegoziazione di un mutuo, riuscendo a farsi consegnare, in diverse tranche, quasi 18 mila euro. A fronte delle condotte palesemente reticenti della “Dottoressa Kramer”, le vittime hanno addirittura subito il pignoramento della loro casa.
Le dinamiche criminali emerse nel Vibonese si sono intrecciate con analoghe condotte riscontrate in altre città italiane.
Emblematico risulta il caso di una donna residente a Pistoia, ma proprietaria di un’azienda vinicola con sede nel Veronese, la quale aveva denunciato presso la Procura della Repubblica di Verona di essere stata vittima di una serie di truffe, per un totale di quasi un milione di euro, poste in essere dalla “Dottoressa Kramer”, dopo che questa era stata assunta presso la sua azienda per gestire gli affari.
Tale gestione avrebbe provocato una forte situazione debitoria con diversi istituti di credito, per un totale di 490 mila euro.
A fronte di tali ammanchi, la vittima ha effettuato un controllo dei propri conti correnti, accorgendosi che erano stati emessi una serie di assegni in favore di persone sconosciute, gravitanti in provincia di Vibo Valentia, intestatarie di ditte edili o di materiale per la costruzione di case.
Un’altra truffa che sarebbe stata posta in essere dall’indagata, è stata denunciata a Venezia dove Merolla, presentatasi come il medico “Cristina Kramer”, mediante raggiri ed artifizi avrebbe indotto le parti offese a consegnarle la 70 mia euro, in contanti ed assegni, millantando di adoperarsi al fine di risolvere una grave malattia neurodegenerativa da cui era affetto il figlio delle vittime.
Sempre nel circondario di Venezia, l’indagati facendo ancora ricorso all’alias di “Cristina Kramer” avrebbe circuito un uomo affinché le consegnasse, in diverse tranche, circa 100mila euro per risolvere problemi di salute riguardanti sua moglie.
Proprio in relazione a questi ultimi due episodi, Merolla è stata condannata in primo grado dal Tribunale di Venezia.
Pertanto, gli accertamenti patrimoniali - condotti attraverso l’acquisizione di atti e documenti presso l’Agenzia del territorio e l’interrogazione delle informazioni presenti nelle numerose banche dati in uso alla guardia di finanza – e l’analisi della documentazione rinvenuta nella disponibilità della donna nel corso di una perquisizione effettuata dalla Polizia, hanno permesso d’identificare ulteriori vittime, molte delle quali, tuttavia, hanno deciso di non denunciare alle autorità in quanto intimorite dalle paventate ritorsioni da parte della donna.
Alla luce di tali risultanze è scattato il sequestro dei beni che ha riguardato rapporti finanziari e immobili ubicati nelle provincie di Vibo Valentia, Cosenza e Crotone.
Il valore dei beni sequestrati ammonta, complessivamente, a circa 1,2 milioni di euro.