Una mozione con cui “il Consiglio regionale impegni il presidente della Giunta ad intervenire presso il Governo nazionale affinché venga tempestivamente sospeso il Decreto Interministeriale del 28 novembre 2014 che ridefinisce l’elenco dei Comuni che beneficiano dell’esenzione dall’IMU sui terreni agricoli”. A presentarla agli uffici della segreteria d’Assemblea di Palazzo Campanella è stato il consigliere regionale Arturo Bova (Democratici e Progressisti). Fra gli altri obiettivi del documento quello di “costituire un Tavolo Stato-Regioni al fine di concordare nuovi e più equi criteri di individuazione e classificazione delle zone montane e collinari esenti IMU; e comunque, di porre in essere ogni più opportuna e necessaria azione al fine di tutelare il settore agricolo, particolarmente vessato nel nostro Paese, specialmente nelle aree montane e ancor di più nell’entroterra calabrese”. Nel documento, il consigliere ricostruisce l’iter della vicenda. “Con l’ordinanza del 21 gennaio 2015, il TAR del Lazio, ha rinviato al 17 giugno 2015 la data dell’udienza pubblica per la trattazione nel merito del ricorso promosso da alcune ANCI regionali (Umbria, Liguria, Veneto, Abruzzo e Lazio) sulla legittimità del Decreto Interministeriale del 28 novembre 2014, disponendo che 'le esigenze della parte ricorrente appaiono adeguatamente tutelabili con la sollecita definizione del giudizio nel merito’. Con la stessa decisione - prosegue Bova - il Tar Lazio non ha confermato la sospensione degli effetti del provvedimento, già disposta, fino all’udienza del 21.1.2015, dal decreto del Presidente della seconda sezione del Tar in data 22 dicembre 2014. Pertanto, nell’ambito di questo giudizio - sottolinea l’esponente politico - riacquistano validità i criteri di imponibilità dei terreni montani indicati dal decreto del 28 novembre scorso. Sullo stesso tema, tuttavia, il Tar Lazio si e’ pronunciato con un ulteriore decreto cautelare emanato in data 14 gennaio 2015, con riferimento ad un altro ricorso, promosso da alcuni Comuni siciliani che aveva effetto fino alla trattazione in Camera di Consiglio, fissata per il 4 febbraio 2015 e, dunque, per una data evidentemente successiva al termine per il pagamento dell’IMU sui terreni agricoli montani. Termine che, come noto, e’ fissato al 26 gennaio 2015 (comma 692 della Legge di Stabilità 2015)”. Al contempo, Bova fa presente che “l’udienza del 4 febbraio 2015 è stata rinviata”. “Alla luce di tutto questo - sostiene il consigliere regionale - il regime fiscale dei terreni agricoli montani resta caratterizzato da confusione normativa ed incertezza giurisprudenziale, con gravi ripercussioni sia sui Comuni che sui contribuenti coinvolti. I Comuni, inoltre, si trovano nella condizione di aver subito tagli, complessivamente pari a 359 milioni di euro, a fronte di un gettito potenziale già dubbio in ordine al quantum, e più in generale discutibile in ordine ai criteri previsti, ed ora ancora più incerto”. Fra le altre motivazioni addotte da Bova vi è la seguente: “I contribuenti sono in oggettive condizioni di incertezza circa il pagamento e si ricorda che, per effetto di consolidati principi di affidamento e buona fede, non sono applicabili sanzioni ai contribuenti qualora sussistano ‘obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria’”. “A fronte della situazione prospettata, e come più volte sollecitato anche dall’ANCI - conclude Arturo Bova - appare indispensabile abbandonare il proposito di ottenere gettito aggiuntivo dai territori montani con riferimento al 2014 ed abolire i tagli in corso di effettuazione nei confronti di oltre 4 mila comuni. I criteri di imponibilità, come indicato anche da recenti pronunciamenti parlamentari, potranno poi essere profondamente innovati attraverso una necessaria condivisione con le parti sociali e con i Comuni”.