Legato al letto con segni di violenza sul corpo, pensionato calabrese trovato morto in Tunisia

Un pensionato catanzarese di 72 anni è stato trovato morto a Monastir, nel nord-est della Tunisia.

Il cadavere dell'uomo, che si recava regolarmente nel paese africano, è stato rinvenuto da un amico, legato al letto, nell'appartamento in cui viveva.

Secondo il sito d'informazione tunisienumerique.com, sul corpo della vittima sarebbero stati trovati segni di violenza; mentre il guardaroba della stanza sarebbe stato messo a soqquadro da qualcuno.

Per le autorità tunisine si tratterebbe di un omicidio compiuto a scopo di rapina.

Il pubblico ministero, ha aggiunto il sito d'informazione, ha autorizzato il trasferimento del corpo in ospedale per eseguire l'autopsia che determinerà le cause del decesso.

 

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Olio tunisino, Ferrara (M5s): “Non permetteremo un altro scippo al Sud Italia”

 «A distanza di due anni siamo di nuovo in trincea a difendere il made in Italy, l’olio d’oliva potrebbe essere nuovamente sotto attacco da parte dell’Europa e il Movimento 5 stelle non starà a guardare».

È quanto afferma l’eurodeputata Laura Ferrara, in merito alla richiesta da parte della Tunisia di estendere per ulteriori due anni la concessione del contingente aggiuntivo di olio di oliva in esenzione da dazio. 

«Dopo le incredibili polemiche e nonostante le nostre azioni al Parlamento europeo, con il regolamento 2016/605 veniva assegnato alla Tunisia, con motivazioni di eccezionalità per la difficile situazione socioeconomica, un contingente che doveva essere temporaneo, a dazio zero, di 35.000 tonnellate di olio di oliva per le esportazioni verso l'Unione Europea negli anni 2016/2017. Si trattò di uno scippo vero e proprio ai piccoli e medi produttori del Sud Italia, firmato Pd fra gli altri – afferma l’eurodeputata Laura Ferrara – se dovesse essere ulteriormente prorogata la concessione, saranno regioni come la Sicilia, la Calabria e la Puglia, a pagare il prezzo di questo aiuto umanitario. L’allarme Xylella prima e la normativa restrittiva sui valori di acido eptadecenoico, che il M5S ha poi fatto correggere, hanno letteralmente inginocchiato il settore olivicolo delle regioni del Sud Italia. Il Movimento 5 Stelle Europa ha già inviato una interrogazione parlamentare sulla questione, vogliamo fare chiarezza sui piani della Commissione europea – conclude l’europarlamentare – e capire se ci sia la volontà di perseverare nello stesso errore di due anni fa». 

Gli amici dell’Europa che odiano l’Occidente

“Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io”. Un adagio particolarmente calzante per alcune imbarazzanti amicizie coltivate da Europa e Stati Uniti. Nella lista degli alleati dell’Occidente figurano, infatti, Paesi cui starebbe bene la definizione di “Stati canaglia”, coniata dai politologi anglosassoni per indicare le nazioni pericolose per la democrazia.  Si tratta di nazioni con cui il Vecchio continente e gli Usa fanno affari ed alle quali vendono armi ultramoderne.

Paesi retti da sistemi dispotici, nei cui confronti vige la consegna del silenzio. La stampa Occidentale, italiana in particolare, sempre attenta a cavalcare il destriero del politicamente corretto, non ne parla, quasi mai.

Le tiranniche petro-teocrazie del Golfo, dall’Arabia Saudita, al Qatar, assai di rado sono oggetto di dibattito.  Sono esenti da qualunque discussione relativa alla violazione dei diritti delle donne, degli immigrati, delle libertà più elementari. I loro abusi non vengono mai contestati. Così, come non vengono denunciati, i crimini di guerra che i sauditi compiono ogni giorno in Yemen.

L’ipocrisia dell’Occidente, più che assurda, è sconcertante. Tanto più che non è un mistero che dietro il terrorismo internazionale di matrice islamica ci siano proprio loro. Eppure, Europa ed Usa fingono di non sapere.

Prendiamo ad esempio il Qatar che continua, indisturbato, a fare shopping in Italia e in Europa nonostante le decine di rapporti che ne denunciano le connessioni con le centrali che alimentano il terrore. E’ ormai acclarato, infatti, che nel processo di destabilizzazione del Mediterraneo, i proventi del petrolio abbiano giocando un ruolo determinante, dalla Siria alla Libia.

Del resto, la strategia di divulgare l’islam oltranzista di matrice salafita è arcinota. Una strategia che prevede una progressiva penetrazione in Europa dove, ogni anno, vengono inviate decine di predicatori radicali. Nel Vecchio Continente, gli emiri finanziano moschee e centri di cultura con lo scopo di diffondere il verbo dell’intransigenza religiosa.

Un verbo, portato sulle coste del nord Africa dagli Ak47 dei miliziani del Califfato.  Il tutto, nel più assoluto silenzio dei media nostrani.

Un silenzio complice, criminale, comprato a suon di petrodollari

Nei giorni scorsi, un quotidiano tunisino ha pubblicato un rapporto segreto in cui si parla di un campo d’addestramento allestito dal Qatar nella città di Beja, in Tunisia.  Secondo le indiscrezioni fatte trapelare dall’organo d’informazione, i qatarioti vi avrebbero fatto confluire decine di miliziani algerini reduci dai campi di battaglia di Iraq e Siria.

Il rapporto ha rivelato che l’addestramento dei terroristi, ha lo scopo di destabilizzare l’Algeria. Il progetto, coordinato dagli agenti di Doha, si articolerebbe in tre fasi. Completato l’addestramento, i circa 800 miliziani affiliati all’Isis, dovrebbero entrare clandestinamente in Algeria dove dovrebbero creare basi logistiche in aree poco popolate. Da qui, dovrebbe partire la terza fase, quella destinata a far entrare in azione i terroristi nei grandi centri urbani.

Un scenario che l’Algeria ha già conosciuto negli anni Novanta, quando il Paese venne sconvolto dalla sanguinosa guerra civile alimentata dal braccio armato del Fronte islamico di salvezza.

Se ciò accadesse, la situazione sarebbe esplosiva. L’Italia si troverebbe, ancora una volta,  a pagare il prezzo di una crisi dalle conseguenze incalcolabili.

Per prevenire il rischio che incombe, gli algerini stanno presidiando il loro permeabile confine con la Tunisia. Da una parte, stanno alzando una barriera di sabbia,  dall’altra, stanno intensificando i controlli. Nelle scorse settimane, le forze di sicurezza di Algeri hanno scoperto una decina di tunnel destinati a far passare uomini ed armi.

Mentre tutto ciò accade, sulla porta di casa, l’Italia e l’Europa continuano a crogiolarsi nel loro pusillanime immobilismo. Un immobilismo che alla lunga si rivelerà fatale.

Articolo pubblicato su mirkotassone.it

Meteo, piogge e temporali per tutto il fine settimana

“Se fino a Giovedì, l'alta pressione delle Azzorre ha protetto l'Italia, soprattutto al Centro-Nord, portando un tempo più stabile e decisamente poco piovoso, questa subirà un nuovo attacco a partire da Venerdì, quando il flusso perturbato Nordatlantico scenderà di latitudine, richiamando venti occidentali che entrando nel Mediterraneo piegheranno dai quadranti meridionali richiamati ad una bassa pressione collocata tra la Tunisia e la Libia”. E’ quanto scrivono gli esperti del sito web ilmeteo.it che, a partire dalle prossime ore, prevedono un netto peggioramento delle condizioni meteo.

 

Nella giornata di oggi, infatti,  i “venti meridionali di Ostro, attraversando il mare si caricheranno di nubi foriere di piogge e temporali”. La perturbazione investirà dapprima la parte settentrionale del Belpaese mentre, a partire da questa notte, la situazione si deteriorerà anche sulle altre regioni che saranno colpite da piogge diffuse e neve sulle aree alpine sopra i 1400 metri.

Il maltempo scenderà progressivamente verso il centro ed il sud investendo in un primo momento la Toscana e successivamente Lazio, Umbria, Sicilia e coste ioniche calabresi.

Da domani, quindi, si registrerà un leggero miglioramento al Nordest, mentre al centro sono previsti rovesci e temporali. Analoga situazione anche sulle coste ioniche di Sicilia e Calabria.

 

Buone notizie, invece, per quanto riguarda le temperature. Grazie ai venti meridionali, infatti, la colonnina di mercurio salirà gradualmente attestandosi di qualche grado sopra la media stagionale.

 

 

L'Isis rivendica la strage di Tunisi

E' stato rivendicato dall'Isis l'attentato che ieri, a Tunisi, è costato la vita a 12 agenti della guardia presidenziale. A darne notizia è stata l'emittente Al Jazeera che ha mandato in onda anche un fotogramma di Abou Abdallah Tounsi, il kamikaze che ha compiuto la strage. Nella rivendicazione con la quale sono stati descritti i dettagli dell'azione, i terroristi islamici hanno rinnovato le loro minacce a militari ed uomini appartenenti alle forze dell'ordine. 

 

Attacco terroristico a Tunisi, 22 morti

 

Ennesimo attentato terroristico. Questa volta ad essere colpita è la Tunisia. Nella capitale del Paese nordafricano l'esplosione di un ordigno collocato a bordo di un autobus della guardia presidenziale ha provocato la morte di ventidue militari. La deflagrazione è avvenuta su avenue Mohamed V, nel centro di Tunisi. A darne notizia è stato il ministero dell'Interno tunisino che ha precisato che l'attentato è stato compiuto in prossimità di quella che era la sede del Raggruppamento Costituzionale Democratico (Rcd), il partito dell'ex presidente Zine El Abidine Ben Ali.

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