Reggio, Filocamo (FdI-An): "L'amministrazione comunale mortifica la storia e la cultura della città"
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"Vi siete mai chiesti cosa accadrebbe se in un’area, ad esempio il Vercellese, l’amministrazione locale smettesse di seguire il settore della coltivazione del riso, o se nel Biellese non ci si prendesse più cura di seguire il tessile, ed ancora nel senese si abbandonasse il vitivinicolo? Certamente l’economia di quei luoghi crollerebbe, perché stiamo parlando di eccellenze. L’elenco delle aree geografiche caratteristiche potrebbe continuare, la nostra Penisola è un crogiolo di eccellenze e peculiarità, e il nostro Sud ne fa parte integrante. Ma restringiamo il campo d’azione al nostro territorio comunale, non per bieco campanilismo, ma per organicità di trattazione, puntando l’attenzione sulle nostre eccellenze. La città, oggi metropolitana, di Reggio Calabria non annovera industrie, di alcun genere, ed anche il commercio, spicciolo, diviene ogni giorno più asfittico, su cosa, quindi, possiamo contare quale settore trainante del nostro territorio? La risposta è nell’ordine naturale delle cose, basta guardarsi attorno per capire quali sono, o meglio, dovrebbero essere i punti di forza dell’economia Reggina, il turismo. Abbiamo la fortuna di un clima estremamente mite che consentirebbe una stagione balneare di cinque e forse sei mesi all’anno, il che significa cha dovremmo vedere già dal mese di aprile, nugoli di comitive, magari dai paesi del nord Europa, invadere le nostre spiagge, ma il mare e la possibilità di una tintarella già in primavera, non può certo essere elemento sufficiente ad attrarre eventuali turisti, ed ecco subentrare l’altra nostra ricchezza che forma col turismo un binomio inscindibile nella nostra realtà, la storia, la nostra storia di terra attiva ancor prima della fondazione di Roma, ad opera dei progenitori Greci. Testimonianze di un passato glorioso, che si ritrovano in diversi punti della città, come le mura greche, le terme romane, il parco archeologico in via torrione andrebbero mantenuti con particolare riguardo, ed invece sono abbandonate all’ingiuria del tempo e della natura, l’altezza delle erbacce lo testimonia. E che dire degli scavi a piazza Garibaldi che hanno portato, in maniera del tutto casuale, alla luce qualcosa di ancora non definito ma certamente degno di nota. Ecco, a distanza di mesi, quegli scavi che avevano calamitato l’attenzione del pur distratto Reggino, sono diventati discarica a cielo aperto, nulla si è potuto sapere in ordine alla valutazione dei reperti, allo stato dei lavori e su cosa e come ci si muoverà, se ci si muoverà, per valorizzare questa parte di patrimonio storico che la sorte ci ha voluto donare. Il nulla, l’oblio più assoluto, nel dispregio del diritto di conoscere le sorti di qualcosa che appartiene alla collettività, segno della carenza di una strategia per la città. D’altro canto, come avevamo nel passato stigmatizzato, altri segnali indicano la mancanza di sensibilità verso la ricchezza culturale che dovrebbe permeare l’azione di governo di questa giunta, come la mancata recinzione delle statue, in piazza Italia, dell’Atena all’anfiteatro, di quella in memoria dell’avvocato Camagna e delle nuove forme d’arte come le sculture di Rabarama, opere esposte alla mercè degli incivili che le adoperano come se fossero attrazioni da parco giochi, su cui lasciare i memory con data e firma, o deposito di sacchetti vuoti di patatine e lattine di birra. E’ vero che tutto ciò è opera dei singoli, ma è anche vero che manufatti, peraltro non dispendiosi ed armonizzati con lo stile dell’opera da proteggere, renderebbero la vita del “facinoroso del selfie in groppa alla statua”, molto meno agevole e probabilmente lo farebbero desistere dalla bravata. In ogni caso, la preservazione dei monumenti non è cosa di oggi, già nel passato le statue, almeno quelle più in vista, erano cintate e protette, ne sono testimoni le cartoline d’epoca. Cosa dire della struttura Miramare, potrebbe accogliere mostre e manifestazioni culturali di vario genere, è invece desolatamente chiuso, visto che per il momento non lo si può affidare ad “amici”. Il teatro comunale, piccolo gioiello nel cuore della città, avremmo voluto leggere un cartellone ad alto contenuto culturale, ed anche qui siamo al livello minimo. Vorremmo suggerire a questa amministrazione, una rilettura del c.d. metodo Augustus, cioè di come ci si può muovere in considerazione delle risorse esistenti e realmente fruibili. Noi riteniamo che Reggio Calabria abbia notevoli potenzialità, che adeguatamente sfruttate, porterebbero risultati eccezionali, ma per far ciò è necessario che chi governa abbia la capacità di ascoltare i suggerimenti che, se pur provenienti da posizioni politiche opposte, possono indirizzare un’azione efficace nell’interesse comune, in alternativa non ci resta che sperare nel tempo che passa e che ci porterà a designare alla guida della città metropolitana, soggetti con adeguate capacità manageriali. Noi, nel frattempo, restiamo vigili e pronti a denunciare disfunzioni e proporre soluzioni, cosa che Fratelli d’Italia, per bocca del consigliere Massimo Ripepi, inascoltata voce, ha egregiamente fatto in occasione della nota vicenda dell’aeroporto".
Mimmo Filocamo - Responsabile dipartimento cultura Fratelli d’Italia Reggio Calabria
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