Chiaravalle Centrale, successo ed entusiasmo per lo spettacolo “Nu trenu chijnu ‘e ricuordi. ‘A littorina. Vuci… Suoni… e sapuri ‘e ‘na vota”
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Ha destato ricordi, suscitato emozioni, ha riportato in auge nell’opinione pubblica cittadina un’epoca della storia locale, lo spettacolo “Nu trenu chijnu ‘e ricuordi. ‘A littorina. Vuci… Suoni… e sapuri ‘e ‘na vota” del Gruppo folcloristico musico teatrale (Gfmt), ma ciò che è più importante ha trasmesso un’eredità di esperienze, testimonianze e memoria alle nuove generazioni, suscitando la curiosità di andare a scoprire nel confronto in famiglia aneddoti e vicende legate alla tratta ferroviaria a scartamento ridotto Soverato-Chiaravalle.
In servizio dal 1923 al 1969, un trenino, che dalla costa risaliva verso la frescura delle Preserre, rivoluzionò il destino di un comprensorio.
Nei piani di sviluppo originari la tratta ferroviaria avrebbe dovuto congiungere lo Ionio e il Tirreno, in un più ampio disegno che avrebbe dovuto interessare Calabria, Puglia e Basilicata. Un intento che non trovò realizzazione.
Lo spettacolo, con la collaborazione delle giornaliste Maria Patrizia Sanzo per la ricostruzione storico-sociale e Vittoria Camobreco per la realizzazione dei docufilm, fa rivivere in palcoscenico un’epoca della quale la popolazione ne serba con affetto il ricordo.
Scene di ordinaria quotidianità, tra realtà ed ironia, com’è nello stile del Gruppo folcloristico musico teatrale “Città di Chiaravalle”, si legano alla storia, alla poesia, alla musica, alle immagini di un tempo, in unicum che dà vita ad un rappresentazione originale e interessante, frutto di una capillare ricerca, con la regia di Salvatore Russo e Fabio Iozzo.
In scena riprodotta nella scenografia la stazione di Chiaravalle, la sagoma di una vaporiera sbuffante costruita dalle mani sapienti di Enzo Rauti e tanti frammenti di vita passata provenienti, tra gli altri, dall’archivio del fotografo Nicola Gullì.
A introdurre in palcoscenico i personaggi il rumore e il fischio del treno. Ed ecco apparire: le comari, i bambini, il ciabattino, un barone, gli avventori di un’osteria, l’emigrante e lo zio d’America
Uno spettacolo frutto di tante forze messe in campo da tutti i componenti del Gruppo, ciascuno essenziale per rendere uno spettacolo di sicuro effetto e dall’efficace narrazione. A conferma del lavoro serio portato avanti in oltre quaranta anni di attività, il riconoscimento giunto per un'altra rappresentazione e conferito di recente, nel corso della rassegna teatrale di Palermiti, ai bambini del Gfmt, quali giovani promesse e allo scenografo Enzo Rauti.
Contribuiscono a creare l’atmosfera, in particolare, ancora le musiche originali composte da Gianfranco Corrado.
Tra i temi affrontati nello spettacolo: l’emigrazione, l’iniquità sociale, la dignità, il senso di sacrificio e la volontà di affrancazione dei nostri emigranti.
Soddisfatto il regista Salvatore Russo dell’entusiasmo e dell’interesse dimostrato dagli studenti della cittadina e del comprensorio, presenti agli spettacoli loro dedicati, con l’invito rivolto ai giovanissimi di accostarsi all’attività del Gruppo. Ha manifestato un desiderio ancora il presidente del Gfmt, Pino Tropea: poter festeggiare un giorno, nel piazzale della stazione, il ritorno, previo restauro, di una vecchia locomotiva diesil, recuperata dall’abbandono dall’Associazione Ferrovie in Calabria.
Interpreti dello spettacolo: Salvatore Russo, Pino Tropea, Carmelo Principe, Antonietta Caruso, Pina Gullì, Roberto Servello, Toto Sestito, Mario Suppa, Valentina Maida, Giuseppe Pelaia Annamaria Salerno, Carla Taverna, Marinella Staglianò, Gaspare Mazzara e Diego Mengoli. I bambini: Sofia, Kiara, Maicol, Francesco e la partecipazione straordinaria del piccolo Alex. Macchinista scenografo Carmelo Principe. Direttori di palco Pino Pelaia, Saverio Madonna e Antonio Sestito. Tecnici audio, video, luci e suoni: Fabio Iozzo, Massimo Hauber, Francesco Marra e Giovanni Rotiroti.
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