Minaccia di compiere un attentato, espulso egiziano residente in Calabria

I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e della Compagnia di Roccella Jonica hanno eseguito un decreto di espulsione per motivi di sicurezza pubblica, emesso dal Prefetto di Reggio Calabria, nei confronti di un cittadino egiziano, H.A., di 43 anni, domiciliato a Marina di Gioiosa Jonica (Rc).

Il provvedimento è scaturito da un'indagine condotta dai militari del Nucleo informativo del Reparto operativo di Reggio Calabria, che ha consentito di delineare un ampio quadro di pericolosità sociale del 43enne.

In particolare, sono stati ricostruiti i contatti tra H.A. ed Anis Amri, tunisino, 38enne – noto per aver perpetrato, nel dicembre del 2016, l’attentato ai mercatini di Berlino – con il quale è entrato in contatto nel corso della permanenza in un centro d'accoglienza.

Infine, durante il soggiorno nel penitenziario di Catanzaro, dal quale è stato dimesso per fine pena nel marzo scorso, l’uomo ha minacciato di morte un magistrato e manifestato l'intenzione di compiere un attentato terroristico in Italia, una volta ritornato in libertà.

Il 43enne, dopo le procedure di fotosegnalamento, è stato immediatamente condotto presso il centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, a Potenza, in attesa dell'espulsione che gli impedirà, per i prossimi 10 anni, di rientrare in Italia e in tutti i Paesi dell’area Schengen.

 

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Vasta operazione antiterrorismo, disarticolata organizzazione internazionale

Hanno preso il via alle prime luci dell’alba di oggi, due distinte operazioni, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, condotte, rispettivamente, dalla Guardia di finanza e dalla Polizia di Stato, che hanno portato all’individuazione di una vasta rete di supporto a gruppi combattenti di matrice integralista islamica operanti in Siria.

In particolare, le indagini condotte dagli uomini dello Scico di Roma e del Comando provinciale della Guardia di finanza di Brescia hanno consentito di disarticolare un’associazione per delinquere, a carattere transnazionale, costituita da 10 siriani e finalizzata al riciclaggio ed all’abusiva attività di erogazione dei servizi di pagamento in diversi Paesi dell’Unione europea (Svezia, Italia e Ungheria) ed extraeuropei (Turchia).

Inoltre, a due componenti dell'organizzazione è stato contestato il reato di finanziamento al terrorismo.

L’indagine è connessa ad un’altra inchiesta coordinata dal Servizio contrasto del terrorismo esterno della Direzione centrale della Polizia di prevenzione della Polizia di Stato che, in Sardegna, ha portato la Digos di Sassari ad individuare 4 militanti di origine siriana e marocchina accusati di far parte di una cellula di supporto dell’organizzazione qaedista Jabhat al Nusra, operante in Siria.

Le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo, finanziamento del terrorismo e intermediazione finanziaria abusiva. Sono quindi complessivamente 14 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dai gip di Brescia e Cagliari su richiesta delle rispettive Procure distrettuali antimafia e antiterrorismo, mentre sono 20 le perquisizioni domiciliari in corso in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sardegna.

 

Schiacciare il terrorismo, ma senza equivoci

 È quasi pleonastico che io ribadisca qui il mio pensiero circa l’esigenza di colpire senza alcuna esitazione il terrorismo, e prima e non dopo che agisca. Lo ribadisco, così non restano dubbi sul fatto che, dovendo scegliere tra la vita di un terrorista e quella degli innocenti, mi pare ovvio quale debba essere la decisione. Spero di essere stato chiaro.

 Attenzione, ho scritto terroristi, e non terroristi islamici. Questi sono islamici, ma se fossero scintoisti, animisti, atei, cristiani, illuministi eccetera, sarebbe per me la stessa identica cosa; e andrebbero fermati senza pietà prima e non dopo.

 Avverto altresì che ogni definizione è fuorviante. Per restare nel caso, se questi sono islamici, e poi qualcuno, islamico o no, spara la bufala che islam vuol dire pace (vuol dire piena sottomissione ad Allah qualunque cosa ordini, stragi incluse!), questa bufala già fornisce un alibi, una copertura ideologica, che facilmente diventa copertura giudiziaria e assassini a piede libero. Terroristi, e basta.

 Ma veniamo al rischio di equivoci. Premesso per la terza volta che i terroristi vanno schiacciati, ciò non significa che essi soli abbiano torto e gli altri ragione. Chi sono gli altri? Gli altri sarebbero un presunto “Occidente”, un concetto malamente esteso anche ad oriente. Ebbene, io dichiaro che la mia intenzione di vedere schiacciati i terroristi non ha niente a che vedere con i genuini o presunti o spacciati “valori dell’Occidente”, e quindi con la politica estera di Usa, Israele, Francia, e Gran Bretagna a rimorchio.

 Nulla a che vedere con lo Stato d’Israele, che si rifiuta di volere una seria pace in Terra Santa; né l’Israele di cui si parla in chiesa la domenica ha qualcosa a che vedere con questo Stato, che è popolato o da israeliti o da miscredenti.

 Nulla a che vedere con Bush che ha devastato l’Iraq e assassinato Saddam, e scatenato il disastro ben noto; nulla a che vedere con Sarkozy e Obama che hanno devastato la Libia e assassinato Gheddafi; nulla a che vedere con fasulle primavere arabe; nulla a che vedere con le elucubrazioni di Allam, Ferrara e della Fallaci.

 Nulla a che vedere con il multietnico e la smidollatissima “generazione Bataclan”.

 Ora sono stato ancora più chiaro.

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Terrorismo islamico: espulso siriano ospite del centro di accoglienza di Brognaturo

Due cittadini marocchini ed un cittadino siriano sono stati espulsi dal territorio nazionale per motivi di sicurezza. Lo rende noto il Viminale. Con questi rimpatri, 70 nel solo 2017, salgono a 202 i soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso espulsi con accompagnamento nel proprio Paese dal gennaio 2015 ad oggi.

Uno degli espulsi è un cittadino siriano che utilizzava anche un alias di un cittadino tunisino. Nel 2015 era stato tratto in arresto per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di dimora presso la sede di Brognaturo (VV) della Cooperativa "Stella del Sud", dove in diverse circostanze si è evidenziato per condotte prevaricatrici nei confronti di altri ospiti e degli operatori. In particolare, aveva espresso apprezzamento nei confronti degli autori dell'attentato terroristico di Manchester e tentato di avviare una operatrice del centro verso la conversione all'Islam. Successivamente, aveva avuto un diverbio con un operatore della cooperativa d'accoglienza per motivi legati alla sua visione della religione islamica. Già nel 2011 nei suoi confronti erano stati emessi due decreti di espulsione, riuscendo sempre a sottrarsi all'esecuzione degli stessi. 

Gli altri espulsi sono due marocchini di 38 e 31 anni. 

 

Arrestato in Calabria estremista islamico reclutatore dell'Isis

La Polizia di Stato di Crotone ha concluso questa mattina una complessa operazione antiterrorismo che ha portato all’arresto di un 29enne iracheno ritenuto responsabile del reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a delinquere.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catanzaro, sono state condotte dai poliziotti della digos di Crotone ed hanno permesso di riscontrare, come l’arrestato, richiedente asilo, istigasse alcuni inquilini del Centro Sprar di Crotone a partecipare all’organizzazione Isis ed a perpetrare atti violenti con finalità terroristiche.

L’attività di proselitismo sarebbe stata svolta fornendo notizie, chiarimenti e materiali sullo Stato islamico e le sue finalità.

 L’iracheno, ritenuto persona violenta e fortemente incline alle attività criminali, aveva manifestato entusiamo in occasione del recente attentato terroristico a Manchester.

La strage in Siria e il silenzio dei benpensanti

Sabato Santo di sangue in Siria. L’ennesima strage compiuta dai terroristi, nell’indifferenza generale, ha provocato oltre cento morti. Le vittime, donne, anziani e bambini innocenti, questa volta, non hanno suscitato la compassione occidentale.

Nessuna cancelleria europea, nessuna suffragetta, nessun opinionista ha sentito il dovere di esprimere il proprio sdegno. Tutti quelli che avevano tirato fuori dalla tasca il fazzoletto per asciugare le lacrime per i civili uccisi dai gas la scorsa settimana, questa volta non si sono fatti sopraffare dall’emozione.

Del resto, a frenare l’emozione ci hanno pensato i resoconti giornalistici con il loro profilo, più che basso, rasoterra.

La carneficina di ieri è stata liquidata con poche righe, pubblicate in quindicesima pagina.

Il modo in cui è stata trattata la notizia ha confermato l’attitudine alla disinformazione della stampa italica.

Un’attitudine distillata nell’ estratto tratto da un pezzo pubblicato da un’ agenzia.

“Una carneficina è stata compiuta nel nord della Siria dove un’autobomba ha ucciso, secondo alcune fonti mediche locali, più di 100 persone tra cui donne e minori nei pressi di Aleppo, dove sostavano migliaia di persone evacuate da località assediate da anni”.

Nessun riferimento alle vittime, tantomeno ai carnefici.

Difficile pensare ad una distrazione o ad una dimenticanza.

Spiegare chiaramente chi erano i morti e chi i responsabili, avrebbe, infatti, ribaltato lo schema propalato in Occidente, che vuole Assad responsabile di ogni misfatto.

I morti di ieri scappavano da Fua e Kafraya, enclave governative della provincia di Idlib, controllata dai terroristi. Facevano parte di un convoglio di 75 autobus che stava trasferendo 5 mila persone in aree governative.

Scrivendolo si sarebbe riconosciuto che in Siria (per continuare la lettura clicca qui)

Articolo pubblicato su mirkotassone.it

Aerei Usa bombardano deposito di armi chimiche in Siria, decine di morti

Ennesima strage con armi chimiche in Siria. A causare la morte di diverse decine di civili e miliziani dell’Isis sarebbe stato un raid condotto dall’aviazione degli Stati Uniti.

Secondo le informazioni divulgate da fonti sul campo, tra le 17,30 e le 17,50 di ieri, jet Usa avrebbero colpito un deposito in cui i miliziani del califfato custodivano armi chimiche.

Il massacro sarebbe avvenuto nel villaggio di Hatla, ad est di Deir Ezzor.

La notizia, qualora fosse confermata, ribalterebbe l’accusa mossa ad Assad di aver ordinato l’uso del Sarin contro i ribelli a Khan Sheikhoun il 4 aprile scorso.

Secondo i governi russo e siriano, i miliziani che operano sotto le insegne dell’Isis e di Jabhet al-Nustra, disporrebbero di armi chimiche fornite da Paesi che sostengono i terroristi. Al contrario, le truppe di Damasco non avrebbero più accesso alle sostanze venefiche. L’arsenale chimico siriano è stato, infatti, distrutto sotto la supervisione internazionale nel 2014. Portati nel porto italiano di Gioia Tauro, i gas tossici vennero trasferiti e successivamente distrutti, a bordo della nave americana "Cape Ray".

In un altro raid aereo compiuto da aeri statunitensi nel nord della Siria, sono rimasti uccisi per errore 18 combattenti appartenti alle Forze democratiche siriane impegnati nella lotta all'Isis. Secondo il Comando centrale americano, martedì scorso gli aerei Usa sarebbero stati tratti in errore dalle coordinate errate fornite loro dagli uomini delle Forze democratiche siriane (Sdf), composte prevalentemente da miliziani curdi.

Bombe nella metropolitana di San Pietroburgo, almeno 10 morti e 50 feriti

Dieci morti e cinquanta feriti. Questo il bilancio provvisorio dell'esplosione avvenuta in un tunnel della metropolitana di San Pietroburgo. La deflagrazione si è verificata tra la fermata di Sennaya e quella del Tekhnologichesky Institut.

Secondo l'agenzia Interfax, a provocare l'esplosione sarebbero stati ordigni artigianali costruiti con circa 200-300 grammi di tritolo.

I feriti, tra cui molti bambini, sono stati colpiti dagli oggetti contundenti, presumibilmente, contenuti negli ordigni.

Un'altra bomba inesplosa è stato trovato nella stazione di Ploshchad Vosstaniya.

 

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